"Non ci credo", dissi, stupefatta.
Adam annuii compiaciuto, guardandomi con gli occhi di uno che la sapeva lunga. "Lo giuro sul mio culetto gay, dolcezza. Era proprio Cole che se la faceva con il professore di scienze politiche nell'aula di economia"
Scossi la testa, scioccata da come una cosa del genere fosse permessa in college. "Hai intenzione di dirglielo?"
"E rovinargli la sorpresa? Non se ne parla", esclamò, ed io risi davanti alla sua teatralità.
"A proposito di sorprese", continuò, staccandosi dal muro dell'edificio di psicologia e guardando proprio alle mie spalle con uno strano sorriso.
Mi voltai e guardai nella sua stessa direzione. Tyler era in piedi davanti all'entrata della mensa, intento a parlare con il suo compagno di stanza.
Non riuscii a fare a meno di sorridere. Gli ultimi giorni da quando ero tornata da Denver erano stati così strani.
Fingere di non conoscerlo era così strano. In un certo senso, sentivo potesse funzionare. Voglio dire, quale modo migliore di riavere ciò che c'era tra noi se non ricostruirlo da capo?
Mi resi conto che la nostra relazione era nata sulla base dei problemi con cui vivevamo. Ciò che provavamo era reale, certo, ma era nato per i motivi sbagliati.
Perciò volevamo le cose nel modo giusto, questa volta. Senza coinvolgere ciò che una volta ci aveva distrutti. Solo io e lui, nient'altro.
Approfittai del fatto che non mi avesse notata per voltarmi. Adam alzò le sopracciglia. "Non sapevo ci fosse qualcosa tra te e Evans"
Solitamente, avrei inventato la prima scusa e negato tutto. Ma decisi di essere sincera. "Andavamo al liceo insieme, a Denver. E c'è stato... qualcosa, tra di noi"
Adam si portò le mani alla bocca e spalancò gli occhi. "Oh, mio, Dio! Avevi detto di non conoscerlo! Tu e Evans? Perchè diavolo non mi hai mai detto niente?", gridò.
Gli tappai la bocca, dando un'occhiata dietro di me per controllare se qualcuno lo avesse sentito. "Per evitare questo", ribattei, lanciandogli un'occhiataccia.
"Ed ora? Voglio dire, siete ancora insieme?"
"Immagino di... sì", dissi. Quelle parole suonavano così strane dette ad alta voce.
Adam schioccò la lingua, scuotendo la testa mentre guardava Tyler da capo a piedi. "Diamine, lo immaginerei anche io. Quello si che è un pezzo di manzo", fantasticò, non staccandogli gli occhi di dosso.
"Adam!", lo richiamai, obbligandolo a guardare me. Era decisamente la prima volta che mi trovavo a temere la competizione di un amico gay.
Fui sollevata quando la campanella suonò. Adam dovette tornare in classe, ma per fortuna io avevo finito le mie lezioni giornaliere. Lo salutai e mi avviai verso il dormitorio femminile, quando qualcuno mi sbarrò la strada.
"Non sapevo fossi amica di Adam Bistie"
"Ed io non sapevo saltassi le lezioni, Tyler", sorrisi alla vista del buono umore nei suoi occhi. Il suo sorriso si estendeva da un'orecchio all'altro, ed era quasi contagioso.
Si infilò le mani nelle tasche del giacchetto. "Hey, sto solo controllando che tu sia ancora disponibile"
"Per cosa?"
"Per il noiosissimo falò di fine semestre di domani sera", annunciò. "Sempre che tu non abbia già trovato un'altro accompagnatore"
La sua insicurezza mi scaldò il cuore. Scossi la testa, sorridendogli. "No. Nessun accompagnatore"
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Non mi toccare 3
Teen FictionSEQUEL DI "NON MI TOCCARE 2" TERZO E ULTIMO DELLA SERIE "DON'T TOUCH ME" COMPLETA. "Averlo accanto faceva male. Ma era un dolore nemmeno paragonabile al vuoto che sentivo quando lui non c'era" E' dura nascondere agli altri i segni del dolore sulla...