Capitolo 49

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Asia nonostante fosse la mattina di Natale, come al suo solito si era svegliata molto presto ed era corsa in cucina a fare colazione insieme alla madre.
Erano sedute l'una di fronte all'altra a raccontarsi gossip e novità riguardanti il piccolo borgo, sorseggiavano il loro caffè accompagnato da una generosa fetta di pandoro spolverato da candido zucchero a velo, dolce tipico della loro città e che non mancava mai sulla tavola da fine ottobre a metà gennaio, erano entrambe golose di quel dolce tanto semplice ma dal sapore delle feste.

Fuori dalla finestra il cielo era plumbeo e pareva che tante piccole e fastidiose goccioline fossero pronte ad abbandonarlo per correre a bagnare il terreno, per scivolare giocose tra le poche foglie rimaste sui rami, il paesaggio manteneva però un che di tetro, la tipica noia e pigrizia che prende in quelle giornate d'inverno.

Dopo quella piacevole chiacchierata la bionda si preparò per uscire, aveva alcune cose da fare prima del pranzo, un momento solo per lei, gli auguri all'amica di sempre e forse a qualche conoscente incontrato lungo la via.

***
Una rosa rossa posata sulla tomba la mattina di Natale ed Asia seduta a gambe incrociate sul marmo bianco della lapide di Tommaso a lasciare una preghiera.
- Tommy, questo è l'ennesimo Natale in cui manchi, ennesimo...
il terzo in realtà... ma a me sembrano tantissimi, non sei al mio fianco e la cosa come sempre mi turba...
ho l'amaro in bocca per tutto ciò che stavamo facendo e che poi è stato disintegrato, ci penso più che mai in questi giorni dell'anno, ci piacevano così tanto le feste.
Ti ricordi quando sognavamo la nostra famiglia?
Quando abbiamo costruito il nostro primo albero di Natale nella nostra casa, eravamo così impazienti che lo abbiamo montato a metà novembre, ancor prima che io compissi gli anni! Aveva talmente tante cose sopra che ancora mi chiedo come facesse a stare in piedi!
Era buffissimo e noi lo adoravano, parlava di noi.
Oggi lo hai visto che c'è Ermal con me, non fisicamente certo però è vicino al mio cuore in ogni istante, so che tu ci vegli dall'alto e proteggi questo amore come avresti protetto il nostro, ma io inizio a pensare che non possa essere l'uomo adatto a me.
Te lo ricordi quando avevo bisogno di te, della tua presenza per affrontare i momenti no e le arrabbiature, le tristezze e ogni cosa che la vita può riservare e tu c'eri sempre per un abbraccio?
Mi accoglievi in ogni istante...
Con lui non è così, non perché è cattivo o disinteressato, ma proprio perché abbiamo vite troppo lontane per combaciare e io non so quanto posso resistere, quanto dolore posso sopportare prima di distruggermi completamente...
Tommy cosa devo fare? Cosa avrei fatto con te?
...

Sfogò i suoi dubbi con l'unica persona che se fosse stata in vita le sarebbe stata accanto.
Tommy.
Lui rappresentava ancora un punto di riferimento, un'ancora a cui aggrapparsi, avrebbe voluto un consiglio suo, lui che la conosceva quasi meglio di sua madre.
Quanto fa schifo la vita, la morte e le terrene ingiustizie!

Una lacrima solitaria scivolava sulla guancia di Asia, con dita tremanti prese nuovamente in mano quella rosa e lasciò tra i petali un bacio prima di posarla nuovamente al cospetto di Tommy, posò anche un bacio tra indice e medio e poi li portò a sfiorare la foto che lo ritraeva sorridente e abbronzato nel loro ultimo viaggio in Polinesia.
Aveva passato più tempo del dovuto seduta al freddo di quel cimitero a parlare con lui ed era in ritardo per mille altre cose, ma non era un problema, si era liberata di un peso grossissimo che si portava avanti da tempo.

Mentre camminava a passo svelto verso casa, parlò con Ermal al telefono, scambiarono gli auguri e parlarono del più e del meno, ma soprattutto dell'organizzazione riguardo l'arrivo della bionda a Bari. Ermal aveva proprio voglia di stare insieme alcuni giorni ed anche se lei si diceva impaziente sentiva nella voce una strana incrinatura, una paura celata, un desiderio nascosto.
Non aveva idea se quella sfumatura fosse positiva o negativa, né se lo riguardasse.
C'era e basta.

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