Ti voglio bene

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A svegliarmi fu qualcuno che urlava fuori dalla mia finestra, mi stropicciai gli occhi e mi rigirai nel letto.
Sentii qualcosa di molliccio sotto di me e così sgranai gli occhi accendendo la lampada della mia camera e vidi che avevo schiacciato un cornetto con la marmellata di fragole, lo presi subito e lo mangiai con gusto sorridendo.
Me lo aveva portato papà, sapevo che me lo avesse portato lui perché mi aveva portato anche un girasole.
Da bambina andavamo sempre in un campo pieno di girasoli.
Presi il mio diario segreto che avevo messo sul comodino e ci misi il fiore dentro e cominciai a scrivere le mie emozioni come ogni giorno:
Felicità.
Tristezza nello stare male e non poter fare mai niente con le persone a cui tenevo.

Chiusi il diario e mi allungai per prendere il telefono ma caddi a terra urlando dal dolore, la mia porta si spalancò subito.
"Stella!" Urlò mia madre e mi aiutò ad alzarmi, mi mise seduta sul letto.
"Scusa mamma... sono caduta... volevo spegnere la lampada e .." lei mi accarezzò una guancia baciandomi la fronte.
"Stai tranquilla tesoro, ti faccio la doccia"
Annuii, lei mi alzò e mi mise seduta sulla sedia a rotelle.

La doccia era il momento in cui mi sentivo uno schifo, non riuscivo a fare niente.
Me la faceva solo la mamma, perché ovviamente mi vergognavo.
Mi lavò i capelli e fece un sorriso triste.
"Tutto bene mamma?" Domandai preoccupata, lei scosse la testa e mi massaggiò la testa, la guardai preoccupata e lei mi lavò.
"Niente di cui tu ti debba preoccupare"
"Mamma, siete la mia famiglia. Mi preoccupo." Lei sospirò alzando le spalle.
"Tuo padre ed io abbiamo bisogno di .. una pausa.. non c'è più quell'amore che c'era prima.." deglutii.
Era colpa mia.
Era solamente colpa mia.
"NO! VOI VI AMATE MAMMA!" Urlai, lei mi accarezzò le guance e scosse la testa.
"Abbiamo deciso insieme tesoro" non volevo più ascoltarla, volevo andare via.
Lei mi vestì e mi portò in auto.
Non dissi niente, stavo soffrendo e sapevano che nei miei momenti no nessuno doveva rivolgermi la parola.

Appena mia madre mi aiutò a scendere mi guardò negli occhi e sospirò.
"Tesoro ti prego" scossi la testa ringhiando e me ne andai verso la mia classe, volevo piangere.
Volevo urlare.
Sei la rovina della famiglia.
Stai zitta coscienza.
È vero che lo sei.
Ti ho detto di stare zitta che sennò me la prendo pure con te.
Io sono te, mia cara.
Sei messa bene allora.
Appena arrivai al mio posto, Ben mi buttò lo zaino a terra facendo ridere tutta la classe, lo guardai malissimo.
"Bravo, ora che hai fatto ridere il branco di stupidi puoi raccogliermi lo zaino?"
Tutti smisero di ridere e mi guardarono malissimo ma non me ne importava un bel niente, Ben inarcò le sopracciglia.
"Alzati e prendilo da sola, senza gambe"
Mi provocò facendo ridere di nuovo tutta la classe, cercai di calmare il mio istinto omicida neo suoi confronti.
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"Il gatto ti ha mangiato la lingua eh?" Chiese ridendo, mi dava il nervoso.
Tutti mi stavano dando il nervoso.
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"Benjamin ti ha chiesto una cosa, stupida" esclamò la gallina di nome Jazmin, non risposi e strinsi fortissimo i pugni, dovevo solo calmarmi.
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Non mi ero calmata per niente ma ero più rilassata e più sciolta nel rispondere male.
"No, nessuno mi ha mangiato la lingua. Però sicuramente il gatto a te ha mangiato il cervello. E si, ho notato che questo essere insulso mi avesse fatto una domanda, gallina." Tutti spalancarono la bocca tranne Jazmin che aveva uno sguardo omicida.

Appena fui a casa, mi feci mettere seduta sul divano e sorrisi per quanto fossi stata brava nel rispondere a quelli stronzi nella mia classe, accesi la televisione e mi guardai un film finché Jeremy non mi venne vicino e cominciò a farmi il solletico facendomi ridere come una matta.
"Andiamo a pranzo, piccoletta" annuii.

Erano le 19:30, avevo finito di studiare storia per il giorno dopo e così mi misi a leggere qualche storia su un sito e a cena mangiai veramente poco e con la scusa che mi faceva malissimo la testa mio fratello Jeremy mi portò in camera.
Si mise sdraiato accanto a me e mi accarezzò una guancia.
"Stai bene?"
"Non voglio che papà e mamma, si lascino. Sono la coppia migliore che io abbia mai conosciuto e si amano" lui sospirò annuendo e mi cullò cercando di calmarmi ma non ci riuscì molto, perché stava male anche lui.
Mi accoccolai di più a lui e gli accarezzai i capelli e mormorai:
"Ti voglio bene Jeremy"
"Ti voglio bene, sorellina stupenda"
Sorrisi e in poco tempo mi addormentai.

Estoy perdido sin tiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora