CHAPTER 52

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Niall's pov

"Riusciresti a descrivermelo almeno un po'?" Chiese Harry.
Ci pensai un po' prima di rispondere, ma appena feci mente locale riuscii a parlare.
"Biondo con gli occhi azzurri. Praticamente uguale a me però ovviamente più brutto e più testa di cazzo." Dissi io posando il ghiaccio sul tavolo. Se lo incontrassi, non ci penserei due volte per riempirlo di pugni. Lo riconoscerei anche da lontano, ma pregasse il Signore che non lo incontri per strada.
"Niall tieniti ancora il ghiaccio. Sei gonfio sul labbro." Disse Erica sedendosi sul divano vicino a me.
"Comunque credo sia meglio che lei rimanga qui con te. Prima devo sistemare questa faccenda." Dissi ad Harry cercando di ignorarla, ma invano.
"Niall." Sospiró. "Lo capisci che io non ti lascerò da solo?"
"Erica, ha ragione. Devi rimanere qui con me. Sei più al sicuro."
"Non ci pensare minimamente Harry."

In quel momento i miei occhi incontrarono i suoi e mi sentii una merda vederla così. Non si meritava tutto questo male, ma lo faccio per la sua salute. Almeno lei deve stare bene e al sicuro. Se le succedesse qualcosa a causa mia, non me lo perdonerei mai.

"Non lo capisci proprio che lo faccio per te?"
"No, non ti capisco." Sospirò per la seconda volta. Poco testarda la ragazza. Mi dispiaceva tantissimo usare le maniere pesanti, ma solo così si sarebbe allontanata da me.
"Erica ho bisogno di tempo per pensare."
"Pensare a cosa?"
"A me stesso, a quello che fa star bene a me veramente. Per un periodo meglio che rimaniamo così. Ho bisogno di una pausa." Dissi io e nonostante non la stavo guardando, potei sentire il suo sguardo deluso fisso su di me. Mi stavo lacerando dentro dal dolore.
"Mi stai lasciando?" Sussurrò lei.
Alzai gli occhi verso di lei. Come avrei mai potuto lasciarla?
Io annuii. Mi sentii un verme, ma pensare che lo facevo per lei mi spingeva a farlo.
Mi alzai e andai verso di lei, cercai di toccarle la guancia ma come risposta ricevetti uno schiaffo. Non feci in tempo a parlare che le lacrime le riempirono gli occhi.
"Perdonami." Dissi io.

Si allontanò da me senza mai staccare i suoi occhi dai miei e salì le scale. La voglia di andare su da lei e consolarla era tanta, ma non potevo. Non avrebbe capito.

"Ti perdonerà." Disse Harry.
"Lo spero. Sto facendo tutto questo solo per lei." Ammisi io. "Ritornando sul discorso di prima, dall'accento mi sembrava italiano."
Iniziai a pensare, a pensare e a pensare. "Bingo." Dissi io ammiccando un sorriso. "Devo parlare con tua sorella."
"Non mi sembra il caso." Disse Harry, ma io non lo ascoltai. Andai di sopra e arrivai davanti alla sua stanza. Si sentirono i singhiozzi anche con la porta chiusa.. I brividi.
Aprii lentamente la porta.

"Chiunque tu sia, vattene!" Disse lei con la voce spezzata dal pianto.
"Mi avresti capito se ti avessi detto di stare lontana da me per non mettere a rischio la tua salute?" Nessuna risposta. "Erica, lo faccio per te. Ti avrei mai lasciata secondo te?" Mi avvicinai piano piano. Lei stava rannicchiata sul letto, mi dava le spalle e sembrava che non avesse nessuna intenzione di girarsi così andai dall'altra parte io. Mi misi in ginocchio in modo tale da stare alla sua altezza.
"Vattene per favore." Disse lei tirando su con il naso.
"Mi avresti capito?" Insistetti io.
"Cosa vuoi che ti risponda? Dimmelo."
"Quello che ti senti."
"No, non ti avrei capito. Ma così hai fatto peggio." Io sospirai.
"Non ti voglio lasciare amore mio. Non ti lascerò mai." Le toccai il braccio. Lei non si tirò indietro, anzi. Si mise seduta sul bordo del letto e mi abbracciò forte. Io le accarezzai la schiena per tranquillizzarla.
"Penso di aver capito chi è." Dissi io. "Il tuo amichetto dell'Italia."
Lei si staccò e mi guardò negli occhi perplessa.
"Quale amico? Daniele non lo avrebbe mai fatto." Ma poi si bloccò. "Luca."
Io annuii e nel frattempo gli asciugai con il polpastrello del pollice le poche lacrime che le rimanevano sulle guance.
"Gliela farò pagare." Dissi io duro. "Ora dammi un bacio."
Non feci neanche in tempo a finire la frase che lei si fiondò subito su di me. Le nostre lingue si intrecciavano, si staccavano e si ricongiungevano.
Non la avrei mai lasciata, mai. Sono fottutamente innamorato di lei e penso sia l'unica persona che mi faccia sentire così vivo.

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