41. Questo è il mio ufficio?

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Sono passati tre giorni da quando, mio padre, mi ha riferito la sua intenzione di introdurmi nella sua azienda e da quando io ho accettato.

Non sono ancora al cento per cento convinta della scelta che ho fatto. Jake mi ha ripetuto più volte che devo stare tranquilla e che, con il tempo, riuscirò a avere tutto più chiaro.

Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e scendo dalla macchina di papà.

«Sorellina sei pronta?» Jake mi mette un braccio intorno alle spalle e prosegue verso l'edificio che abbiamo di fronte.

Ero a conoscenza che papà avesse aperto uno stabile anche qui in Italia, ma non avevo mai visto foto e nemmeno sapevo dove fosse.

È completamente bianco e ricoperto di vetrate a specchio, privo di qualunque insegna e di luci all'esterno, per non parlare, di un bosco che lo circonda.

È completamente nascosto.

Ci avviciniamo all'entrata e mio fratello digita un pin a destra della porta d'entrata.

Quando entriamo, un odore di legno mi avvolge. Il pavimento è completamente in legno bianco e alcune parti delle pareti di un legno scuro, quasi nero. Le altre, invece, sono ricoperti di fiori e piante di ogni colore e forma. L'entrata è enorme, con la luce che entra nella dalle vetrate e si riflette in ogni parte.

Ci sono delle scalinate che portano al piano superiore ma, deduco, ce ne sia un altro ancora più in alto.

«Forza, vieni» papà inizia a camminare verso le scale.

Una volta sopra c'è un lungo corridoi dove, alla fine, si trova una stanza completamente in vetro con il marchio dell'azienda. C'è una scrivania enorme in legno scuro e i mobili, tra cui anche dei divani e un tavolino, dello stesso colore, in contrasto con il pavimento e le pareti chiare. Deduco sia l'ufficio di papà.

«Nessuno c'è ancora entrato, volevamo tu fossi la prima ad entrarci» mi giro di scatto e la mascella mi cade praticamente a terra.

Questo è il mio ufficio? Capperino di Bruxelles!

«Se ti sorprende questo, dovresti vedere quello di papà a casa, è praticamente una casa»

Papà estrae le chiavi dalla tasca interna della giacca e me le da. Le prendo e apro la porta, anche questa in vetro.

«Forza, vatti a sedere. Almeno una soddisfazione» tocco la scrivania con le punta delle dita e mi siedo sulla sedia bianca imbottita.

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Circa due ore dopo stiamo uscendo dall'azienda.

I primi mesi sarò seguita da un persona di totale fiducia di papà e, quando riuscirò a cavarmela totalmente da sola, prenderò le redini di tutto il settore. Mi occuperò della realizzazione non solo dei sistemi di sicurezza ma anche dell'intero veicolo fin dalle basi.

«Allora, cosa ne pensi?» salgo dietro insieme a Jake.

«Non pensavo minimamente che fosse così grande e che fosse così complicato, ma ce la posso fare, ce la devo fare. Voglio far parte a tutti gli effetti di questa società» prendo fiato «Inoltre è fantastico come si utilizzi energia rinnovabile e attrezzature che riduco al minimo ogni genere di inquinamento» sorrido.

Se all'inizio non ero sicura adesso non è più così. Sono fiera che mio padre abbia investito tutte le forze per ricreare tutto quello che di sbagliato c'era e ne ha fatto nascere una cosa positiva. Ma, soprattutto, sono felice che lui si fidi talmente tanto da lasciarmi una parte del suo lavoro.

A riscuotermi dai miei pensieri è il telefono che vibra nella tasca dei miei pantaloni. Lo estraggo e appare la scritta Alex.

«Ciao Bella, sono Met» sento della confusione in sottofondo e la sua voce trema leggermente.

«Ciao Met. Come mai mi chiami dal telefono di Alex?»

«Dove sei?» sento qualcuno chiamarlo.

«In macchina. Mi dici che succede?» inizio a preoccuparmi e Jake si gira verso di me.

«Bella, Alex e Logan hanno avuto un incidente»




Ciao a tutti,
Nuovo capitolo tutto per voi.

Bella ha accettato e adesso fa parte dell'azienda, sembra andare tutto bene ma, Alex e Logan hanno avuto un incidente?!?!?! Staranno bene?
Questo li scoprite nel prossimo capitolo.

Baci Ele😘

Love-Lie (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora