"Ti ho già detto che non cadrà l'aereo, Jor. Smettila con queste paranoie", lo rassicurai dandogli una leggera pacca sul braccio.
Si guardò intorno, e fissò per un po' le cabine da dove sarei dovuta uscire. Si passò una mano tra i capelli castani ed incrociò i miei occhi. "Quante ore hai detto che sono?", chiese per la terza volta.
"Circa quattro"
"Okay. Allora appena atterri accendi il telefono e rispondi alle mie chiamate. Chiaro?"
"Chiaro", sospirai con un sorriso. Sapevo non ci avrebbe mai creduto, in fondo. Erano stati tempi difficili, i sorrisi erano troppo rari per poter sembrare sinceri.
Una voce si diffuse in tutti gli altoparlanti dell'aeroporto, annunciando l'imbarco del mio volo.
Presi il manico della mia valigia e me la strinsi più vicina, mentre la folla si accalcava verso i tunnel che portavano al di fuori. "Così... E' arrivato il momento"
"Già", sussurrai.
"Sta' tranquilla, okay? Puoi chiamarmi per qualsiasi cosa, lo sai. Ogni singolo problema. E, Ele... Ti prego, cerca di non farlo", supplicò con occhi disperati. Sapevo di non potergli promettere nulla: ci avevo provato davvero negli ultimi tempi, ma era difficile.
Improvvisai un altro mezzo sorriso ed abbassai lo sguardo. "Ci proverò"
"Devi provarci davvero, però"
"Devo andare", replicai in fretta. Non avrei retto la sua compassione ancora a lungo. E poi, era ancora difficile non abbandonarmi a quegli scatti di rabbia che erano diventati, piano piano e sempre più silenziosamente, la mia quotidianità. Ma ci stavo quantomeno provando, anche se ero ben lontana dal riuscirci.
"Aspetta", disse afferrandomi per il polso. Mi fece girare e mi guardò negli occhi per cercare di capire come mi sarei potuta sentire. Dopo qualche secondo mi strinse tra le sue braccia e mi strofinò la schiena con le mani. "Mi mancherai, sorellina"
"Anche tu, Jor. La mamma e Marty"
"Si staccò dall'abbraccio ma non mi lasciò ancora andare. "Prova a lasciarti Denver alle spalle, e tutto quello che ha portato con sé. Davvero, e poi... So che non dovrei dirtelo, ma lo devi lasciar andar... "
"Grazie di avermi accompagnata", esclamai interrompendolo. Sorrisi raggiante, afferrai la valigia e mi allontanai. "Tieni d'occhio Marty e la mamma, mi raccomando. Okay?", aggiunsi.
Sembrava deluso da come avevo cercato di interrompere le sue parole. Jordy provava a mettermi in guardia più di chiunque altro. Ma non ce l'avrei fatta comunque a ricordare. "Lo farò. Ele ", mormorò. Mi girai un'ultima volta e lo guardai. Ero terrorizzata da quello che mi aspettava, dall'andarmene da sola ed esserlo per sempre. "Ti voglio bene. Spero che tu possa davvero ritrovare la felicità"
Annuii, incapace di parlare a causa di quell'orribile groppo in gola che era diventata la mia casa. Avevo pianto davanti a lui anche troppe volte in quegli ultimi mesi. Mi sentivo davvero patetica, ma non potevo farne a meno. Odiavo piangere davanti agli altri, perché odiavo che cosa avrebbero pensato di me. Che ero solo una stupida, ingenua ragazzina illusa dall'amore. E conservavo amaramente un po' di dignità in segreto, perciò ero quantomeno decisa a non permetterlo più.
"Grazie. Anche tu"
"Ti voglio bene. E stai attenta sull'aereo! Non rivolgere la parola a nessuno quanto atterri! E, Ele Devi sempre fare attenzione ai borseggiatori e quella roba lì, non si sa mai ", urlò Jordy da lontano. Oramai però ero arrivata alla fine del tunnel, e stavo andando incontro al mio nuovo futuro.
Ricominciare. L'unica parola che vagava nella mia mente in quegli istanti, e si confondeva tra la miriade di persone che, proprio come me, erano in cerca di qualcosa che li aiutasse a farlo davvero.
Ricominciare, nulla di più.
Non ricadere, non amare, non ricordare, non rivivere.
Tutte parole che, secondo me, avrebbero dovuto essere bruciate.
E probabilmente lo erano state, sì, dalla persona che aveva bruciato anche il mio cuore.
Ed insieme a lui, tutto quello che gli aveva fatto provare.
In quel momento la mia anima puzzava di bruciato.
Vecchi ricordi bruciati, vecchie parole, vecchie promesse, vecchie sensazioni, vecchi "Ti amo".
Tutto, fottutamente, bruciato.
Ma il fuoco era stato lento e ardente. Perché se non lo fosse stato, non avrebbe fatto tanto male. No, doveva farmi male.
Farmi male fino a corrodere come fa l'acido ogni vena e arteria del mio cuore, fino a non pompare più il sangue nel mio cuore e a non farlo battere più.
Quel fuoco era durato cinque mesi. I secondi sembravano minuti, i minuti sembravano ore, le ore sembravano giorni ed i giorni sembravano anni. Cinque mesi di speranze uccise. Giornate piene di "E se?" E se avesse avuto un problema? E se si fosse trasferito?
Ma mai mi chiedevo: "E se avesse smesso di amarmi?". E poi la domanda successiva sarebbe affiorata ad affondarmi ancora di più: "E se non mi avesse mai amata?"
Queste erano le domande proibite.
Almeno, secondo la mia mente. Ma in fondo al mio cuore prendevano vita ogni volta che andavo davanti a quella casa, e non vedevo la sua macchina.
Ogni volta che bussavo alla sua porta, ma nessuno veniva ad aprirmi.
Ogni volta che lasciavo il mio telefono squillare, senza ottenere mai risposta.
Senza mai sentire quella voce, che non faceva altro che aumentare e alimentare il fuoco che sentivo bruciare nel mio petto.
La mancanza che il non sentire più il suono della sua risata mi aveva provocato, spesso mi portava a pensare di non averlo più, un petto in cui rinchiudere le mie delusioni.
Ogni volta che mi toccavo senza volerlo il collo, e sentivo sotto le fragili dita il risentimento e la paura che quel ciondolo mi aveva lasciato.
Ed ogni singola volta che pensavo alla neve, al freddo, all'amore.
Ma poi, sentivo come il bisogno di interrompere per un attimo i miei pensieri e distrarmi con qualcos'altro.
Qualcosa che avessi potuto avere.
Qualcosa che non se ne fosse andato per sempre.
Qualcosa che non mi avesse abbandonata.
Qualcosa che non mi avesse illusa.
Qualcuno che non mi avesse strappato il cuore dal petto a mani nude.
Rieccoci qui... Non so che dire. È l'ultimo prologo di "Non mi toccare" che pubblico...
Comunque! Cosa ne pensate di questo primo capitolo? Dai vostri commenti ho l'impressione che alcuni di voi non abbiamo capito come è finito "Non mi toccare 2". Non so, forse non si capiva? Fatemi sapere che cosa avete capito dall'ultimo capitolo, quando Tyler va in quell'azienda e trova il padre. Voglio dire, avete capito chi è il padre? Ditemeloooooo
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Non mi toccare 3
Teen FictionSEQUEL DI "NON MI TOCCARE 2" TERZO E ULTIMO DELLA SERIE "DON'T TOUCH ME" COMPLETA. "Averlo accanto faceva male. Ma era un dolore nemmeno paragonabile al vuoto che sentivo quando lui non c'era" E' dura nascondere agli altri i segni del dolore sulla...