Capitolo 8

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15, 16, 17 marzo 2019

Erano passati una decina di giorni da quella serata, giorni difficili, Ermal aveva provato a contattare Asia, scriverle messaggi ai quali lei aveva risposto a monosillabi, molti li aveva ignorati e non aveva risposto a nessuna delle chiamate del ragazzo. Inventava scuse e fuggiva da lui.

Ora si sentiva perso, ora che non aveva la prospettiva di parlare con lei, la stava perdendo senza nemmeno sapere perché o cosa fosse scattato nella sua testa dura. E l'unico modo che aveva per sentirla vicina era passare del tempo sui social, leggere le recensioni di quei libri ed immaginare che fosse la sua voce a dettare ogni parola. Sentiva la sua mancanza senza essere in grado di spiegarsi il motivo.

Anche lei soffriva per quella mancanza, soffriva a tenerlo distante ma era certa che quello fosse l'unico modo per soffrire meno. Sarebbe stata male nell'immediato ma poi ogni cosa sarebbe passata ed avrebbe potuto tornare alla vita di sempre. Quel fine settimana lo avrebbe passato a casa sua, doveva assolutamente andare a trovare una persona a lei cara e poi passare delle ore con gli amici di sempre. Quelli che di lei conoscevano ogni sfumatura del suo carattere, ogni emozione dentro i suoi occhi. Quelli con cui aveva condiviso la vita a Verona.

Ermal stanco ed annoiato, incapace di suonare e senza ispirazione si trovò a passare il sabato solo, abbandonato sul divano di casa senza prospettiva migliore se non la tv spazzatura.
Non aveva voglia di leggere, né ascoltare musica né tantomeno di vedere persone.

Come a volersi ferire ulteriormente aprì il profilo face book della ragazza, quando apparve la notifica sullo schermo di una diretta che stava facendo.

Sullo schermo apparve il viso di Asia, arrossato e sudato, capelli raccolti come sempre in modo disordinato, il suo corpo allenato era avvolto in un top sportivo e dei pantaloni neri, aderenti abbastanza da mettere in mostra un sedere sodo. Ai piedi dei pattini a rotelle. Al suo fianco tre ragazzi dal corpo scolpito.
Iniziarono a volteggiare ognuno per gli affari suoi fino a quando la voce di chi filmava li sfidò a fare qualcosa. Fu Asia a rispondere:
"Cugy! Ricorda che con me le scommesse le perdi sempre!" detto questo vi furono risate di sfondo e lei prese a pattinare prendendo per mano uno dei ragazzi.

Ermal sentì crescere in sé un moto di gelosia nel vedere come quel ragazzo mise le mani sui fianchi di Asia e successivamente la sollevò fino a sopra alla testa quasi senza sforzo. Si sentì anche incredibilmente inadatto visto che lui non sarebbe mai riuscito ad avere quei muscoli.

Restò collegato fino a quando ridendo salutarono tutti quelli che si erano fermati a guardare. A vederla così sembrava tutto tranne che timida, esposta così su un social, con pochi vestiti addosso ad esibirsi. Provò anche a chiamarla per sapere qualcosa di più ma per l'ennesima volta chiuse la chiamata.

Non ne poteva più di essere trattato così senza nemmeno sapere perché. Pretendeva una spiegazione e l'avrebbe avuta, che lei volesse o meno avrebbe dovuto dargli delle buone motivazioni per allontanarsi così dalla sua vita.

Il weekend a casa si era concluso, stava male ogni volta che salutava la sua città, i suoi affetti ma era l'unico modo per poter continuare a vivere in modo più o meno sereno. Nelle vie ogni cosa le ricordava il passato, ogni profumo ed ogni luogo. Passare davanti alla sua vecchia casa, quella che con tanto amore aveva condiviso con Tommaso.

Arrivò a Milano nel tardo pomeriggio e si abbandonò ad una lunga doccia ristoratrice prima di ordinare una pizza e prendere tra le mani il suo libro. Diede un occhio al telefono e sorrise malinconica nel vedere i messaggi di Ermal, aveva voglia di scrivergli ma non poteva. Di li a poco lui si sarebbe dimenticato di lei e avrebbe ripreso la sua vita, sparire era l'unico modo.

Dopo cena si depositò immediatamente a letto, sotto le coperte calde a leggere ma poco dopo essersi accomodata il campanello si mise a suonare. Non aveva voglia di alzarsi, ma doveva capire chi avesse così urgenza di parlare con lei a quell'ora della sera.

Ermal era li. Capelli scomposti di chi non aveva nemmeno provato a domarli e mani incastrate nelle tasche dei jeans, giacca di pelle aperta ed un viso serio.

- 'sera, dobbiamo parlare

- Di cosa esattamente?

- Del perché mi ignori, non rispondi alle mie chiamate, eviti i miei messaggi o quelle rare volte che rispondi ti limiti a dei monosillabi sconclusionati! Vorrei una spiegazione

- Non c'è spiegazione, semplicemente sono stata impegnata e non ho avuto tempo

- Scuse! Ti ho vista ieri sulla diretta. Non sembravi una che non ha nemmeno tempo di rispondere ad un messaggio!

- Non credo di doverti dare delle spiegazioni, ci conosciamo appena!!

I toni di voce iniziarono a farsi più alti e per evitare di dare spettacolo e svegliare l'intero palazzo Asia tirò Ermal dentro casa con poca grazia e chiuse la porta con una certa violenza.

- Certo, giusto! Ci conosciamo poco quindi puoi fare il cazzo che ti pare! Prima passiamo delle serate bellissime insieme. Stiamo bene e non negare, sei stata bene pure tu! E poi mi sbatti in faccia una frase enigmatica e sparisci.

-Stai delirando! Ti sei creato un'idea sbagliata!

- No. Sai qual è il problema? Che io l'ho capito cosa vuol dire quella frase cazzo!

- Se lo sai perché sei qua?

- Tu hai paura delle emozioni che puoi provare! Sei così brava a parlare dell'amore, leggere e perderti nelle storie che hanno fatto la storia e poi nella pratica eviti ogni emozione! Tu temi l'amore o ciò che potrebbe essere!

- Ermal, tu non puoi capire certe cose! Smettila!

- Non posso capirle? Ho avuto anche io una storia di 9 anni! So cosa vuol dire vederla finire, smettere di amarsi e allontanarsi. Lo so come lo sai tu!

- Non ho smesso di amare Tommy e lui non ha mai smesso di amare me. Noi due non abbiamo smesso di amarci mai.

- Però vi siete mollati! Evidentemente non era amore se non è durato

- Ermal basta cazzo! Basta!

- Ti da fastidio che ti venga detto che il tuo amore non tornerà? Che non era abbastanza forte per durare? Cosa?!?!!?

- TOMMY È MORTO CAZZO! È morto, sei contento adesso?

Le urla si interruppero immediatamente per lasciare spazio ad un silenzio potente, il dolore lacerante di Asia ed il senso di colpa ad avvolgere l'anima di Ermal. Lei si accasciò a terra appoggiata al muro e le lacrime iniziarono a scivolare sul suo viso. Erano tre anni che l'aveva perso, erano stati tre anni quel venerdì, per quello era stata a Verona, era andata a trovarlo al cimitero, a depositare una rosa rossa come faceva ogni volta che lo andava a trovare. Lacrime incessanti sgorgavano ravvicinate l'una all'altra ed Ermal non sapeva cosa fare.

Sapeva che era colpa sua se ora piangeva disperata, aveva esagerato preso dalla rabbia e da quelle emozioni difficili da controllare. Provò ad abbassarsi e ad abbracciarla ricevendo prima uno spintone ed un attimo dopo lei si alzò asciugando le lacrime con la manica del pigiama

- Vai fuori da questa casa.

La sua voce era inespressiva ma le parole cariche di rabbia, odio e disprezzo. Era stata costretta a dire la verità che tanto odiava ed evitava. Ermal le aveva causato un dolore lancinante aprendo ferite profonde che non si erano ancora rimarginate, ferite che, purtroppo, sanguinavano ancora spesso.

- Asia, io non volevo. Scusa.

- VATTENE! ESCI!

Spinse il ragazzo fuori dalla porta con forza e lui non riuscì ad opporsi ed anche se avesse voluto non ci sarebbe riuscito probabilmente, la forza di Asia non era facilmente contrastabile, era molto più muscolosa di lui seppur più piccola.

Vi prego non odiatemi per questo capitolo!

Ora si inizia finalmente a conoscere il passato di Asia, un pezzo della sua sofferenza e ovviamente si possono comprendere certi silenzi e certe frasi.

Kiss kiss

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