CAPITOLO 48: MISTERIOSE PRESENZE

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Rubio aveva sempre desiderato scoprire come fosse la vita di quegli esseri sovrannaturali, di cui aveva tanto letto nei diari della sua antenata ed ora scopriva che le idee che si era fatte erano piuttosto lontane dalla realtà: lui si aspettava un mondo sempre immerso nella notte, dove non ci fosse giorno e dove l'aria fosse infestata da una nebbia perenne. Con sua grande sorpresa, scoprì che anche in questo mondo si alternavano le stagioni e la città sembrava fondata sul modello di quella umana, sebbene la sua presenza era colta con sospetto. -Qui vi sono alcune regole, come ti spiegavo- iniziava a dirgli Alexander, facendogli ricordare che fra le regole c'era quella di evitare i rapporti con gli umani, o meglio evitare che questi ultimi sapessero della loro natura. Il fatto che ora un umano era stato addirittura portato nel loro mondo, li turbava. -Ascoltate, so che vi sembra un essere umano normale, ma vi posso assicurare che ha qualche cosa di speciale- disse con voce molto alta, in modo da assicurarsi che tutti potessero ascoltare, ma nonostante questa sua affermazione, non tutti sembravano convinti di ciò ed Alexander aggiunse con voce più incalzante -E poi sono ordini diretti dell'assemblea dei guardiani!-. A quest'ultima esclamazione tutti furono presi da una sorta di timore, che li indusse a non importunarli più, sebbene li osservavano con sguardi guardinghi. Alexander lo accompagnò infine a casa di Kate, dove erano intanto soggiunti anche gli altri. Osrick iniziò a studiarlo attentamente, cercando di capire come mai fosse così speciale ed il motivo all'origine di ciò. Osrick si era rimesso a studiare quel libro, alla ricerca di nuovi indizi che potessero aiutarli a decifrare quei misteriosi avvenimenti: era la prima volta che si era ritrovato di fronte un essere umano così speciale, che sembrava riuscire a difendersi da tutti i poteri del sovrannaturale, sebbene sembrava soffrire di tutti i dolori che sono tipici per gli esseri umani. -Hope, tu potresti seguire la storia di questo libro, no?- chiese poi, non riuscendo a tradurre alcune scritte, forse dei codici non comprensibili per nessuno. -Potrei, ma ora non sono nel pieno delle forze...- disse Hope, che ancora cercava di riprendersi da quello sforzo immane per riuscire ad eliminare l'anfora. -Beh, si potrebbe aspettare un po' e magari si potrebbe tentare di cercare nel passato di questo libro....- suggeriva Osrick e Malcom sbottò -seguire le tracce che ci possono venire da un testo così antico, io credo che sia un lavoro difficile, molto complicato. E se invece aprissimo un portale su quel mondo?-. Cadde un profondo ed intenso silenzio e dopo qualche istante, Nancy chiese come fosse possibile. -Io ho scoperto che quel portale che posso aprire si sposta su due assi: lo spazio ed il tempo. Se riuscissi a collegare i ricordi col mio potere, potremmo andare alla ricerca senza problemi-. -Qualunque decisione prenderemo, dovremo comunque attendere il tempo necessario affinché vi riprendiate e poi bisogna considerare quale sia la scelta migliore. Se noi possiamo riuscire a rintracciare il nemico, forse anche lui potrebbe essere capace di fare lo stesso, o magari aspetta solo un nostro passo falso. La preoccupazioni non possono spingerci ad agire in maniera veloce, ma sbagliata- disse Osrick e tutti iniziarono a riflettere sulle sue parole. -Per il momento cerchiamo di concentrarci su ciò che abbiamo ottenuto ed elaboriamo la giusta strategia- disse Malcom e si diedero da fare per capire la prossima mossa da fare. Il sole stava quasi per giungere anche il loro mondo, così che anche Alexander fu costretto ad andare a riposare, mentre Rubio restava in compagnia di Malcom e degli altri. -Tu sembri essere immune a tutti i tipi di poteri. Nessuno ti ha detto nulla che potrebbe spiegare questo? Magari un appunto lasciato da un tuo genitore, o qualche altra persona?-. Rubio cercò di pensarci un momento, dopodiché sbottò:- No, l'unica cosa che ho ereditato erano appunto quei diari-. Non potendo leggergli la mente, Malcom si limitò a fissarlo, cercando di capire se stesse dicendo la verità, ma non aveva alcun modo di essere sicuro che fosse così. -Visto che ormai il sole ha iniziato ad innalzarsi nel cielo, credo che sia il momento di andare a riposare e questa sera ci riuniremo per decidere. Voi intanto riflettete su come volete affrontare questa situazione e poi ci confronteremo-. Tutti concordi andarono ognuno alle case proprie, desiderosi di godere del meritato riposo. Michael osservava attentamente Rubio e si faceva mille domande: in cosa lui era diverso? come mai si trovava lì? perché cercavano di tenerlo lontano da lui?. All'improvviso Michael si voltò verso suo padre e vide una bambina a cui nessuno sembrava mostrare attenzione. Stava per parlarne con suo padre, ma la bambina portò il proprio indice sulle labbra, fino a farlo sfiorare il naso e Michael comprese che non voleva rivelare la sua presenza. Naturalmente lui all'inizio restò sconvolto, ma poi decise di aspettare un momento più opportuno per parlargli di questo, anche perché non sapeva cosa avrebbe potuto dirgli. Ciascuno di loro andò a casa propria, mentre Hope decise di restare sveglia in compagnia di Rubio, per permettere agli altri di riposare. Michael, prima di andare via vide qualche cosa anche al fianco di Rubio, sebbene non capisse di cosa si trattasse...

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-Caleb dove eri?- chiese con una certa apprensione Nathalie, anche se intuisse la risposta. -Sono andato alla sua ricerca- rispose seccamente Caleb, mentre si organizzava per continuare le sue ricerche. -Io ti capisco...tu provi qualcosa per lei..- disse Nathalie, con una certa sorpresa di Caleb, che iniziava a guardarla negli occhi, cercando di capire se stesse dicendo la verità o se stesse cercando solo di far in modo che lui le rivelasse tutto. -Ho notato che manca l'anello che mia madre ha voluto lasciarti in dono per la tua proposta di fidanzamento e poi....beh, gli sguardi che vi siete scambiati, il vostro comportamento, il fatto che foste insieme quel terribile giorno ed il tuo continuo richiedere di lei all'ospedale...- diceva Nathalie, assumendo via via uno sguardo che spaziava dalla semplice comprensione ad una profonda pena per la sua situazione: sapeva che suo figlio non si sarebbe arreso tanto facilmente all'idea di lasciarla andare così. Caleb non osava porgere a sua madre alcuna domanda, limitandosi piuttosto ad assentire, piegando leggermente il capo in giù. Ci fu un momento di silenzio, durante il quale Caleb cercò il coraggio di porre alla madre una domanda che lo stava tormentando già da un po': -Mamma, quando era qui, sembravi alquanto contrariata da lei, anzi, sembrava proprio che fossi contraria alla sua famiglia, come se Nancy avesse fatto qualcosa per poterti offendere-. Nathalie si avvicinò a suo figlio ed iniziò ad elaborare il suo discorso:- Io e Nancy eravamo grandi amiche un tempo, o meglio quando eravamo piccole. Col passare degli anni ci siamo allontanate un po', ma tra noi c'era sempre quest'amicizia, sebbene il suo atteggiamento nei miei confronti era... potrei dire insolito. Poco prima che arrivasse qui, io ho ricevuto una lettera anonima di una persona che mi informava di alcune particolarità di Nancy: diceva che era una strega. In allegato alla lettera, c'era anche un piccolo video in cui lei scompariva improvvisamente o compiva degli atti impossibili. Io non volevo crederci, ma quando è avvenuto il tuo incidente, io ho iniziato a sospettare che sia vero-. Caleb abbassò lo sguardo, pensando a ciò che ora sua madre avrebbe pensato e Nathalie aggiunse -Io non lo dico per scoraggiare una possibile storia fra voi, ma non posso accettare che una persona del genere entri a far parte della nostra famiglia: non mi importa del pettegolezzo della gente, ma del fatto che lei dovrebbe nascondere continuamente la sua vera natura e se voi dovesse essere costretti a scappare... io non posso...non voglio perderti- e nel dire quest'ultima frase, gli occhi divennero lucidi, con una lacrima che risplendeva al loro interno, pronta a scivolare via. Caleb portò la sua mano delicatamente verso il viso di sua madre e raccolse sul suo indice quelle lacrime intrise di tristezza e dolore, nel ricordare la sorte di suo padre, che li aveva abbandonati quando erano ancora piccoli. -Sai che io ci sarò sempre per te!- esclamò Caleb, dopodiché Nathalie cercò di ricomporsi e gli disse -Sono certa che la ritroverai e quando quel giorno verrà, io sarò in prima fila per congratularmi con voi!-. Caleb assentì col capo, si alzò dal letto sul quale si era seduto e iniziò a chiedere maggiori dettagli a sua madre, tutto ciò che pensava potesse aiutarlo nelle ricerche. -So che questo non riguarda direttamente Hope o la sua famiglia, ma dato che ora le tue sorelline non ci sono, credo che sia giunto il momento di parlare di tuo padre e della sua scomparsa.... ciò che è realmente successo-.

LICANTROPO IGNARO 2: LA RINASCITA DELL'OSCURITA'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora