CHAPTER 2

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Come sempre, da Starbucks non c'era un'anima. Era tutto così tranquillo. Volevo tanto andare a New York perché qua a Londra non succede mai niente di importante apparte le feste ormai tutti i sabato.
Andai nello spogliatoio dietro il bancone per mettermi la divisa, per poi iniziare a lavorare. Il mio capo ancora non era arrivato. Intanto vidi alcune persone entrare, presi carta e penna e andai ad ordinare.. il tempo passava velocemente e, come ogni giorno, si mise a piovere.

"Il mio giubbetto" Pensai rammaricata.
**

Erano passate due ore, nonostante fosse sabato non c'era nessuno. Controllai il mio cellulare per vedere se c'era qualche messaggio o chiamata, ma niente.. di solito mia madre mi chiamava a quest'ora. Forse ha avuto qualche imprevisto al lavoro o si era semplicemente dilungata al telefono con una sua amica. Era tipico di mia madre e il pensiero di ciò mi fece spuntare un sorriso sulle labbra. Amava parlare, raccontare le sue bizzarre e assurde vicende che riscontrava quasi ogni giorno.
I miei pensieri furono interrotti quando sentii dei passi verso di me.

Alzai lo sguardo e...

SPAZIO AUTRICE..

Ciao Ragazze.. tutto bene? scusate per l'assenza,ma in questi periodi ho avuto dei problemi con la connessione, ma cercheró di essere più presente.
allora, vi piace il secondo capitolo? fatemi sapere le vostre opinioni, ci tengo tantissimo. Scusate se é corto, il prossimo sarà lungo, promesso.
Continuo a 5 mi piace e 2 commenti.
Ciao Ragazzi, un bacio

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