CAPITOLO 28: AGGRESSIONI

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"Sono uscito con la tua macchina insieme ad Hope. Torneremo presto, non ti preoccupare. Cal". Questo era il biglietto che Nathalie aveva trovato davanti alla sua porta, non appena sveglia. Si precipitò nella stanza di suo figlio per accertarsi che avesse detto la verità e poi raggiunse il garage. Nancy e Malcom sentirono tutto quel rumore e si risvegliarono. -Caleb e Hope sono usciti- disse Nathalie, con una voce alquanto allarmata. Nancy si coprì la bocca per coprire il suo sbadiglio e Malcom rispose a Nathalie: -sicuramente saprà che fra una settimana ce ne andiamo e ha deciso di godere ancora un po' della compagnia di nostra figlia. Non ti preoccupare eccessivamente-. Nathalie cercava di non mostrare la sua avversione per il fatto che i due ragazzi fossero soli e rispose -Beh, forse è meglio così: almeno potrà avere degli ottimi ricordi di quest'estate, così come me-. Consumarono la loro colazione, ciascuno immerso nei propri pensieri e nelle proprie preoccupazioni. Malcom attivò il suo occhio per scoprire come stava Michael ed anche per avere delle informazioni sullo stato di salute di Kate ed Ava: entrambe sembravano ormai esauste, ma cercavano di dare sempre il massimo. Nancy contattò mentalmente Lynwood, ma non c'erano dei cambiamenti significativi relativi alla salute dei due guardiani. Nathalie era concentrata a pensare ad un modo per togliersi ogni dubbio relativamente alla sua amica. Le gemelline erano ancora emozionate per la festa a cui avevano partecipato e speravano di incontrare di nuovo i figli di James. Una volta terminata la colazione, Nancy chiese alla sua amica di poterle mostrare alcune cose della città, che potevano forse essere utili per il loro viaggio di ritorno. -Beh, credo sia giusto che ti goda anche tu la città- le rispose sorridendo. Iniziarono a fare un viaggio per i luoghi più vicini, anche se la speranza di Nathalie era di poter ritrovare suo figlio. Nessuno poteva immaginare che Caleb avesse deciso di portare Hope in quel magnifico giardino, che sembrava quasi incantato.

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-Sai, mi hai incuriosito quando mi hai accennato al fatto che questo luogo fosse un luogo magico, ricco di leggende e storie straordinarie. Non credo che potrei resistere ulteriormente senza che tu mi racconti- disse Hope, cercando di rompere quel silenzio che si era creato, dopo la risposta di Hope alla proposta di Caleb. -Ricordi quando mi hai chiesto se credessi all'esistenza di esseri sovrannaturali? Pare che in questo luogo ci siano varie presenze. Non sempre si palesano, ma quando ciò accade, nessuno sa dare una spiegazione plausibile-. Hope si mostrava sempre più incuriosita dalla sua storia e decise di farsi raccontare ciò che si sentiva in giro. -Sai, ora ti farò vedere un luogo speciale, così sarai tu a dirmi se c'è qualcosa di strano- le disse e la portò dinanzi ad una grotta particolare, fatta di tufo. Hope sentiva che ci fosse effettivamente qualcosa di strano, quasi come un richiamo, un richiamo che veniva da un altro piano, non umano. -Secondo alcuni racconti, questo era il luogo di raccoglimento della regina Maria Cristina di Savoia. Alcuni dicono di avvertire la loro presenza, altri dicono che sentono la sua voce. Incuriosito da questa legenda, ho deciso di venire anche io, in momenti di silenzio più totale. Credimi, non ho mai sentito o visto nulla di strano. Tu?-. Hope riusciva a sentire quella voce di cui parlava Caleb, ma decise di non rivelarlo, per evitare che avesse qualsiasi tipo di dubbio. -No, non sento nulla. Io credo che una persona, conoscendo la legenda, si impressioni e creda di sentire qualcosa, anche se non c'è nulla-. Caleb cercava di non pensare al rifiuto di Hope e si lacerava dentro per quella risposta. Hope sentiva nella sua mente la voce di una donna e credeva che forse c'era un fondo di verità in ciò che le persone dicevano di quel luogo. Quello, però, non era il momento per pensare a cose riguardanti il mondo sovrannaturale, ma solo per godere della compagnia del ragazzo che amava. -Beh, credo che sia il momento di andare: ci sono ancora molte cose da vedere e se dovessimo fare tardi, i nostri genitori si preoccuperanno. Caleb mostrava a Hope quanto c'era da vedere ed ebbero ancora il tempo di parlare in un magnifico spiazzo del giardino. -Caleb, io non vorrei che tu interpretassi male la mia risposta- disse Hope, cercando di chiarire la situazione, prima di ritornare a casa, dove sarebbero stati sotto l'attenzione di Nathalie e di tutti gli altri. -A me piaci, ma non è giusto. Tutto qui. Vedi, ci sono delle cose che tu non sai di me... cose che io... devo affrontare, prima di potermi concentrare in un impegno così grande-. Caleb non sapeva se credere o meno a quelle parole, ma guardando il volto di Hope, sembrava essere sincera. -Io vorrei solo sapere se c'è qualche possibilità. Solo questo ti chiedo-. Hope lo guardò attentamente e gli rispose -Credo che ci sia una chance per tutto. Io non vorrei però che ti facessi delle illusioni, ecco la ragione-. Caleb si sentì un po' meglio e le disse -Io ti aspetterò: anche se dovessi aspettare anni-. Hope gli volse un dolce sorriso e dopo essersi guardati negli occhi, si diressero verso l'automobile. -Guarda i piccioncini- disse un ragazzo, che bloccò Hope e Caleb, che camminavano abbracciati. -Non sono carini?- chiese poi ad un certo punto, dirigendo la domanda ad un altro ragazzo e ad una ragazza che si palesarono alle loro spalle. Uscirono dopo un attimo altri 3 ragazzi, tutti dall'aria robusta. -Noi non abbiamo nulla- disse Caleb, cercando di proteggere Hope. -Non credo che questo sia vero!- esclamò colui che sembrava essere il capo della band. -Queste chiavi a cosa servono? A mettere in moto un auto? Ad aprire un appartamento?- chiese poi, con un sorriso beffardo e provocando l'iralità anche degli altri ragazzi. Caleb gli porse le chiavi, con la speranza di poter evitare uno scontro, ma la ragazza che era alle spalle di Hope, notò la sua collana ed il suo bracciale, così le disse -Beh, anche questi non sono male-. Hope, istintivamente, fece un passo indietro, cercando di sottrarsi alle sue mani. -Ehi, ragazzina, la mia fidanzata li vuole. Considerati fortunata di poterle fare un regalo, così sarete liberi-. La ragazza si avvicinò ad Hope e le strappò via prima la collana e poi il bracciale. Il capo disse poi ridendo -Hai visto? Non era così difficile-. Hope guardava quei ragazzi e doveva sforzarsi per non utilizzare la magia, dato che ora non aveva il bracciale restringente. -Avete avuto quello che volevate. Ora, però, lasciateci andare- disse Caleb. -Sì, certo. Noi siamo dei gentiluomini e rispetteremo il nostro accordo-. Caleb non ebbe neanche il tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo: sentì una lama fredda entrargli nell'addome. Hope mandò un grido agghiacciante ed in un momento si ritrovò a tamponargli una ferita molto profonda, da cui usciva copiosamente sangue. -Siete liberi- disse il capo, sghignazzando. Hope lo osservò, dopodiché utilizzò i suoi poteri magici per dare una bella lezione a tutta la band. Alla fine, sapendo di non poter rischiare che questo episodio venisse a galla, decise di utilizzare i suoi poteri mentali, per far in modo che ricordassero le cose in un'altra maniera: un altro gruppo di ragazzi era intervenuto per difendere lei e Caleb e li avevano sopraffatti. Prese poi di nuovo la collana ed il bracciale che sua madre le aveva regalato ed aprì un portale per arrivare nuovamente a casa di Nathalie. Prima di attraversare quel portale, si assicurò che non ci fosse nessuno né dall'altra parte, né nei dintorni, che potesse vedere la sua scomparsa improvvisa. Ritrovò una ragazza che stava lì e che poteva essere una testimone pericolosa. Utilizzò così la sua collana e le fece dimenticare in un istante tutto quello che aveva visto. Forse per l'agitazione del momento, non aveva notato che quella ragazza aveva ripreso la scena col cellulare. Dopo che la ragazza fu lontana, prese Caleb fra le braccia e lo riportò a casa sua.

LICANTROPO IGNARO 2: LA RINASCITA DELL'OSCURITA'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora