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Non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica. Più le si vuole bene e più diventa ribelle, finché un giorno se ne riscappa nella prateria e vola in cima a un albero, e poi su un albero più alto, e poi in cielo.
-Colazione da Tiffany

Le campane suonarono per la terza volta

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Le campane suonarono per la terza volta. Il cielo colorato di ogni sfumatura di rosa la invitava a sbrigarsi a tornare a palazzo, onde evitare che qualcuno la venisse a cercare.

Spostò il peso da una gamba all'altra, guardando distrattamente il suo avversario. Il modo in cui camminava in circolo, il battito accelerato del cuore, lo sguardo svuotato e timoroso e la spada che doveva pesare più di tutti i suoi muscoli messi insieme.

Davvero, era questo il meglio che Sam fosse riuscito a trovare?

Le stava solo facendo perdere tempo, con quell'omino flaccido. Doveva avere si e no una trentina d'anni, e non doveva essere mai andato in guerra per avere un timore quasi reverenziale nei suoi confronti.
Beh, certo lo capiva alla grande. Fosse stata un soldato comune forse avrebbe avuto lo stesso sguardo. O forse no, conoscendosi. Ben poco aveva la capacità di spaventare Mirabelle Asareen, in questo mondo e oltre.

Iniziò a sorridere sprezzante, poteva sentire il gusto della vittoria sulla punta della lingua. Inclinò leggermente la testa, sapendo perfettamente quanto questo risultasse inquietante e predatorio. Poteva quasi vedere la disapprovazione di Sam nel suo sguardo brillante.

Non era quello che ci si aspettava da lei. Ci si aspettava che fosse dolce e remissiva. Che abbassasse gli occhi per l'imbarazzo crescente e che il suono della sua voce fosse quasi simile al cinguettare dei passerotti. Una melodia per chi avesse il piacere di ascoltarla.

Ma questo a lei non era mai importato. Non assomigliava neanche vagamente a una gentildonna del suo lignaggio. Non aveva la grazia innata né quei modi affettati che la Sua corte tanto apprezzava.

Guardò Sam con aria di sfida, facendo roteare in aria, in un ellisse quasi perfetto, la spada in legno per le esercitazioni. Gli occhi di stelle la guardarono luminosi, attenti ad ogni suo movimento.

Si sforzò a riportare la concentrazione a quel povero soldato di fronte a lei.
Iniziava ad essere troppo nervoso e lei, per quanto amasse sentirsi in vantaggio rispetto a chiunque e tenere ogni avversario sotto scacco, si stava stufando di giocare al gatto con il topo. Non era per uno scontro come questo, sempre che si potesse chiamare così, che si allenava ogni giorno benedetto dalla Dea.

Gli si avventò addosso fulminea mirando alla spalla.

Dopo averlo colpito e gettato, senza sforzi, nel fango oltre i materassini, si girò scocciata verso Sam.

《Mi reputi tanto incapace? 》Chiese più per il piacere di stuzzicarlo, che per altro. 《Se volessi ti sfilerei la tua bell'armatura e non lo noteresti neanche, Signor Lord Comandante.》

Lui scrollò le spalle, gli occhi blu divertiti. 《Il Re non vuole che tu possa farti male. Inoltre Will è un ottimo soldato. 》Disse porgendo una mano al soldato riverso a terra. Questi l'accettò prontamente, il volto colmo di pura gratitudine. Per molti di loro era un onore lavorare al servizio del Lord Comandante, il Signore della Guerra di Taharis, l'uomo più temuto e spietato in tutta la Terra d'Inverno, secondo solo al loro sovrano.
《Inoltre se tu non avessi terrorizzato la metà dei miei uomini, avresti qualcun altro con cui allenarti.》Riprese serio.

A winter's tale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora