57.Aspettate, aspettate...mi ha appena chiamato piccola?!

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«Immaginavo che prima o poi me l'avresti chiesto» si gira verso di me e poi verso il lago, alzando una parte della bocca «Quando ho iniziato a lavorare qui, gestivo la parte finanziaria dell'azienda della piccola attività di famiglia. Ma dopo circa un anno, mi sono licenziato, non sopportavo che le altre persone pensassero che fossi così in alto solo per merito di mio nonno» si gira verso di me «Quando poi ho cercato lavoro è stato difficile trovare quello che facevo in precedenza ma, alla fine, il padre di Alex mi ha offerto un lavoro»

«E tu hai accettato»

«Si, non ci ho pensato due volte. Lo stipendio era alto, potevo lavorare da casa o andare in ufficio e, inoltre, lavoravo cinque giorni su sette» abbassa leggermente la mano e le sue dita sfiorano la mia spalla.

Non mi muovo, rimango immobile.

«Ho continuato a lavorare per circa due anni e poi mi sono nuovamente licenziato. Tuo padre mi aveva offerto un guadagno maggiore e potevo gestire gran parte del settore che adesso controlli tu, anche se non totalmente»

Adesso, però, non riesco a capire perché Alex ce l'abbia tanto con lui. Alla fine lavorava per suo padre e niente di più. Quindi mi sorge spontaneo chiedergli «Perché allora Alex ce l'ha tanto con te? Non penso sia dovuto solo al fatto che lavoravi per suo padre»

Lo vedo irrigidirsi e si sposta in avanti appoggiandosi con i gomiti sulle gambe. Aspetta un po' e si alza.

«Ho detto qualcosa di sbagliato?» mi alzo anch'io e mentre lui si allontana e si dirige verso la porta d'entrata bianca,  io lo seguo. Mette una mano sulla porta e prima di abbassare la maniglia si gira verso di me.

Fa due passi e il suo corpo è a pochi centimetri dal mio. È stato così veloce che ho non riesco a respirare dalla vicinanza.

«Penso che te lo debba dire lui, Isabella»

Ha usato il mio nome per intero?

Si gira su se stesso ed apre la porta bianca ma prima ruota leggermente il volto e riesco a sentire solo una parte «...sarà l'ultima volta che ti starò così vicino senza...» mi avvicino di più ma ha già chiuso la porta.

Cosa diavolo voleva dire?

Rimango così per alcuni minuti e poi mi dirigo verso il bosco e, quindi, verso casa.

Quando salto il tronco di prima inizio a vedere il prato di casa e parcheggiato c'è un suv, che riconosco alla perfezione.

Non faccio in tempo a dirlo che esce dalla porta e stringe la mano a mio padre prima di scendere le scale e sedersi su di esse. Quando mi avvicino, finalmente gira la testa, e mi vede.

«Ciao...» lo abbraccio e rimango così per un po' senza muovere un muscolo. E lui fa lo stesso.

Quando ci stacchiamo mi prende il mento tra le dita e mi lascia un leggero bacio casto sulle labbra.

«Ciao piccola...»

Aspettate, aspettate...mi ha appena chiamato piccola?!

«Ti imbarazza il fatto che possa chiamarti con nomignoli?» lo guardo stranito e si mette a ridere di gusto e dopo alcuni secondi, lo seguo anch'io «Che ne dici se andiamo a casa mia?»

«Certo, ma questa volta preparo io da mangiare» mi stacco e vado dal lato del passeggero.

«Nessun problema, basta che non mi incendi la cucina o l'intero appartamento» gli faccio la linguaccia e lo osservo mette mette in moto e fa retromarcia «Però, prima dobbiamo passare a ritirare il tuo vestito per il ballo dell'azienda»

Dopo circa dieci minuti siamo davanti alla boutique dell'amico della mamma e scendo dall'auto, dirigendomi verso la porta d'entrata a vetro.

Appena entriamo ed Alex nota che sono principalmente maschi i dipendente, mi porta una mano sul fianco per attirarmi a se e, mentre il ragazzo va in magazzino a cercare il mio abito, si avvicina al mio orecchio «Ringrazia il fatto che ci siano anche delle signorine qui dentro, se no, il ragazzo laggiù, non avrebbe più gli occhi, visto che ti sta fissando il di dietro da quando siamo entrati» mi giro ed effettivamente è così.

Sento la mano di Alex spostarsi leggermente verso il basso della schiena quasi ad arrivare all'inizio del mio sedere, ma lo lascio fare, non mi dispiace per niente questo contatto fisico.

«Ecco a lei il vestito. Vuole provarlo?»

Alex sta per dire di no, ma lo precedo ed entro nel camerino. Tolgo la confezione ed è favoloso. È nero con un corpetto pieno di brillanti e senza spalline, mentre la gonna scende vaporosa. Quando però la indosso mi accorgo che ha uno spacco fino a metà coscia e non sono abituata a mostrarmi.

«Cavolo, ma quanto ci...» quando esco Alex rimane senza parole e mi fissa in modo intenso come non l'ho mai visto.

«Allora, come mi sta?»

Si schiarisce la gola «Ti sta bene...anzi, sei bellissima, meravigliosa»

Love-Lie (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora