Capitolo 33

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In famiglia si erano posti tutti duemila e più problemi, avevano fatto congetture di ogni tipo per cercare il modo giusto di dare quella notizia traumatica alla lupa che girava per la corte, nessuno di loro aveva fatto i conti però con la scarsa pazienza di Asia e con i loro proverbiali e costanti diverbi.

La notizia era caduta addosso peggio del secchio d'acqua ghiacciato che aveva ricevuto come sveglia, peggio del bagno in piscina senza volerlo. 

Era ovviamente scappata in imbarazzo, lasciando Ermal con il braccio teso verso di lei, senza considerarlo. E la grande per farsi perdonare dello shock causato fu costretta a seguirla.

 Appena infilò il piede nella camera tappezzata di poster di Ermal, la Clarissa prese ad insultarla e in parte aveva ragione, l'accusò di essere una bugiarda e l'appellò con epiteti poco simpatici e molto volgari ma bastò poco alle due per fare pace, si abbracciarono un attimo dopo essersi insultate pesantemente.
E la più grande iniziò a dare alcune informazioni importanti, per giustificare la presenza di Ermal in quella casa ed al suo fianco

-Ci siamo conosciuti qualche mese fa tramite alcuni amici in comune e poi siamo usciti insieme qualche volta, diciamo che la cosa è piuttosto seria da fine aprile, inizio di maggio.

- E tu brutta maledetta non hai detto niente a nessuno!?!?

- I primi mesi a nessuno. Poi ho iniziato a raccontare a qualcuno, ad oggi sapevano tutti tranne te, ieri sera io ed Elena abbiamo visto il concerto nel backstage.

- Ti odio. Potevi invitare pure me!

- Dai scema! Vieni giù! E porta una maglia che magari ripara al danno che ho fatto io. Ah sappi che alloggia qua un paio di giorni, quindi cerca di comportarti come una persona normale e non fare la psicopatica

- L'unica psicopatica qua sei tu! Lo sai vero?  Ora devo assolutamente dir-

- Non lo devi dire a nessuno!!! Se solo te ghe proi a dirghe a qualcheduni anca solo A te ciapo a sciafe a do a do fin che no le diventa dispari e fo come Stevanin! (se sono provi a dire qualcosa a qualcuno ti prendo a sberle a due a due fino a che diventano dispari e poi faccio come faceva Stevanin (è un omicida seriale della zona di Verona che uccideva le prostitute e le sotterrava nel giardino di casa))

- Nulla nulla? Ma non puoi vietarmelo!!!!

- Zero! E posso, credo che alla zia interesserebbe sapere che alla festa di fine anno non hai dormito dalla Erika.

-Non oseresti!

- Vuoi correre il rischio? Deso nemo che la gradelada la sarà bela che pronta! Su! (adesso andiamo che la grigliata sarà pronta).

Tornarono in giardino e aveva ragione, gli uomini si stavano organizzando per portare la carne sul tavolo sotto al gazebo che era apparecchiato in modo molto semplice.
Ermal stava aiutandoli e sembrava tranquillo e sereno, non sembrava assolutamente a disagio, tutta la sua famiglia si stava impegnando a parlare in italiano quanto più possibile in modo da tenerlo coinvolto in tutti i discorsi e non farlo sentire un estraneo.

Era serena Asia, dopo tanto stava bene, era lì e non sentiva la mancanza di un pezzo o meglio. Sentiva la mancanza di Tommy ma non più come un vuoto al suo fianco, era difficile da spiegare, ma sentiva di essere nel posto giusto, sentiva di aver placato quelle mancanze. E non le importava come, andava bene così.

Ermal aveva sempre sentito dire che al nord le persone sono fredde, distanti e poco calorose, poteva essere vero nelle grandi città forse, ma lì in quel posto, in quella casa gli sembrava quasi di essere seduto alla tavola di casa. Facevano rumore, brindavano alla vita e ad ogni cosa, all'estate e alle nuove relazioni, lo stavano facendo sentire parte di quella gioia condivisa e pensò che forse nei piccoli paesini non era come a Milano che rappresentava in pieno quello stereotipo e che pesava su di lui come un macigno certi giorni. Tra l'altro iniziava a sentirsi sempre più leggero, aveva sentito dire che in Veneto la gente beve molto ma pensava fosse il solito stereotipo all'italiana e non una realtà. Ogni volta che i bicchieri si svuotavano qualcuno li riempiva, così per evitare una sbronza colossale già all'ora di pranzo smise di bere. Lascio che il bicchiere restasse pieno.

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