3. Regali da Denver

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  "Jealous", Labirinth

Ero a New York da due giorni e ancora non ero sicura di poter essere in grado di dire se faceva per me. Alla fine, era talmente immensa che nessuno avrebbe probabilmente mai potuto dire di averla vissuta tutta.

Il campus era grande e non ci si annoiava poi così tanto, perciò da quando ero arrivata ero uscita solo una volta.

Le persone sembravano tutte un po' troppo chiuse nei loro mondi per badare a te, ma poi quando ci parlavi capivi che in realtà erano piuttosto socievoli. Stringere amicizie agli occhi di tutti sembrava semplice, ma non ai miei.

Alla fine non ero mai stato il tipo. Adam, più che altro, era stato lui ad approcciarmi. La cosa non mi dispiaceva. Mi faceva ridere e mi restituiva un po' di quel raro buon umore. E Gwen era la mia compagna di stanza. Ci trovavamo quasi in tutto, ed ero certa di poterla considerare una mia amica.

Non ero sicura se avessi voluto davvero farmi degli amici. Ero partita da Denver con la sola idea di andarmene e lasciarmi tutta quella merda alle spalle, ma non avevo minimamente considerato che cosa avrei trovato a nuova destinazione.

Comunque i corsi non erano ancora cominciati e per il momento mi andava bene così. Non so, magari avrei potuto sperare che le cose sarebbero potute cambiare. Che avrei potuto conoscere altre persone e che fossero state in grado di capirmi.

Quando ci pensavo, la prospettiva non mi sembrava mai poi così tanto pessima. Ma il problema era un altro. Avevo bisogno di capire se ero io che, prima di tutto, volevo essere capita.

"E' bello, no?", osservò Gwen. Uscimmo dal dormitorio e ci avviamo, entrambe piuttosto nervose, verso la sede centrale. L'aria gelida dell'inverno a New York cominciava a farsi sentire. Mi strinsi la giacca nelle spalle e mi cacciai le mani nelle tasche.

"Cosa?"

"Che siamo nella stessa stanza in dormitorio e seguiamo gli stessi corsi", continuò con un'alzata di spalle. Si girò verso di me facendo svolazzare i lunghi capelli rossi e mi rivolse un sorriso raggiante.

"Già. Per fortuna. Avevo paura di arrivare qui e, non so... "

"Trovare una compagna di stanza orribile, che si porta il ragazzo a letto tutte le sere, ed essere costretta a trovarti un altro luogo in cui dormire perché loro stanno facendo le cosacce. Non conoscere nessuno, vagare per il campus da sola e stare tutto il giorno rinchiusa in camera china sui libri?", ironizzò ridendo.

Abbozzai un sorriso e alzai una spalla. "Si, be'... Una cosa del genere", ammisi sarcasticamente.

"Roba da After, direi. Ma sì, ammetto che avevo la stessa paura anch'io. Ed ovviamente sarebbero stati loro ad andarsene. Nessuno mi sfratta dalla mia stanza, soprattutto se devono fare cose a due metri dal mio letto"

"After? Che cos'è?", mi informai curiosa.

Gwen si portò una mano sul petto e spalancò la bocca in modo teatrale, sbattendo le palpebre falsamente scioccata. "Non sai cos'è After?", replicò in modo offeso.

Scossi la testa e mi morsi il labbro."Perchè? Cos'è, un film?"

In un secondo tornò nella stessa posizione rilassata di poco prima. "Non ti sei persa niente, Ele. E' un libro abbastanza famoso, e poi ci hanno fatto un film", spiegò.

"Dev'essere una bella storia se l'hanno addirittura trasformato in film, no?", osservai.

"Non so. E' un film per adolescenti. Parla di questi due tizi che si innamorano, solo che lui è uno abbastanza problematico e lei abbastanza ingenua. Un tira e molla continuo, solo perché lui tira i pugni ai muri e spacca i bicchieri"

Non mi toccare 3 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora