35. Riscrivere il destino

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Lo dico prima di iniziare il capitolo così che tutti lo leggano: mancano esattamente due capitoli alla fine della storia (compreso questo), e poi ci sarà l'epilogo finale (e altra roba :) e poi... è finita. Solo per farvi disperare. bye

Osservai pensierosa il sole scomparire dietro l'edificio del dormitorio dove si era tenuta la prima festa a cui ero stata al college. Era la stessa sera in cui avevo rivisto Tyler dopo mesi. 

Sospirai al ricordo di quanto era cambiato da quella sera. Il modo in cui mi ero sentita non appena gli occhi di Tyler incontrarono i miei. Non so se avrei mai potuto dimenticare quella scena. 

Mi ravviai la tracolla sulla spalla, felice di constatare che le temperature si stavano alzando man mano che ci avvicinavamo ad aprile. Persa tra i miei pensieri, aspettai che il sole calasse del tutto e scomparisse dalla vista. 

Ero ancora terrorizzata dalla svolta che aveva preso la mia vita nelle ultime settimane. Non riuscivo a smettere di domandarmi se stessi facendo la cosa giusta nel lasciarmi riavvicinare a Tyler in quel modo. Sapere chi fosse suo padre mi aveva spezzata, e non ero ancora del tutto pronta ad ammettere a me stessa che avrei dovuto fare i conti con quella consapevolezza per tutta la vita. 

Ma se avevo capito una cosa era che Tyler non aveva assolutamente niente a che fare con quella parte di me. Tutto ciò che aveva sempre fatto da quando l'avevo conosciuto era starmi vicino, aiutarmi, sostenermi. E continuava a farlo anche dopo tutto ciò. 

Ero felice di essere arrivata a quella conclusione senza dubbi, dopo anni passati a dubitarne. Ma, non importa quanto mi amasse, non poteva cancellarlo dalla mia mente. Neanche tutto l'amore del mondo (ed il suo era davvero tanto) avrebbe potuto farlo. 

"Terra chiama Ele!"

Mi girai di scatto e vidi Gwen a pochi passi da me che mi sorrideva. Mi risvegliai dai miei pensieri e le andai incontro, allontanandomi dall'entrata del dormitorio femminile. 

"Allora?", incitai maliziosa, dandole una gomitata amichevole. 

Lei si morse il labbro e alzò gli occhi al cielo maliziosamente. "Sei davvero pessima", ridacchiò, scuotendo la testa. 

"Beh? Voglio solo sapere ogni dettaglio della vita sentimentale della mia coinquilina. Non è un male, no?", alzai le sopracciglia per incitarla. 

Entrambe ridemmo. "Ehi, dove stai andando? Non dovresti essere a lavoro?"

"Non cambiare discorso!", la richiamai, ridendo. 

La mia coinquilina alzò le mani in segno di difesa. "Okay, okay, te lo dirò", concesse. "Ficcanaso", aggiunse, abbassando la voce. Come se non l'avessi sentita. 

Misi il broncio, posandomi le mani sui fianchi. "Sto aspettando", rimarcai, allargando gli occhi. 

Gwen si sedè sul muretto a pochi passi da noi, posando la borsa in grembo e stendendo le gambe davanti a sé. Avrei giurato di leggere delusione sul suo volto finché un enorme sorriso si allargò lentamente sul suo viso. 

Spalancai la bocca, fingendomi scioccata. "Voglio i dettagli. Subito!", esclamai in modo sconvolto, raggiungendola e sedendomi accanto a lei. 

Lei alzò la testa al cielo, scuotendola ridendo. "Non è ciò che pensi. C'è stato solo un bacio", ammise, mordendosi il labbro. Notai il modo in cui i suoi occhi brillarono al ricordo. 

Mi portai le mani davanti alla bocca. "Oh, mio, Dio! Tu e Paul vi siete baciati?", ripetei, incredula. 

Gwen annuì, sorridendo fantasiosamente. Ancora in stato di shock, scossi la testa. "E chi ha fatto la prima mossa? O era, tipo, una cosa consenziente da entrambe le parti?"

Non mi toccare 3 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora