Voglio solo la verità

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Era domenica, erano le 16:00 ed ero sdraiata sul mio letto a guardare il soffitto.
Erano successe così tante cose in quei giorni che nemmeno me le ricordavo tutte.
Ero diventata qualcuno di importante per Ben.
Non sapevo perché avesse quei sentimenti per me, dato che mi aveva sempre offeso, volevo parlarci per bene, capire il perché mi avesse notata solo in quell'ultimo periodo ma avevo paura della risposta perché in cuor mio sapevo che forse e dico forse potesse essere solo una scommessa con il suo migliore amico.
Speravo che non fosse così ma c'era quella parte di me che mi faceva sentire il contrario.
Volevo una risposta, bella o brutta che fosse ma volevo capire cosa fossimo e quella cosa mi faceva essere triste.
Se la risposta fosse stata bella sarei stata felice.
Sarei stata la persona più felice al mondo.
Se la risposta fosse stata brutta ci avrei sofferto e avrei pianto per giorni, mesi interi ma poi sarei stata meglio, non ero innamorata di Ben.
Non lo ero perché quella parte di me negativa mi teneva con i piedi a terra, diciamo così.
La parte positiva invece sembrava una ragazzina in preda alla sua prima cotta, ed era così, perché Ben mi faceva sentire una ragazzina sorridente ma anche triste perché pensavo a tutto ciò che mi aveva fatto passare.
Volevo solo capire il perché di tutto il cambiamento da parte sua.
Avevo paura di innamorarmi.
Ero sicura che la prima a farlo sarei stata io.
Sospirai girando il volto perché il telefono che era sul comodino stava vibrando, allungai la mano e lo presi non guardando nemmeno chi fosse e risposi:
"Pronto"
"Ehi baby, ti ho svegliata? Ti stavi riposando?"
Mi mordicchiai il labbro inferiore sentendo la sua voce meravigliosa, era veramente bella.
"No, stavo pensando e non mi hai svegliato"
"A che pensavi?" Chiese con la voce maliziosa.
"A te" risposi senza pensarci nemmeno una o due volte, non rispose per qualche secondo.
"Anche io ti penso sempre, bellezza"
"Non sembra che tu mi pensi sempre, Ben"
Dissi infastidita, stringendo forte il telefono.
"Che succede? Sembri incazzata"
"Sono solo restia nel fatto di crederti" ammisi.
"Ne abbiamo già parlato, Stella" mi disse, non ne avevamo parlato, non mi aveva dato modo di fidarmi di lui e sembrava che non volesse mai parlarmi del perché così dal niente gli potevo interessare e mi faceva solo innervosire.
"No che non lo abbiamo fatto, dannazione Ben.
Dobbiamo parlare seriamente, perché ad essere sincera io non voglio essere la bambola di nessuno e non voglio nemmeno essere la tua di bambola, sono stata chiara?" Sputai tutto ciò che pensavo, lo sentii sbuffare e quella cosa mi innervosii moltissimo, ma rimasi zitta.
"Sei stata chiara, baby"
"Fai il serio, sennò giuro sulla mia famiglia che ti stacco in faccia e non ti rispondo più"
"Stella che vuoi che ti dica?" Non sapeva nemmeno fare il serio.
"Solamente la verità, voglio solo quella"ammisi sospirando, rimase zitto per due minuti.
"Possiamo parlarne a voce che almeno non ci fraintendiamo, va bene Stella?" Mi domandò, mi mordicchiai il labbro superiore chiudendo gli occhi e annuii anche se non poteva vedermi.
"Si certo"
"Vengo a casa tua o andiamo a fare un giro?"
L'idea che venisse a casa mia mi faceva piacere ma non volevo pensare che fossi solo una stupida che nascondeva a tutti, volevo uscire come una semplice coppia anche se non lo eravamo per niente.
"Preferisco andare a fare un giro o ti vergogni?"
Domandai schifata, lui sospirò.
"Non mi vergogno, ti vengo a prendere tra un po', sto finendo di studiare per il compito di diritto di domani e devo finire di fare due o tre schemi e poi sono libero e vengo a prenderti" alla sua affermazione, sorrisi.
Si stava impegnando molto a scuola ed ero così fiera di lui, voleva passare e stava facendo il possibile, c'erano giorni che aveva interrogazioni e compiti attaccati perché ne aveva saltati tantissimi ma i professori lo stavano aiutando e si stava impegnando tanto.
"Okay, quindi a che ora ci si vede?" Chiesi.
"Verso le 18, ti va bene?" Guardai l'orologio per vedere che ora fosse.
Erano le 17, stavamo parlando da mezz'ora.
"Si okay"
"A dopo Stella, mi manchi" gli staccai in faccia.
Volevo dirgli che mancava pure a me, ma non volevo che pensasse a chissà cosa.
Jeremy entrò in camera mia e si mise sdraiato accanto a me e mi sorrise.
"Ehi" mi salutò facendo un sorriso triste.
"Ehi Jeremy" gli accarezzai una guancia preoccupatissima.
"Sembri depressa, che succede?" Domandò, mi strinse a se e così mi accoccolai a lui alzando le spalle mormorando pianissimo:
"Lo sembri anche tu" lui ridacchiò annuendo.
"Lo sono sorellina, ieri sera sono uscito con gli altri e siamo andati dove lavora Engel, era così bella e sexy, ho una cotta che non ti puoi nemmeno immaginare" Esclamò ridendo, ma potevo capirlo benissimo.
"Beh mio caro fratellone, ti posso capire" risposi alzando le spalle, sorrise baciandomi la fronte e mi accarezzò una guancia.
"Che succede a te Stella?" Succedevano troppe cose e non sapevo nemmeno come parlarne.
Era così difficile capire ciò che sentivo.
"Sono solo ... non lo so... preoccupata forse"
"Preoccupata, perché?" Mi chiese, sospirai.
"Beh... non so cosa siamo io e Ben"
"Non ti fidi di lui?" Scossi la testa, era più forte di me, da una parte molto piccola del mio cervello si fidava ciecamente di lui perché pensava che potesse cambiare ma l'altra parte, una parte enorme non si fidava di lui e aspettava solo che facesse una mossa sbagliata.
"Avete mai parlato di questo?"
"Sa che non mi fido e dice che l'ho cambiato"
"Ma tu non gli credi, vero?" Scossi la testa e guardai il soffitto, non riuscivo a fidarmi.
Non sapevo nemmeno cosa desiderasse sul serio, non avevamo mai parlato di ciò che eravamo, Jeremy mi accarezzò una guancia.
"Stella so che lo ripeto ogni giorno, ma è così.
Tu sei fantastica, Benjamin dovrebbe essere orgoglioso di avere una donna come te al suo fianco e se lo stai davvero cambiando, sei un cazzo di angelo. Ti voglio bene, te ne vorrò per sempre" sorrisi con gli occhi lucidi baciandogli la guancia più volte facendolo ridere.
"Sono sicura che Engel capirà quanto tu sia meraviglioso" lui mi sorrise coccolandomi.
"Stasera ceni qui? Una cena di famiglia" risi.
"Certo" risposi, mi strinse forte, rimase zitto.
Stavamo abbracciati, gli volevo tanto bene.
Era il mio fratellone e meritava di essere felice.
Ci addormentammo.

Estoy perdido sin tiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora