30. Bagliore (Pt. 1)

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Guardai fuori dalla finestra della mia camera, lasciandomi travolgere dai ricordi che quel luogo portava alla mente.

Sentii dei passi percorrere le scale velocemente, fin quando una voce stridente che assomigliava molto a quella di mia sorella mi invase i timpani.

"Non ci credo! Non ci credo, non ci credo, non ci credo!"

Mi alzai dalla mia scrivania, voltandomi e andandole incontro. Marty si fiondò nella mia stanza, gettando il suo zaino a terra e correndo verso di me.

Per poco non cadei quando mi abbracciò. Ricambiai sorridendo, spostandole i capelli dietro la spalla.

Era bello essere a casa. Non avevo avuto molto tempo per pensarci, ma sapevo che era la cosa giusta da fare. New York era troppo da sopportare per me in quel periodo. Ma avevo promesso a me stessa che, non appena tornata tre giorni dopo, sarei tornata alla mia vecchia vita. Solo con qualche... cambiamento.

Jordy apparì sull'uscio della porta, proprio dietro di lei. Incrociò le braccia al petto, guardandoci con un sorriso.

Gli ero così grata per tutto ciò che aveva fatto per me prima che partissi per New York. Dal modo in cui mi aveva guardata quando mi era venuto a prendere in aeroporto sapevo avesse capito qualcosa non andasse, ma rimase in silenzio tutto il tempo.

Tentai di sorridergli prima di separarmi da mia sorella. Cavolo, era cresciuta così tanto.

"Ma guardati", dissi scrutandola da capo a piedi, sentendomi minacciata che stesse per sorpassarmi in termini di altezza. Niente di cui sorprendersi, in fondo, visto che dal quel lato ero sempre stata la più sfortunata.

"Non sapevo venissi!", urlò di nuovo, facendomi dubitare sarei stata ancora in grado di sentirci il giorno dopo.

"Tu!", gridò, girandosi verso Jordy. "Perchè non mi hai detto nulla?"

Insordita, mi tappai le orecchie. "Non lo sapevo neanche io fino a ieri mattina. Calmati, psycho", disse Jordy, scrollando le spalle.

Sapevo sarebbe sembrato strano. Voglio dire, non ero tornata per Natale, ma tutto d'un tratto, avevo deciso di fare un salto a casa?

Già, era così stupido. Avevo preso una decisione impulsiva, la mattina dopo essermi svegliata sul pavimento della mia stanza, la lettera di Tyler accanto a me e lui... ancora fuori dalla porta.

"Giusto in tempo per conoscere Liam!"

"Chi?", domandai, ridendo, alternando lo sguardo tra lei e mio fratello.

"Già, a proposito... ", si intromise Jordy, facendosi avanti nella stanza. "Non ho avuto occasione per parlartene, ma-"

"Liam è il suo ragazzo", lo interruppe Marty, guardandomi. Sembrava non riuscisse a tenere la bocca chiusa quella sera.

Mi trattenni dallo spalancare gli occhi. Almeno per qualcuno la vita andava a gonfie vele.

"Marty", disse Jordy, alzando gli occhi al cielo.

"Cosa c'è? E' la verità. Viene a cena quasi ogni settimana, ed è così carino! Non capisco perchè non ammettiate che vi amate l'un l'altro e la facciate finita! E' così ovvio!"

Non riuscii a fare a meno di essere felice per mio fratello. Se lo meritava davvero.

Jordy mi guardò, cercando di capire dalla mia espressione che cosa ne pensassi. Sorrisi sinceramente, sperando che capisse che lo intendevo davvero.

"Sembra fantastico. Sul serio. Non vedo l'ora di conoscerlo", dissi, sfogliando il mio sorriso più entusiasta.

Ero davvero felice per mio fratello, ed avrei voluto saperlo dimostrare di più, ma sorridere per una relazione dato lo stato in cui era quella che avevo avuto io fu' come una pugnalata al cuore.

Non mi toccare 3 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora