CAPITOLO 21: PRIMA NOTTE DA VAMPIRA

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Quel momento della sua vita fu veramente indescrivibile: per la prima volta dopo poco più di 400 anni, poteva finalmente sentire la sua vera natura, poteva sfruttare i poteri che le erano stati negati. La prima sensazione che provò, mentre percorreva quelle strade, le stesse strade che aveva percorso privata dei poteri, fu una forza tale che le diede l'illusione di poter fare qualunque cosa volesse. Non riusciva a comprendere come potessero riuscire i vampiri a contendersi, a non ribellarsi contro la tirannia delle streghe che impedivano loro di mescolarsi con gli umani. D' improvviso sentì una sensazione che prevalse su tutto: un desiderio insaziabile di sangue. Non aveva mai provato nulla di simile e non credeva fosse possibile resistere: era come se la sua gola ardesse e solo soddisfare quel suo desiderio poteva elencarle sollievo. Sebbene lei non fosse completamente una vampira, si nutriva di sangue spesso per sopravvivere, ma la sua fame era sempre controllabile, mentre ora, la spingeva a far ritorno in quel bar. Cercò di dare un occhiata all'interno nella speranza di non scorgere qualche ubriaco o qualcuno pronto ad importunarla. Una volta entrata, si mosse verso il bancone, cercando di controllare i suoi poteri e chiese un bicchiere pieno, ma proprio quando il barista stava per porgere il bicchiere quasi colmo, un altro vampiro giunse e gli bloccò il braccio. Sarah cercò di mantenere la calma, sebbene in quel momento le sue emozioni erano amplificate e quella che prima era irritazione, ora diveniva vero disprezzo. -Ehi, ma tu non sei la ragazza che passeggiava da queste parti fino a poche ore ?- chiese uno dei 3 uomini che l'avevano infastidita poco prima. -E che fine ha fatto il tuo cavaliere?- chiese un altro con un certo ghigno, mentre il terzo si alzò dalla sedia su cui era seduto, si avvicinò lentamente a lei ed essendo giunto ad un passo soltanto, aggiunse -Forse si è reso conto di perdere tempo con una sgualdrina senza onore-. Sarah non voleva iniziare una discussione con loro, così fece un sospiro profondo, dopodiché si rivolse all'uomo che bloccava ancora il braccio del barista e gli disse -Perché ora non lasci il suo braccio, in modo che io possa prendere il mio bicchiere in pace?-. Per tutta risposta quel vampiro iniziò a riderle in faccia, provocando l' ilarità degli altri. -Credo che ciò che sia più giusto fare è continuare da dove ci siamo lasciati-. In quel momento, Sarah iniziò a sentire i suoi pensieri, così come le voci di persone lontane. Aveva capito che questo faceva parte dei suoi poteri, ma non era semplice per lei concentrarsi su un solo elemento. - Va bene!- esclamò in fine, alzandosi dal suo sgabello ed aggiungendo -Però ti do un' ultima possibilità di rinunciare, prima di porti in ridicolo di fronte a tutti questi testimoni-. Quel vampiro si guardò intorno e con un sorriso stampato sulle labbra, le rispose -Sai che io non lottò contro le donne. Sarebbe molto meglio per te, che ti arrendersi, perché non sai ciò di cui sono capace-. Sarah decise di stuzzicato ulteriormente, così gli disse:- Tu non combatti contro le donne perché temi di fare una figura vergognosa-. Gli occhi di quel vampiro cambiarono in un modo che Sarah non aveva mai visto: divennero rossi e sembrava quasi che fossero anche più grandi. Tutto questo non la spaventò, dal momento che aveva i poteri di Alexander, così gli disse -Andiamo a giocare in un altro posto, così da non distruggere nulla-. Quel vampiro, però, era troppo arrabbiato per poter aspettare oltre e così la attaccò. Con uno scatto velocissimo, Sarah riuscì a schivare il suo colpo e allo stesso tempo, riuscì a colpirlo. Gli altri due vampiro che assistettero alla scena, furono sorpresi dei suoi riflessi e della sua velocità, perché prima non sembrava tanto forte. -Io credo che possa bastare!- esclamò Sarah rivolta a quel vampiro e tenendo sempre alta la guardia, soprattutto cercando di proteggersi dagli altri, che pensavano di voler intervenire. -Non vi intromette- disse con una voce ansimante il vampiro che aveva colpito, dopo aver letto nei loro pensieri -Questa è una questione fra noi due-. Ai due vampiri costò un certo sforzo non intervenire, ma gli diedero ascolto. Sarah avrebbe voluto porre fine a quello scontro, anche perché il suo unico desiderio era quello di godersi al meglio quelle ultime ore che le restavano da vampira, ma quel vampiro non poteva permettersi certamente di porre fine a quello scontro dopo l'umiliazione subita, così ritornò all'attacco. Sarah comprese in quel momento che aveva solo un'alternativa se non volesse battersi contro di lui: doveva soltanto utilizzare i poteri da vampiro per soggiogare lui e gli altri due vampiri, convincendoli a lasciarla in pace. Questo potere, però, poteva essere rischioso per una vampira inesperta e forse, sarebbe stato addirittura più pericoloso e meno preferibile, rispetto al combattimento. Così decise di farla finita ed in un batter d'occhio, sconfisse i suoi nemici. Finalmente poté consumare ciò che il barista le aveva posto sul bancone e lei bevve avidamente. Dopo aver terminato, uscì fuori per poter godere la vista del cielo: ai suoi occhi, quella notte era veramente straordinaria: le stelle sembravano molto più vicine, quasi come se potesse toccarle e riusciva a sentire sulla sua pelle il venticello leggero che soffiava dall'ovest. Riusciva a sentire i passi degli animali nascosti nei boschi vicini e ne sentiva addirittura il battito del cuore. Concentrandosi sentiva un senso di pace e ad un certo punto desiderò poter volare in quel cielo e senza quasi rendersi conto, si ritrovò sotto forma di pipistrello a volare tra le nuvole. Quella sensazione di leggerezza era strabiliante, ma si rese conto che mancava poco meno di un'ora per l'arrivo dell'alba e dunque doveva ritornare da Alexander per restituirgli i poteri e per farlo raggiungere la propria bara. Cercò di planare lentamente sul luogo dove si trovava Alexander, svenuto dopo averle ceduto i suoi poteri. Non sapeva come era riuscita a trasformarsi in pipistrello, ma ora doveva fare il possibile per ritornare nella sua forma umana, per poter compiere il rituale di trasferimento, come le aveva detto di fare Alexander. Cercò di concentrarsi come aveva fatto inizialmente, prima di poter prendere la forma di pipistrello. Si concentrava e cercava di fare il possibile per poter riassumere il suo aspetto, ma non riusciva a riprestinare la sua forma. In quel momento avrebbe voluto essere in grado di parlare con qualcuno, per potergli chiedere come fare ad assumere di nuovo il suo aspetto, ma non riusciva a trovare il modo di comunicare. Il panico stava iniziando a prendere il sopravvento, eppure doveva trovare un modo per evitare la morte di Alexander, così come la sua.

LICANTROPO IGNARO 2: LA RINASCITA DELL'OSCURITA'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora