CAPITOLO 18: VIAGGIO VERSO NAPOLI

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Il primo a svegliarsi, con il desiderio di partire, fu proprio Bryan: nonostante avesse 16 anni, lui era molto legato alla famiglia e la cosa che più desiderava era partire verso quella meta che suo padre aveva descritto in una maniera straordinaria. Per tutta la famiglia si sarebbe trattato del primo viaggio all'estero, dato che per il lavoro di James non erano mai potuti andare tanto lontano. James era alquanto preoccupato per questo lavoro che gli era stato affidato: per prima cosa, gli sembrava strano che un caso riguardante Napoli, fosse arrivato sulla sua scrivania, in Oregon; poi il fatto che se fosse riuscito a portare a termine il caso avrebbe ottenuto una così importante promozione, non sembrava essere normale. Lui aveva osservato con attenzione quelle immagini e temeva che il segno lasciato dai responsabili di ciò che era avvenuto, potesse riguardare il mondo del sovrannaturale e forse qualcuno poteva saperlo. Gli venne in mente il caso che si era verificato qualche anno prima: un'esplosione enorme, per fortuna più in periferia, che portò alla morte di ben 20 persone, senza contare i feriti. In quel caso le indagini non conclusero nulla, ma furono ritrovati sulla scena quegli stessi segni. Il suo capo non si era arreso, perché in quell'incidente morì anche sua figlia, mentre sua moglie ne uscì ferita. James aveva aiutato già in passato il suo capo e forse era per questo che ora lui si fidava di James. Era completamente immerso in questi pensieri, quando la piccola Allison, svegliata dai rumori, balzò sul letto dei suoi genitori, ridestando suo padre da quel rapimento. Allison era una dolce bambina bionda, con gli occhi appena verdognoli, che aveva appena raggiunto l'età di 10 anni. Sua madre si alzò di sobbalzo e si mosse verso la cucina per assicurarsi di aver preparato veramente tutto per quel viaggio che sicuramente sarebbe stato molto impegnativo; Bryan aveva già preparato tutto ciò che aveva, ma ritornò nella sua stanza per assicurarsi di non aver dimenticato nulla; Allison restò ad osservare lo sguardo perso nel vuoto di James, che pensava a ciò che stava per fare: aveva promesso che quelle vacanze fossero da dedicare alla famiglia e che il lavoro non le avrebbe rovinate. Allison si accorse che era preoccupato, quasi dispiaciuto: lei aveva una particolare empatia, specialmente nei confronti della sua stessa famiglia. -Papi, ti preoccupa qualcosa?- gli domandò infine, sperando che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi seriamente. -No, tesoro. Solo che questa è la prima volta che tu, Bryan e la mamma prendete l'aereo e spero che sia un'esperienza emozionante-. Allison si rasserenò un po' e gli disse -Beh, a dire il vero io ho un po' paura di volare. Però, se al mio fianco ci sei tu, so che non devo averne. Tu hai già preso l'aereo, vero? Cosa si prova?-. James si dimenticò completamente le sue preoccupazioni e cercò di concentrarsi nel ricordare ogni dettaglio della sua prima esperienza di volo. -Allora, la cosa che sicuramente richiede più tempo è salire a bordo dell'aereo: all'aeroporto si devono assicurare che tutto sia in regola e si preoccupano per la sicurezza dei passeggeri. Poi si sale e si cercano i posti assegnati. Io quando ho fatto il viaggio, avevo scelto un posto in economica, per cui non è stato proprio il massimo, ma questa volta, andremo in prima classe e vedrai che arriveremo, senza che neanche te ne accorga. Dopo che tutti sono predisposti nel giusto modo e con tutte le misure di sicurezza, si inizia a sentire un leggero distacco dal suolo e poi ci si ristabilizza. Non puoi ancora immaginare la bellezza di ritrovarsi tra le nuvole, quasi come fossi un uccellino, che si libra nell'aria. Sono sicuro che sarà entusiasmante, vedrai-. Allison ascoltava attentamente ogni parola di suo padre e la sua paura si attenuò, sebbene non scomparve del tutto. -Ehi, voi due sbrigatevi!- urlò improvvisamente dalla cucina Livia -altrimenti perderemo l'aereo-. Solo in quel momento James si era reso conto che avevano veramente poco tempo, prima che partisse l'aereo. Si vestirono rapidamente e si fecero accompagnare da un taxi fino alla loro meta. Allison era estasiata dalla grandezza dell'aereo e vide che uno stava appena partendo: dovette coprire con le sue mani le orecchie, tanto che era forte quel rumore. -Bene, seguitemi- disse poi una delle assistenti di volo, che li accompagnò al posto disignato, un posto di prima classe. -Buona permanenza e grazie per aver scelto di viaggiare con la nostra compagnia: io sono il capitano ed auguro a tutti un piacevole viaggio- si sentì improvvisamente e poi, prese tutte le giuste misure di sicurezza, iniziò il volo. Per un momento Allison ebbe paura, ma stringendo la mano di James, si rassicurò e per il resto del viaggio, si impegnò solo nel godersi ogni singolo istante. Non appena atterrarono all'aeroporto internazionale di Napoli, Bryan si mostrò realmente entusiasta di essere finalmente giunto e così Allison. Un taxi li accompagnò nel cuore di Napoli, in un albergo di lusso, che entusiasmò non poco la famiglia. Ovviamente fu una sorpresa anche per James, dato che tutto ciò era stato prenotato dal suo capo e lui non conosceva alcun dettaglio. Tutta la famiglia iniziò a disfare le valigie e a mettersi comoda: quella stanza sembrava quasi un appartamento ed era divisa sostanzialmente in 3 parti: un ampio salone, una camera matrimoniale ed una camera con due letti divisi; entrambe le camere avevano un proprio bagno privato e c'era una piccola terrazzina, dalla quale era possibile vedere il mare. James sapeva, però, che tutto quello era stato organizzato affinché agli occhi della sua famiglia sembrasse un semplice viaggio vacanza e sapeva che non poteva deludere le alte aspettative del suo capo, così si mise subito a lavoro. -Papà, ho bisogno di parlarti: vediamoci domani sera a Napoli, a questo indirizzo....-. James sapeva quale dispiacere fosse per suo padre il fatto di non aver accettato di diventare un vampiro, o comunque di divenire immortale grazie al sangue di Malcom. Tuttavia avevano trovato un modo per restare in contatto: ogni settimana, inviava una lettera a suo padre, lasciandola in un posto in cui nessuno l'avrebbe scoperta e suo padre l'avrebbe letta. In qualche occasione, anche se raramente a causa del suo lavoro e a causa della sua famiglia, potevano vedersi. Quella lettera sarebbe stata letta quella sera stessa da suo padre, perché l'aveva lasciata in quel posto prima di partire, così il giorno dopo avrebbe soltanto dovuto incontrarlo: erano ormai 5 anni che non si vedevano e lui era cambiato molto nel frattempo. Chissà cosa ne avrebbe pensato suo padre; chissà come si sarebbe sentito lui nel vedere suo padre, sul quale il tempo non aveva portato alcun cambiamento. Preso da questi pensieri, si ritrovò improvvisamente ad osservare imperterrito il mare e dopo essersi ripreso, decise di accompagnare la sua famiglia a fare una camminata sul lungomare.

LICANTROPO IGNARO 2: LA RINASCITA DELL'OSCURITA'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora