CHAPTER 54

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La mattina di quella giornata di Marzo era davvero fredda. Eppure era strano.. Ma quel giorno faceva davvero freddo. Non avevo voglia di andare a lavoro, ma pensai che questo finalmente sarebbe stato il mio ultimo mese di sforzi. Purtroppo non potendo contare sull'aiuto di mia madre e non conoscendo mio padre, ho sempre dovuto cavarmela da sola economicamente e finalmente, anche grazie alla borsa di studio, posso studiare e un domani operare la professione che mi appassiona. Ebbene sí, vorrei fare la dottoressa. Ho sempre pensato che aiutare il prossimo è un dovere, a prescindere dalla professione che si fa.. e con ciò non intendo solo moralmente, ma se è necessario anche fornendo aiuti concreti. Ma non è solo per questo. Essere medico non significa solo curare il prossimo, mettersi faccia a faccia con la morte e riuscire a sconfiggerla o seguire la tradizione di famiglia.. significa anche rinunciare, apprendere a pieno il significato della parola "dolore", si dovrà far conti con umiliazioni ed errori. Ma tutto ciò lo accetto. Lo accetto perché ne varrà la pena, perché ho un fuoco dentro di me che arde al sol pensiero di essere medico.
Mi auguro soltanto di farcela.

Immagazzinata nei miei pensieri, non mi accorsi nemmeno che ero già arrivata da Starbuck's.
"Finite le vacanze?" Chiese una voce divertita al di là del bancone, fin troppo lontanta per i miei gusti.
Alzai lo sguardo e vidi Elisa con un sorriso a 32 denti.
Io risi e andai dietro al bancone per abbracciarla.
Non sono potuta più andare al bar sia per i problemi che si erano creati con Niall che per lo studio. Lei ovviamente lo sapeva, ma una battutina doveva farla sempre altrimenti non era contenta.
"Come sono andati questi giorni?" Chiesi io.
"Beh, che domande sono? Pieni come sempre." Disse sarcastica. E io risi.

Andai dietro al bancone, mi cambiai e iniziai a svolgere il mio lavoro.

***

Uscii da lavoro e trovai posteggiata di fuori una macchina fin troppo familiare.
"Ciao amore." Disse Niall scendendo dalla macchina. Aveva in mano una rosa rossa. "Questa è per te." Continuó lui avvicinandosi e dandomi un bacio sulla guancia.
Lo guardai sorpresa per un momento e poi lo abbracciai.
"Grazie mille. Non dovevi." Dissi io sussurrando all'incavo del suo collo.
"Ho un'altra sorpresa." Disse lui, cercando dalla tasca un altro oggetto.
Oddio. La proposta di matrimonio? Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, non capendo più niente di quello che stava succedendo.
"Non è quello che stai pensando." Disse lui soffocando una risata.
"Guarda che non stavo pensando proprio a niente io." Dissi io, incrociando le braccia al petto e aspettando impaziente l'oggetto che stava per tirare fuori.
E poi eccolo. Un mazzo di chiavi. Cosa ci avrei fatto di quel mazzo di chiavi?
"In questi giorni ci ho riflettuto molto." Iniziò lui. "Sto per fare questo passo importante perché me lo sento da dentro. Sono parecchi mesi che stiamo insieme e stavo pensando che, ovviamente se hai piacere, potresti prendere la copia delle chiavi del mio appartamento per venire e andartene quando vuoi."
Io rimasi senza parole, pietrificata. Stavo spruzzando gioia e felicità da tutti i pori. Non potevo credere alle mie orecchie.
"Niall mi stai chiedendo di venire a vivere con te?"
"Tu che dici?" Disse lui ridendo. "Ovviamente è una cosa che devi sentirti anche tu. Non sei costretta a fare nien-"
"Si. Mille volte si." Lo stoppai io, felice.
"Davvero?"
Io annuii più e più volte, prendendo le chiavi che mi stava porgendo. Ne ero non sicura, ma di più. Io e Niall, in una casa tutta nostra, con i nostri spazi, le nostre cose.
"Non vedo l'ora." Esclamai io. "Ti amo." E lo baciai, stringendolo forte a me. Lui ricambiò il bacio prendendo la mia testa fra le mani. Ci staccammo per poi appoggiare le nostri fronti l'un l'altra, sorridendo come due coglioni.
"Penso che dovrai fare un grande trasloco allora." Disse ridendo.
"Penso che servirà un furgone per caricare tutte le mie cose." Dissi ridendo anch'io.

Ero felice. Finalmente, dopo tanto tempo, ero felice. Sentivo che la mia vita stesse andando per il verso giusto nel momento giusto. Con lui mi sentivo viva, mi sentivo me stessa, mi sentivo Erica, la Erica vera, quella più pura. Faceva uscire il lato più bello di me e non avrei mai smesso di ringraziarlo per questo. Mi rendeva una persona migliore e spero che anch'io potessi fare lo stesso con lui.

"Allora stanotte dormiamo insieme." Dissi io.
"Tutte le notti per il resto della nostra vita." Disse lui, abbracciandomi.

Non ci potevo credere. Ancora facevo fatica a realizzare.
Ci staccammo e così gli chiesi quando avremmo fatto il trasloco.
"Se vuoi, domani mattina andiamo a casa di Harry dove hai tutte le tue cose e ti aiuto."
Ci pensai un attimo, pensando ai miei turni di lavoro e, realizzando che avrei lavorato il pomeriggio, dissi di sì.
"Io ho anche delle vecchie cose da prendere da mia madre." Ammisi io.
"Quando vorresti andarci?"
"Magari domani sera quando stacco da lavoro."
"Va benissimo principessa, come desidera."
E io risi.

Ci incamminammo verso la sua macchina e sfrecciammo a casa sua cantando a squarciagola le canzoni che passavano in radio. Il tempo passò velocemente ed in un battibaleno ci ritrovammo davanti al suo appartamento.
Prima di scendere mandai un messaggio ad Harry.

"Non torno a dormire, sto da Niall. Vengo domani mattina. Buonanotte."

Spensi il telefono e salimmo in casa, nella nostra casa.

"Sono così felice." Dissi io mentre stavamo salendo le scale.
"Non dirlo a me." Disse lui, prendendomi la mano e baciandomela.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05, 2024 ⏰

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