Mi mancava

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Era sabato ed ero sveglia da qualche minuto perché la luce penetrava dalla finestra e mi aveva svegliata.
Erano giorni che non vedevo Ben, era tornato solo quel giorno e poi non si era più visto, da quello che avevo capito, era andato a stare da sua zia per qualche giorno e non voleva essere disturbato da nessuno, mi faceva pena ma non ero nessuno per dirgli di tornare e da quello che avevo capito, mi odiava e non voleva che mi avvicinassi a lui.
Non avevo il suo numero.
Non lo avevo come amico su Facebook.
Non lo seguivo su Instagram.
Era solamente un mio conoscente.
Presi il mio diario dal comodino e lo aprii.
Era qualche giorno che non scrivevo ciò che sentissi, così cominciai a scrivere ciò che provavo in quel momento.
Delusione.
Tristezza.
Pena.
Chiusi il diario appena sentii la porta aprirsi, Jeremy era sulla soglia con un la colazione in mano, indossava ancora il pigiama e così sorrisi.
"Ehi Sorellina, come stai?" Venne vicino a me e mi diede un bacino sulla guancia.
Mi porse il cornetto che afferrai e lo mangiai addentandolo, lui rise.
"Ehi Jeremy, tutto bene. Sono un po' stanca perché ho dormito male ma si tira avanti e tu come stai?" Lui mi accarezzò i capelli e mi rispose:
"Bene, io e Mark pensavamo di andare al mare. Ti va di venire con noi?"
Chiusi subito gli occhi per via che stavano diventando lucidi e le lacrime stavano combattendo per uscire, non dovevo piangere perché Ben non se lo meritava.
"Scusami Jeremy, preferisco stare qui"
"Sorellina" mi fece mettere seduta e mi accarezzò una guancia con dolcezza.
"Va tutto bene, io sono qui e ci resto" mi buttai su di lui e lo strinsi fortissimo, avevo voglia di stringerlo e dimenticarmi tutto.
Era un mese di merda.
Avrei dovuto stare alla larga da quel pezzo di merda e avrei dovuto non affezionarmi a lui, Jeremy mi coccolò per qualche minuto, appena mi cui calmata mi staccai e annuii esclamando:
"Andiamo pure al mare, voglio disegnare"
Lui mi sorrise dandomi un bacino sulla fronte e così mi prende in braccio e mi portò in bagno, mi fece mettere sulla sedia apposta per me.
"Chiamo mamma, torno subito" annuii e appena lui se ne andò mi tolsi la maglia.
Mia madre entrò sorridendo e mi spogliò.
"Come hai dormito?" Domandò dolcemente, alzai le spalle e le sorrisi per farla stare tranquilla.
Non volevo che si preoccupasse e volevo che si godesse il weekend con papà.
"Ho dormito bene" le dissi e lei cominciò a lavarmi, le chiesi che programmi avesse per farle ritornare il sorriso e mi raccontò che volevano andare in montagna ma erano preoccupati per me e quindi se non avessi voluto sarebbero rimasti con me.
Avevo le lacrime agli occhi.
"Mamma, io sto bene. Starò con Jeremy e Mark e sai che non mi lasciano" lei annuì.
"Lo so tesoro mio, ma.." Non la feci finire di parlare che le accarezzai una guancia.
"No mamma, voi andate. Io sto bene"

Appena fui pronta, mia madre aveva insistito per farmi mettere un pantaloncino ma le mie gambe mi facevano schifo.
Erano piene di cicatrici, dovute a tutto ciò che avevo passato e dovute alle cure mediche, non avevano mai concluso niente ma tutti ci speravano ancora.
Indossavo una maglietta a mezze maniche nera che metteva in risalto la mia quarta e mi aveva fatto una coda.
Ai piedi mi aveva messo delle scarpe bianche, qualcuno bussò alla porta e così mia madre mi diede un bacio sulla testa.
"Qualunque cosa, chiamami" annuii.
Lei aprì la porta e mio fratello Mark entrò.
La salutò e poi mi prese in braccio.
Ridacchiai stringendolo forte.
"Quindi sei pronta per il mare eh, dovrò tenere i ragazzi lontano da te eh"
"Tranquillo, nessun ragazzo mi caga"
Lui scese le scale roteando gli occhi e appena fummo giù Jeremy mi sorrise e corse di sopra per prendere la sedia a rotelle, Mark mi portò in auto e mi allacciò la cintura di sicurezza.
Salì dietro e prese il suo telefono.
"Stella, dato che sei brava a fare le foto. Me ne fai una?" Annuii sorridendo e lui si mise in posa, aveva una faccia divertita che lo rendeva ancora più bello di quanto già fosse, gli scattai la foto.
La luce del sole gli baciava il viso, mi era venuta benissimo.
"Ecco qui" lui prese il telefono e mi diede un bacino sulla guancia.
"Grazie sorellona" scoppiai a ridere e appena Jeremy salì in auto mise la musica e ci raccontò della ragazza che il giorno prima si era scopato e di quanto l'avesse fatta urlare per bene.
"Jeremy! A me non frega!" Esclamai, lui rise e Mark alzò le mani.
"A me interessa! Quanto aveva le tette?"
Scoppiai a ridere e non li ascoltai più, pensai alla giornata che avevo passato con Ben e sospirai.

Appena arrivammo al mare vidi ragazze e ragazzi correre e lo guardai invidiosa, perché lo ero.
"Madonna che ben di Dio! Che culi" esclamò Jeremy alzando le mani come per ringraziare il signore.
Mark rise.
"Scommetto che me la porto a letto una" guardai malissimo Mark.
"Le donne non sono un fottuto gioco, Mark" lui mi guardò confuso e guardò Jeremy che alzò le spalle.
"Stella stavamo scherzando, stai calma dai. Non siamo così merde"
"Lo so... è che..." non riuscii a continuare, ma loro capirono e Mark mi mise una mano su una spalla dicendomi:
"Troverai un ragazzo meraviglioso"
Gli sorrisi e scese dalla macchina, mi prese in braccio e camminò sulla sabbia.
"JEREMY! MARK! VENITE A FARE UNA PARTITA?!" Mi guardarono e annuii, così Mark mi sorrise mettendomi seduta sulla sabbia e mi chiesero se andasse per davvero bene, ridacchiai annuendo.
"Andate e fate il culo a tutti" risero e corsero dagli altri, sospirai sdraiandomi.
La giornata era davvero meravigliosa e mi piaceva rilassarmi sotto al sole, non era così tanto cocente e almeno la mia pelle sarebbe diventata un po' abbronzata.
Inizio Flashback:
"Passa la palla, Stella!" Urlò mio fratello ridendo, non volevo passarla.
Volevo fare goal a quei due bambini che mi avevano preso in giro per due motivi:
perché fossi una femmina e perché avessi solo sei anni.
Correvo facendo dei giochi con la palla, i due bambini si misero davanti a me e così feci una scivolata e il pallone passò sotto alle gambe di uno dei due e così corsi dietro al pallone e tirai.
Il portiere cercò di parare ma la palla entrò e così urlai felicissima.
Fine Flashback.
Sorrisi a quel ricordo e posai le mani sulla sabbia, la presi tra le mani e ci giocai godendomi quei piccoli istanti.
Mi mancava qualcosa per poter godermi quel giorno, ma non avevo idea di cosa potesse mancarmi.
Ti manca Ben.
Non puoi saperlo.
Sono la tua coscienza, so cosa ti manca eh. Quindi non fare la antipatica.
Non sono antipatica e non mi manca per niente quel ragazzo.
Certo come no.
Sto bene senza di lui.
Ma se il tuo cervello pensa solo a lui.
Vorrei solo sapere se stia bene.
Chiediglielo.
No. Non voglio chiedergli un bel niente.
So che vuoi.
Tanto non mi risponde.
Se non provi non potrai saperlo.
Afferrai il mio telefono e lo sbloccai con l'impronta, andai su Instagram e cercai Ben, lo trovai e si chiamava:
@Ben27
Non era la sua età e non era nemmeno il numero del giorno in cui era nato.
Se è la misura del suo pene, non vedo l'ora di vederlo.
Ma! Non farmi pensare a queste cose!
Ci stai pensando tu.
Dio.
Guardai le sue foto, ne aveva una decina, in cinque era al mare ed era divino e le altre cinque dove era in camera sua e si fumava una canna.
Digitai subito il messaggio:
Io: Ciao Benjamin... come stai?

Aspettai per qualche minuto che visualizzasse ma non lo fece e così misi il telefono in tasca.
Ci avevo un po' sperato ma oramai avevo capito che per lui io non fossi un bel niente.
Risponderà.
Non lo farà. Va bene così.
A lui piaci.
Non gli piaccio per niente.
Se non gli piaci, sicuramente gli stai simpatica.

Erano le 21 ed ero in camera mia, sul mio letto e già con il pigiama.
La giornata era andata bene, sentivo come se un peso sul mio petto volesse buttarmi giù.
Ti manca Ben.
Non mi manca Ben.
Chiusi gli occhi sospirando, non volevo pensare a nessuno, volevo solo dormire perché ero stanca morta e volevo solo rilassarmi.
Appena spensi la luce della lampada vidi che mi era arrivato un messaggio.
Così afferrai subito il telefono e lo sbloccai, con le mani tremolanti.
Ben mi aveva risposto.
@Ben27: Ok.
Non sapevo cosa rispondere, ma non volevo che pensasse che non avevo idee e non volevo neppure che pensasse che io volessi parlare con lui.
Io: 🙂

Sospirai perché visualizzò ma non disse niente, quindi mi addormentai.

Estoy perdido sin tiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora