cap 13

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feci di no con la testa, prima di correre tra le sua braccia.

il suo abbraccio era caldo e familiare, in mezzo a quella pioggia tempestosa che mi aveva bagnato la pelle. Le sue braccia circondarono il mio corpo mentre la sua felpa mi riscaldava. I nostri corpi complementari sempravano perfetti, mentre il mio corpo aderiva al suo.

''andiamo dentro''disse guidandomi verso la porta, ma io mi opposi

''non voglio entrare''

''vuoi stare sotto la pioggia?'' disse lui

''se ci stai tu'' dissi io

Mi sorrise, mentre mi tendeva una mano per invitarmi a sdraiarmi di fianco a lui.

La pioggia scendeva incessante sopra il mio viso, tanto che fui costretta chiudere gli occhi, mentre la sua mano prese la mia, intrecciado le sue lunghe dita affusulate alle mie.

*** 'S POV

ricordai quella volta, che la aiutai a superare le sue paure e decisi di rifare l' esperimento

''chiudi gli occhi'' la esortai

Lo fece senza esitare, e questo mi fece capire che nonostante le mille sciocchezze che le avevo fatto lei si fidava di me .

Non sapevo come e nemmeno perchè, ma ogni volta che stavo con lei, sentivo il bisogno di sentirmi libero e fare ciò che più rendeva felice. Fare tutto ciò che mi passasse per la testa, mentre lei era lì. Lei mi rendeva felice e ogni volta che la vedevo non potevo fare a meno di pensare a quanto fossi fortunato ad averla conosciuta, ad averla fianco, mentre il mondo si trasformava sotto ogni suo gesto. Non c'era paragone tra lei e la perfezione e persino adesso, distrutta dal dolore, rossa dalle lacrime con i capelli scuriti dall'acqua e appiccicati al corpo, con la pelle candida e la bocca corrucciata in un'espressione triste, lei era perfetta e in questo momento la sentivo mia, mia e di nessun altro.Mi sentivo come se lei potesse comandarmi e sovrastarmi mentre ogni parte di me veniva attratta da lei.

Iniziai a carezzarle il viso mentre il suo corpo, sotto il mio gesto, venne percorso da un brivido.

La pelle d'oca iniziò a formarsi sulla sua pelle e decisi di avvicinarmi di più a lei, per riscaldarla. Mi sciolsi dal groviglio delle dita e in quell'istante mi sentii perso, come se niente avesse più senso se lei non stava con me. Non potevo sopportare di sentrla così vicina e averla così lontana e mai avrei potuto sopportare di vederla stretta a qualcun'altro per difendersi da me, come aveva fatto quella sera.

Tolsi la felpa rosa e gliela poggia sul corpo che subito si rilassò al contatto col tessuto umido che però la riscaldò.

Intrecciai di nuovo le mani e tutto riprese ad avere un senso, a quel punto prlai

''ora pensa a due palme'' dissi

Mischievous || Cameron Dallas (WATTYS2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora