21. Boston

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Le vacanze di Natale stavano per finire, ed avevo il presentimento che l'anno nuovo avrebbe portato del buono, per una volta.  (hahaha)

Susan e Clay erano partiti qualche giorno prima per Denver, e poi sarebbero tornati a Londra per il secondo semestre. Mancava ancora qualche giorno prima che Adam e Gwen tornassero ed il campus si riempisse di nuovo, perciò avevo deciso di godermi la poca tranquillità che mi rimaneva. 

Ero davvero al settimo cielo. Anche se a volte sentivo il bisogno di sfogarmi con Emma, avrei comunque dovuto aspettare la fine delle vacanze per ricominciare a vederla. 

Eppure a volte ero ancora insicura. Soprattutto quando si trattava di Tyler. 

Ora che la linea si era formata di nuovo, avevo costantemente paura che tornasse sfocata. Ed avevo paura che il primo a sorpassarla sarebbe stato lui.  

Ho sempre odiato le etichette, ma non sapere che cosa c'era tra di noi mi stava uccidendo. La cosa che importava davvero, comunque, era che ci fosse qualcosa tra di noi. Che sapevo di poter fidarmi di lui. E che non mi avrebbe mentito di nuovo. 

E quello mi bastava. Mi era sempre bastato, finchè lui ne era una parte, qualunque nome avesse. 

Shery si avvicinò ed infilò la mancia del tavolo che se ne era appena andato nel barattolo sul bancone. "Ti ha dato buca oggi?", mi prese in giro, inarcando un sopracciglio. 

Le lanciai uno sguardo di traverso, concentrata sulla birra che stavo cercando di non rovesciare. Sollevai il vassoio e lo riempii con le tre birre che avevo preparato appena in tempo per vedere Tyler sorpassare l'entrata del Passion. "Dicevi?", replicai con un sorriso vittorioso. 

Il mio capo si girò non appena Tyler ci raggiunse. "Ti serve una mano con quello?", mi chiese, vedendomi divincolante per paura di rovesciare tutto a terra.

Shery gli scoccò un'occhiataccia. "Pensi che una donna non ce la faccia senza un uomo?", lo rimproverò. "Maschilista", borbottò prima di allontanarsi. 

Mi scappò una risata. Tyler la guardò allontanarsi, poi si girò e mi guardò, chiaramente confuso. "Torno tra un secondo", ridacchiai. 

Quando fui di nuovo al bancone, constatai che non avevo più clienti e tirai un sospiro di sollievo. "Bevi qualcosa?", gli chiesi, dandogli le spalle per rovesciare i bicchieri vuoti nel lavandino. 

"Da quando mi tratti come un cliente?", ironizzò. 

Mi girai e posai le mani sul bancone, inclinando la testa. "Da quando lo sei", dissi semplicemente con una scrollata di spalle. 

Tyler si guardò intorno per un istante, improvvisamente serio. "Non mi piace l'idea che tu venga qui da sola tutte le sere, Ele. Ho visto che tipo di persone ci sono" confessò infine. 

Sapevo che voleva dirmelo da tanto tempo, ma aveva aspettato che le cose si stabilissero tra di noi prima di farlo. 

Mi guardò, come spaventato che mi arrabbiassi per quello che aveva detto. Invece annuii soltanto. "Lo so". 

Non distolse gli occhi dai miei. Era chiaro che l'argomento non gli piacesse affatto. "Ma immagino che non possa farti cambiare idea"

Mi morsi il labbro, nervosa nel dire quello che stavo per dire. "E' una distrazione per me, Tyler. All'inizio questo posto mi ha aiutata", iniziai, non appena distolse lo sguardo. Ma avevo bisogno di continuare. "Shery e Celia sono mie amiche, e mi sono state vicino. Glielo devo"

Quando vidi che non risposi, feci per parlare, ma mi interruppe. "Non posso essere qui tutte le sere"

Diedi una scrollata di spalle, eppure sapevo che non era così semplice per lui. "Non devi"

Non mi toccare 3 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora