Capitolo 27

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22 giugno 2019

La casa di Asia quel sabato di fine giugno si era trasformata in una sorta di campeggio, tutti i membri del quartetto erano accampati lì dopo un intero pomeriggio sui pattini ad allenarsi.
Erano a Milano in modo da non sottrarle troppo tempo visto il suo impegno nella commissione di maturità.
Oltre a loro c'era anche Ermal che aveva insistito molto nei giorni precedenti per poter assistere all'allenamento, mentre era già stato invitato a cena con loro.

Si era pentito di aver fatto quella richiesta, era stata una sofferenza e non per la noia. Era stato per ore in apprensione, col cuore in gola e la paura che qualcuno si facesse realmente del male.
Era stato immobile su una panchina, gli occhi incollati a vederli provare passi complicati ad altissima velocità ed evoluzioni impressionanti che quasi sempre prevedevano Asia in una situazione di pericolo.
Prima a testa in giù, poi sollevata sopra le loro teste con un solo braccio, in precario equilibrio in piedi sulle loro mani tese verso il cielo, da quell'ultima evoluzione ebbe quasi l'impressione di avere un infarto quando lei piegò le gambe e scese con un salto mortale avanti atterrando con eleganza sulle otto ruote e proseguendo il programma come se avesse appena fatto un saltello a due piedi.

Era già pronto a chiamare il 118 quando la vide scivolare a faccia avanti ed anche quando uno di loro cadde sbattendo violentemente il sedere, lo pensò già su una sedia a rotelle.

Certamente il pattinaggio artistico non faceva per lui, era un'esperienza che non avrebbe più voluto ripetere in vita sua e si chiedeva come avrebbe fatto ad assistere ad una gara dagli spalti.

Un'altra cosa che odiava di quello sport erano le mani di quei ragazzi su Asia, era essenziale che ci fossero perché in caso contrario avrebbe dovuto andare a trovarla in ospedale, ma vedeva malizia anche dove non c'era.
Ora che aveva conosciuto il sapore di quella pelle, sfiorato con dita tremanti il simbolo del suo dolore, baciato ogni centimetro del suo corpo, non concepiva che qualcun altro potesse toccarla. Avrebbe voluto vedere solo le sue mani su di lei, aveva paura che altre mani l'avrebbero fatta soffrire e non voleva perché la vita aveva già giocato abbastanza con lei.

Era consapevole che loro erano con lei in quei momenti di sofferenza ma ora, egoisticamente, voleva essere il solo.

*
Le preoccupazioni di Ermal però non erano del tutto infondate anche se loro quattro ci avevano provato a farglielo capire, la ragazza continuava a lamentare un dolore tra spalla e pettorale a sinistra.
O meglio continuava ad ignorare il dolore che provava ma Ermal si era accorto che teneva il braccio piuttosto fermo e che spesso aveva un'espressione di dolore in volto. Dopo l'ennesimo tentativo di farla ragionare Drew si mise in mezzo alla coppia decidendo di darle un'occhiata.

-Scusate ma non è meglio se andiamo al pronto soccorso? Magari la vede un qualcuno di esperto e...

- Ermal! Piantala! Drew è un fisioterapista sa ciò che fa!

Aveva un tono infastidito esattamente il tono che voleva dare, non voleva che Ermal diventasse apprensivo nei suoi confronti altrimenti non sarebbe mai riuscita a sopravvivere alla preparazione intensiva che precedeva le gare importanti e già si era resa conto che lui aveva paura dei pattini.
In ogni caso il caro Drew aveva già preso la sua valigetta e stava aspettando con pazienza che si mettesse in posizione.

Prese una sedia e ci si sedette utilizzandola al contrario in modo da appoggiarsi coi gomiti allo schienale, iniziò a spogliarsi con nonchalance, la maglia e quando fu sul punto di sganciare il reggiseno Ermal suggerì magari che si mettessero a sistemarla in un luogo più calmo ma venne brutalmente zittito da Came anche se Asia gliene fu grata:

-Ermal tranquillo tanto qua dentro, l'unico che probabilmente non ha ancora visto le tette di Asia sei tu! Noi ci siamo abituati!

- Came! Non sei aggiornato! Anche lui è a posto ahahhaha

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