Viaggia con la mente

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Ero sveglia da qualche minuto anche se non avevo dormito per niente perché ero preoccupata per Benjamin.
Volevo chiamarlo, mandargli dei messaggi ma non volevo disturbarlo.
Sospirai afferrando il telefono e guardai se avessi chiamate o messaggi ma non ne avevo nemmeno uno e così mi mordicchiai il labbro inferiore e posai il telefono sul comodino.
Mia mamma entrò in camera e aprì la finestra facendomi mugolare e mi misi il cuscino sul viso e lei rise.
"Giù ti sta aspettando il tuo fidanzato! Quindi svegliati!" Buttai velocemente il cuscino a terra e lei si avvicinò a me facendomi mettere seduta, mi diede un bacio sulla fronte.
"È proprio un bel ragazzo eh, molto gentile ed educato" non riuscivo ad immaginarmi molto un Benjamin educato e gentile, mi piaceva lo stesso anche se era immaturo e sgarbato alle volte ma quando voleva sapeva essere anche molto intelligente e maturo.
"Vuoi farti una doccia veloce, tesoro?" Annuii e lei mi fece alzare mettendomi sulla sedia a rotelle e mi portò in bagno.

Appena mia madre finì di asciugarmi i capelli e di vestirmi, mi portò in camera mia e sul mio letto seduto c'era Benjamin, mi mordicchiai il labbro inferiore guardandolo, i suoi soliti capelli scompigliati, un paio di pantaloncini da basket, neri e gialli e una maglietta a mezze maniche nera della Nike, era sudato.
"Buongiorno" mi disse inarcando un sopracciglio dato che non avevo detto niente perché ero sorpresa di vederlo, mia madre mi guardò come per chiedermi se poteva lasciarmi da sola e annuii.
"La portò giù io, signora" le disse Benjamin facendola sorridere e se ne andò via.
Appena la porta si chiuse guardai Benjamin.
"Buongiorno, non pensavo che saresti venuto"
"Te l'ho detto ieri che sarei venuto per fare colazione insieme o non te lo ricordi?" Chiese sorridendo strafottente, lo guardai malissimo.
"Molte volte ti mangi la parola data"
"Non è vero che mi mangio la parola data" si difese immediatamente anche se non era vero.
Molte volte si mangiava la parola data.
"Ah no?" Domandai stringendo i denti, non volevo rispondergli male ma dovevo per forza farlo perché mi ero arrabbiata, continuai:
"Mi avevi promesso che non mi avresti più ferita e l'ora dopo ti scopavi quella gallina di Jazmin. Devo continuare?" Domandai ringhiando, lui alzò le mani.
"Ma poi non l'ho più fatto Mi dispiace per ieri, per come mi sono comportato" annuii alzando le spalle e risposi:
"Stai tranquillo" non lo guardavo nemmeno negli occhi, non volevo farlo.
"Non ci sto, perché nemmeno mi guardi"
"Non ho voglia di guardarti, Benjamin"
"Perché non mi vuoi guardare?" Chiese con la voce molto dolce, non volevo guardarlo perché l'arrabbiatura mi sarebbe passata subito ed ero ancora molto arrabbiata e volevo che capisse che non poteva fare come voleva lui sempre.
"Perché non voglio, smettila di insistere"
"Va bene, come vuoi" mi disse e si alzò, mi prese in braccio e così mi accoccolai a lui sussurrando pianissimo:
"Bene" mi diede un bacio sulla fronte e mi portò giù velocemente, Mark che era seduto sul divano si alzò e sorrise.
"Vado a prendere la sedia a rotelle e ve la porto in macchina" lo ringraziai e così Benjamin cominciò a camminare, mi dispiaceva essere arrabbiata con lui ma non potevo fare molto.
Ero una persona molto orgogliosa e anche lui lo era.

Mi fece mettere seduta in auto, posai una mano sulla sua nuca e lo baciai a stampo, perché volevo farlo, perché mi era mancato.
"Grazie baby" mi disse facendomi roteare gli occhi e così scoppiò a ridere salendo in auto.
"Scegli pure della musica, tesoro" il mio cuore iniziò a martellare come se non esistesse un domani, quella piccola parolina mi faceva sorridere, sprizzare di Gioia.
Mi piaceva da impazzire.
Presi i Cd e scelsi della musica di Lady Gaga.
Mark mise la sedia a rotelle in auto e Così lo ringraziammo, Ben mi accarezzò un fianco.
"Tanto la sedia a rotelle quando sei con me, non la usi perché ti porto io" mi disse facendomi l'occhiolino, lo guardai malissimo.
"Mica sei obbligato, cazzo" lui mi guardò confuso e scosse la testa velocemente.
"Ma no baby, lo sai che lo faccio con piacere"
"Tanto lo so che vorresti una ragazza che cammina e invece stai con me per pietà" risposi guardando fuori dal finestrino, gli tolsi la mano dal mio fianco e lo sentii sospirare.
"Hai dormito bene?" Domandò guidando, alzai le spalle infastidita, non sapevo perché gli stavo rispondendo così male ma era una cosa che mi riusciva molto bene.
"Ti importa?" Chiesi guardandolo malissimo.
"Certo che mi importa, sei la mia fidanzata"
Non sembra che io lo sia
"Solo perché ti ho trattato di merda ieri?" Mi domandò irritato, alzai le spalle e spiegai:
"Non mi hai trattato di merda ma non ti apri con le e in una coppia l'importante è aprirsi"
"Nemmeno tu tu apri con me, Stella"
"Io mi apro con te, Benjamin e lo sai" mi aprivo molto con lui, perché una piccola parte di me si fidava di lui ma tutta l'altra non si fidava.
"No, non ti fidi di me" era normale che non mi fidassi del tutto di lui, mi aveva sempre risposto male, mi aveva sempre offeso.
"Perché mi devi dare i motivi per la quale io possa fidarmi." Gli risposi infastidita facendolo stringere il volante, misi la musica ad alto volume per non doverlo più ascoltare e guardai fuori dal finestrino e canticchiai a bassa voce.
Inizio Flashback:
Aprii gli occhi e mi guardai intorno, ero in una stanza tutta bianca e avevo male dappertutto e avevo dei fili attaccati.
"Stella ..." sentii la voce di mio padre e quindi mi girai velocemente facendomi malissimo al collo, lui mi accarezzò una guancia con gli occhi lucidi, cercai di muovermi ma non mi sentivo più le gambe, non riuscivo a muoverle.
"Papà .. non mi sento più le gambe"
"Stai tranquilla tesoro di papà, va tutto bene." Ma la sua voce era triste, i suoi occhi erano velati di lacrime.
"Papà! Non mi sento più le gambe!" Esclamai scoppiando a piangere, mio padre mi strinse forte a se mettendomi seduta e mi cullò dicendomi che sarebbe andato tutto bene, che dovevo stare solo tranquilla e tutto sarebbe andato bene.
Fine Flashback.
Sentii la mano di Benjamin su una mia guancia e così lo guardai, non sapevo in che condizioni fossi finché lui non mi asciugò una lacrima, mi strinse a se.
"Non volevo essere cattivo, scusami"
"Non sto piangendo per te, tesoro." Sussurrai pianissimo mentre le sue mani mi stavano accarezzando il viso con estrema dolcezza, scoppiai a piangere e lui mi cullò mormorando:
"Sono qui, sono qui. Stella." Annuii.
"Vorrei solo camminare, Benjamin. Mi sento così inutile, non ho vissuto niente della mia vita e vorrei solo essere normale anche se non lo ammetto a nessuno" lui mi guardò negli occhi e mi diede un bacio a stampo accarezzandomi una guancia e mormorò con cautela:
"Tu sei normale, Stella. Sei così forte. Vorresti camminare e ne sono sicuro ma non esistono solo le gambe per viaggiare, capisci?" Lo guardai confusa e lui scese dalla macchina e venne a prendermi, mi aggrappai, ma lui scosse la testa baciandomi a stampo.
"Rilassati, tesoro mio" mi fece mettere con i piedi sui suoi e lo guardai preoccupata.
"Ti faccio male" lui scosse la testa baciandomi nuovamente a stampo e mi strinse da dietro.
Avevo la schiena appiccicata al suo petto e così strinsi fortissimo le sue braccia muscolose per tenermi perché avevo paura, lui rise.
"Ti ho portato al mare, ora andiamo a stenderci sulla sabbia e vado al bar a comprare qualcosa"
Sorrisi annuendo e lui cominciò a camminare stringendomi, era una sensazione strana ma era divertente, risi come una bambina e delle lacrime di gioia rigarono il mio volto.
"Ehi tesoro, tutto bene?" Domandò dolcemente e così annuii e arrivammo in spiaggia.
"Ben..?" Mormorai afferrando il telefono dalla tasca dei jeans, lui mi diede un bacio sul collo stringendomi forte con un braccio mentre l'altro lo tolse da me e prese il telefono, sorrisi.
"La metterò come blocco schermo" sussurrai.
"Ed io la metterò dappertutto, baby" rispose facendomi ridere e scattò la foto, poi me la fece vedere e così sorrisi mentre le sue labbra si posarono sulle mie e scattò di nuovo.
"Ne facciamo altre?" Chiesi come una bambina, lui rise annuendo, mi fece girare, i miei piedi erano sempre sui suoi, mi strinse a se con un braccio e mi diede un bacio sulla fronte facendomi sorridere e scattò la foto.
"Hai un sorriso molto dolce, è meraviglioso"
"Senti chi parla, hai un sorriso che farebbe invidia pure alle statue" risposi mordicchiando il suo labbro inferiore facendolo gemere e scattò la foto, mi strinsi fortissimo a lui.
"Grazie di esistere, Benjamin" mormorai piano.
"Grazie a te di avermi trasformato in una persona migliore e grazie anche di esistere" sorrisi e così mi mise seduta sulla sabbia dandomi un bacino a stampo, sorrisi.
"Vado a prendere la colazione e arrivo" annuii.

Estoy perdido sin tiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora