Capitolo 16

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25 aprile 2019

Il traffico in autostrada quel giorno era impressionante, Asia stava tornando a Milano o meglio ci provava vista la colonna immensa di auto. Era immobile in mezzo a mille macchine, la musica a volume piuttosto alto e l'umore non particolarmente allegro.
Era sempre un po' triste quando  lasciava Verona anche se sapeva che nei successivi 12 mesi ci sarebbe tornata spesso, fin troppo.

Aveva deciso di rimettersi in gioco ed accettare la proposta di rincorrere il sogno della sua giovinezza, un sogno chiamato Olimpiade. Un messaggio inviato su un gruppo whatsapp, semplice, una sola parola: "Proviamoci" e si era scatenata la gioia di tutti.

Ermal era stato essenziale in quella decisione, nemmeno lei sapeva come mai ma l'unica persona a cui aveva pensato in quel momento di indecisione era stato lui.

Forse perché lui in termini di sogni immensi ne sapeva qualcosa visto che aveva realizzato il sogno di una vita. Forse perché, anche se non lo ammetteva nemmeno a sé stessa, lui significava qualcosa nella sua vita, forse non solo amicizia.

Ermal era fuori con gli amici di sempre quel giorno di festa, chiacchierava allegro e sereno. Si stava divertendo da morire con loro che conoscevano anche il peggio di lui ma quando vedeva Dino posare il braccio intorno alle spalle della moglie, s'immaginava di poter fare quei gesti con la stessa naturalezza insieme ad Asia. E ricordava i momenti in cui lo faceva con Silvia, quella donna di cui conosceva molto bene le sfumature, il suo corpo e la sua mente.

L'aveva sentita poco dopo quella telefonata il giorno del suo compleanno ed ora aveva voglia di vederla. Non sapeva come fare, come iniziare il discorso, se chiamarla o scriverle. Aveva bisogno di una scusa piuttosto plausibile per chiamarla e magari invitarla ad uscire un'altra volta.

Nel tentativo di prendere una decisione si perse nei suoi pensieri al punto da non accorgersi di Marco che provava ad attirare la sua attenzione.

M- Ermal! Terra chiama Ermal!

R- Lascia perdere! È sul pianeta della friend zone!

E- Eh? Dimmi

Risero tutti per la battuta di Roberto e per l'espressione di Ermal che in quel momento davvero non capiva cosa stesse succedendo.
Ed in quell'istante di spaesamento verso il mondo in cui ogni cosa aveva perso di significato, l'erba fresca ed il sole sulla pelle, i fiori sbocciati intorno a loro, la primavera che stava presentando un mondo nuovo.
L'avrebbe chiamata per chiederle se era riuscita a prendere una decisione dopo la chiamata!!

Si allontanò dal gruppo quel tanto necessario per non essere ascoltato o deriso, un minimo di privacy per quella chiamata che in quel momento lo faceva sentire così agitato. Il telefono prese a suonare e solo dopo molti squilli sentì la voce della ragazza:

- Hey Ermal!
- Ciao! Come stai?
- Più o meno dai, c'è un traffico pazzesco! Spero di riuscire ad arrivare a casa prima o poi! Tu?
- Bene direi. Ti chiamavo per sapere se alla fine sei riuscita a prendere una decisione, non mi hai più fatto sapere niente.
- Si. Ho deciso che ci provo. Insomma ci proviamo!
- Grande!
- E il tuo concerto?
- Uno spettacolo assoluto ma se ti va stasera possiamo uscire a bere una birra e ti racconto nei dettagli!

- Direi che si può fare! Sempre se ci arrivo a Milano!!
Chiuse la chiamata e tornò dai suoi amici con un bel sorriso stampato in volto, sperava che il tempo scorresse via veloce ora che aveva quella meravigliosa prospettiva dinanzi a sé. Quel bel volto disteso non passò inosservato allo sguardo esperto degli amici di sempre.

**

Intorno alle 21 suonò il campanello ed attese fuori dal palazzo. Se ne stava appoggiato alla macchina, un braccio incrociato davanti e con l'altro non smetteva di torturare una delle collane che portava al collo, lo sguardo fermo all'angolo della strada, laggiù una bambina danzava su una musica immaginaria stando due o tre passi avanti rispetto ai genitori, capelli scuri e vestitino rosa. Distolse lo sguardo solo quando sentì il cancello sbattere e vide Asia.

Capelli raccolti in una mezza coda, sorriso splendido come sempre e praticamente senza trucco, non aveva coperto nemmeno le occhiaie. La sua attenzione non si focalizzò nemmeno sugli abiti che indossava, quel suo sorriso bastava a catturare il suo sguardo, le labbra distese ed i denti scoperti bianchissimi. Quel sorriso che sapeva di gioia, di un nuovo inizio.

Lei lasciò un piccolo bacio sulla guancia di Ermal prima di entrare in auto. Erano in silenzio, lei aspettava che lui parlasse ma sembrava non averne intenzione, teneva un sorriso sul viso e gli occhi sulla strada diretto da qualche parte

- Che hai stasera? Sembri pensieroso
- Nulla, ho visto il tuo sorriso e dice già tutto, non c'è altro da aggiungere al tuo sorriso
- Che scemo che sei!
- Non maltrattarmi! Guarda che poi mi offendo eh!
- Ahahah! Dai guida che poi sono curiosa di sapere di sto super concerto!

Entrarono in un piccolo bar nelle vicinanze del centro, era semi deserto in quella serata, le luci soffuse e le pareti in legno, davano un'aria romantica al locale anche se assomigliava ad un pub irlandese di quelli in cui ci si ubriaca bevendo fiumi di birra.

Andarono a sedersi ad un tavolino appartato, la musica era appena percepibile, l'atmosfera adatta per parlare, per stare vicini e scambiarsi effusioni come faceva una coppietta dal lato opposto della sala.

Ermal per la prima volta parlò ad Asia del suo lavoro, della gioia che aveva provato sul palco, sentire tutte quelle persone che sapevano a memoria parole scritte da lui. La consapevolezza di essere riuscito ad arrivare così lontano. Aver portato la musica dal suo appartamento alla radio, aver cantato davanti a 10000 persone, aver duettato con Venditti. Parlava con la luce negli occhi di chi ama quello che fa, la luce di chi è grato alla vita per ogni regalo ricevuto

- Questa vita certe volte credo di non meritarla sai?
- Come mai pensi questo?
- Troppa fortuna. Sai quando sono arrivato in Italia non era un bel periodo e molte navi affondavano o venivano affondate ed io invece qua ci sono arrivato. Poi la musica, il privilegio di poter fare il lavoro che amo, riuscire a vivere della mia passione era una cosa a cui credevo fortemente ma ogni anno che passava pensavo che forse non ci sarei mai riuscito. E quando la mia stessa vita stava per scivolare via da tutto sei arrivata tu, hai salvato ogni cosa.

- Io penso che tu ti sia meritato ogni cosa. Soprattutto nella musica, hai lavorato e poi qualcuno ha capito che qualcosa da dire lo avevi per davvero ...

Asia allungò la sua mano per prendere quella del cantante che in quel momento si era esposto molto più di quello che avrebbe fatto in altre occasioni e con altre persone, aveva abbassato lo sguardo ma lo rialzò al contatto con le mani fredde della sua amica.

Prese ad accarezzare piano quelle mani grandi, le dita affusolate e ben proporzionate, la pelle liscia, indugiò un attimo su uno degli anelli ed infine, quando si rese conto che il velo di tristezza era scomparso dagli occhi di Ermal tolse la mano o meglio, ci provò perché lui la prese tra le sue ed una sensazione di calore si fece strada in lei.

In quel preciso istante, con le mani in contatto, gli occhi imprigionati in un gioco di sguardi pericoloso Asia iniziò a sentire un brivido strano lungo la schiena, una sensazione che non provava da tanto tantissimo tempo e che temeva. Sapeva esattamente cos'era, cosa si era creato e cosa provava ma non voleva abbandonarsi alle debolezze umane.

Ermal in quel gioco di sguardi pericolosissimo lesse tante cose, forse troppe, alcune non voleva leggerle tipo la paura ed i dubbi. Scappò subito concentrandosi su ciò che stava accadendo al suo corpo. Il cuore che batteva forte, molto più del dovuto, lo stomaco in subbuglio e forse iniziava a capire cosa voleva dire "sentire le farfalle nello stomaco". Ma si preoccupò più della sua mente che indugiava sulle labbra, la voglia di azzerare quella distanza maledetta, la voglia di stringerla a sé e dirle che ogni dubbio lo avrebbero risolto insieme. La voglia di sentire quanto fossero morbide quelle labbra, accarezzarle il viso e passare la mano sui suoi capelli.

Avrebbe voluto con tutte le sue forze iniziare a scoprire ogni centimetro del suo corpo, ogni minima variazione d'umore dal solo sguardo, imparare a memoria le sue abitudini.

Era certo, voleva di più, aveva bisogno di molto di più da parte sua e sperava che lei fosse disposta a provarci, provarci insieme a lui a ricominciare.

Nulla da aggiungere cuccioli

Kiss kiss ❤️

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