Capitolo 1

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8 anni dopo

<<Jane! >> urlò Adam. Era più di quindici minuti che provava a farmi scendere dalla macchina. Dopo otto anni passati insieme, potevo dirvi che la mia cocciutaggine e la sua erano allo stesso livello. Anche se io ero molto meglio di lui., modestamente.
<<Ti ho detto di no! >> protestai in modo infantile. Mormorò un qualcosa di incomprensibile prima di scendere dall'auto e girò dal lato del passeggero. Aprì lo sportello e sganciò la mia cintura, trascinandomi fuori con la forza.
<<Adam no! Per favore >> lo pregai affinché mi mettesse giù e mi facesse tornare a casa. Quel giorno sarei entrata nella scuola dove avrei dovuto affrontare l'ultimo anno del liceo. E sicuramente non volevo iniziare con Adam che mi trascinava per la scuola con il culo in aria . Beh , è il prezzo per essersi fatti espellere. Ma rimaneva umiliante e non poco.
<<Adam, che cosa avevamo detto sulle brutte figure in pubblico? >> Ringraziai per il giorno in cui stipulammo alcune regole sulla convivenza. Una di quelle era: niente brutte figure in pubblico. Era tempo che non sentivo la necessità di usarle , ma se potevano salvarmi da quella brutta figura... avrei usato qualsiasi cosa.
<<Cosa? Non ti sento da lì dietro >> si portò la mano libera all'orecchio, enfatizzando ciò che stava dicendo. Iniziai a prenderlo a parole, colpendo ripetutamente le sue spalle massicce, decisi di smettere solo per non attirare ancor di più l'attenzione. Attraversammo i corridoi della scuola sino ad arrivare alla segreteria, finalmente mi mise giù. Che brutta figura che mi aveva fatto fare, per non parlare del sangue che mi affluiva al viso rendendolo più colorato del solito. Gli diede un pugno nella spalla, fortunatamente la preside aprì la porta del suo ufficio prima che Adam potesse dirmi qualcosa. Gli sorrisi zuccherina, sapevo che me l'avrebbe fatta pagare.
<<Lei deve essere Jane McCroy, e lei il suo tutore legale Adam Smith >> annuimmo entrambi non proferendo parola. Legalmente Adam era il mio tutore , una storia lunga e travagliata in realtà. Ci fece accomodare nel suo ufficio e prendemmo posto sulle poltrone davanti alla grande scrivania di ciliegio. La preside sedeva su una sedie che assomigliava molto a un trono, in quell'ufficio era tutto molto esagerato per una scuola pubblica.
<<Siamo venuti a conoscenza della sua situazione scolastica signorina McCroy. I suoi voti sono buoni, ma la sua condotta non è delle migliori. La nostra scuola non accetta un comportamento come il suo, ma sono una madre. Per qualsiasi problema sappia che la mia porta e sempre aperta. E benvenuta al High School di New York >>
Quella donna dovevano farla santa perché la mia condotta faceva davvero pena, lei aveva solo minimizzato. Nel senso che avrebbe fatto concorrenza anche ad un pugile. O un assassino. O qualcuno che mena gli agenti. Cosa che mi ha fatto rimanere al fresco per una notte... Tutta colpa di Adam, in realtà, non aveva risposto al cellulare perché non conosceva quel numero.  Ma i miei voti erano buoni, non ero una cervellona ma neanche una stupida gallina.  Consegnatomi l'orario scolastico, il numero dell' armadietto e fatto il giro della scuola, potei andare in classe. Adam si fermò vicino al mio armadietto. Posai i libri e lo richiusi aspettando un discorsetto da parte del mio tutore.
<<Jane per favore non picchiare nessuno, questa è la tua ultima possibilità. Se ti provocano pensa a qualcosa, aggrappati a un ricordo felice. Non tutto il male viene per nuocere >> Adam mi strinse a sé e mi lasciò un tenero bacio sulla fronte . Gli volevo bene , la mia vita era sempre stata nelle sue mani. Con lui avevo ritrovato una piccola parte di me che non ero sicura sarebbe mai tornata. Anche in quel momento non sapevo se la piccola bambina di 10 anni innocente e felice avrebbe mai fatto parte di quello che ero se Adam non fosse stato lì per me.
<<Grazie, Adam, di tutto >> gli dovevo la vita, nonostante i suoi discorsi non fossero dei migliori. Lui si era preso cura di me, gli ero davvero grata. Anche se non riuscivo a dimostraglielo, però lui non mi aveva mai forzato per ciò. Mi rispettava e rispettava i miei comportamenti, e io rispettavo lui come nessun altro.
<<Sennò ti mando in collegio>> sgranai gli occhi scostandomi da lui e camminai verso la mia classe con fare annoiato. La lezione di Letteratura mi avrebbe annoiato ulteriormente. Con un sospiro bussai alla porta aspettai di essere invitata ad entrare.
<<Jane McCroy? >> annuii confermando chi ero, il professore mi indicò i pochi posti vuoti con un cenno della mano Decisi di raggiungere il banco in fondo alla classe. Nessuno sembrò particolarmente interessato a me, mi andava più che bene in verità. Meno attenzione attiravo meno gente avrebbe potuto stuzzicarmi, quindi ancor meno gente livida a causa mia.
<<Jane lei crede nel dopo la morte ?>> mi chiese il professore facendomi ripotare il mio sguardo dalla finestra a lui. Incrociai le braccia al petto mostrando tutta la mia noia, da fuori la finestra riuscivo a scorgere alcuni giocatori di Football che facevano alcuni lanci.
<<Dipende>> dissi riflettendo su ciò anche se per pochi secondi.
<<Da cosa? >> chiese il prof confuso, anche gli altri avevano prestato attenzione alla mia entrata nella conversazione. Mi osservavano tutti come se avessi parlato un'altra lingua, che sciocchi.
<<Dalla persona che muore, ovvio no?>>  parlai portandomi un dito vicino alla bocca con sguardo pensieroso. Ero sicura di quello che avevo detto, anche se volevo solo fare dell'ironia.
La classe scoppiò a ridere, anche il professore scosse la testa divertito. La lezione continuò; forse non sarebbe andata così male come avevo pensato. Finita l'ora mi affrettai ad uscire dalla classe. Dovevo trovare quella dell'ora successiva ed il mio orientamento era pari a quello di un carciofo, cioè zero.
<< Tu sei Jane, vero? La ragazza nuova >>  mi voltai verso il ragazzo, che a quanto pare già mi conosceva . Era alto, ma non molto più di me. La stazza di un giocatore di Football, lo capii dalle spalle larghe e dai muscoli che facevano tendere la sua maglietta azzurra. Un sorriso da far invidia alla pubblicità di un dentifricio, pensai.
<<E tu sei? >> chiesi con fare disinteressato, non erano passate neanche un paio d'ore che già mi sentivo importunata. Forse a lezione avevo attirato più attenzione di quella che avevo pensato.
<<Piacere, io sono Taylor >>  mi porse la mano, ricambiai la stretta con fare esitante. Ero diffidente nei confronti della gente, di tutta la gente che popolava la terra, per chiarire il concetto.
<<Che lezione hai adesso ? >> mi chiese, decisi di approfittare di quel ragazzo per non girovagare come una sprovveduta. A nessuno piacevano le persone che cascavano dal cielo, ecco perché venivano prese sempre di mira. Così gli mostrai l'orario, tenendo un dito vicino alla materia della prossima ora. Per fortuna, o per sfortuna, avevamo lezione insieme. Taylor sembrava simpatico, con quel sorriso insistentemente luminoso ad illuminargli il viso. Non mi sentii a disagio e le prime ore passarono velocemente e senza intoppi. Quel ragazzo non mi aveva mollato per un secondo quel giorno. Ad ora di pranzo ci ritrovammo in fila per prendere il nostro pranzo,  quando un ragazzo mi venne addosso.
<<Guarda dove vai >> mi lamentai massaggiandomi la spalla e alzando gli occhi al cielo. Non rivolsi lo sguardo a quel ragazzo che mi aveva travolto neanche quando rivolse un cenno di salutò verso Taylor.
<<Tu sai chi sono io? >> incrociai il mio sguardo con il suo e scossi la testa con fare annoiato. In quella scuola era tutto così noioso che volevo rendere le cose un po' più divertenti. Così quando pronunciò il suo nome : <<Liam Claflin >> feci un verso di finta sorpresa, e lui sorrise con fare furbo pensando che sapessi chi fosse.
<<Guarda un po' la vastità del cazzo che me ne frega di chi sei tu >> il su stupido sorrisetto sparì nel giro di pochi secondi. <<Ora se non ti spiace, vorrei mangiare se me lo permetti >> gli feci notare che era il mio turno e che la signora alla cassa non era affatto contenta che stesse bloccando la fila. Lui si spostò così che io potessi pagare, il suo sguardo mi bruciava addosso mentre . Seguii Taylor fino ad un tavolo con tre ragazzi mozzafiato, improvvisamente mi sentii fuori posto, conoscevo Taylor a malapena. Perché avrei dovuto mangiare con lui e i suoi amici? Quel giorno era tutto così assurdo che invece di voltarmi e andarmene rimasi a sentire i nomi di quei ragazzi.
<<Jane ti presento Hacson , Kane e Landon >> sfoggiarono i loro migliori sorrisi, mi venne da ridere perché se pensavano di rimorchiare erano fuori rotta. Sarebbe stato come spegnere il fuoco con la benzina provare ad avere quel tipo di approccio con me. Mi sedetti tra Kane e Landon che 'gentilmente' si erano spostati per farmi sedere. Divertita dai loro strani modi iniziai a mangiare.
<<Di poche parole la ragazza >> guardai Kane con sufficienza
<<Non serve mica parlare per attirare l'attenzione. Le stelle stanno in silenzio eppure chi non rimarrebbe a guardarle per ore? >>

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Ecco il mio primo capitolo spero vi piaccia
Al prossimo aggiornamento
da R.

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