Capitolo 32

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Quando mi risvegliai sentivo la testa pesante come un macigno gigantesco. La luce forte non mi permise di vedere subito, vedevo tutto a macchie è sfocato. Quando riuscii finalmente a mettere a fuoco, notai Adam addormentato su un divanetto dell'ospedale, non molto lontano dal letto in cui ero stesa io. La stanza dalle pareti bianche, con quell'odore mischiato che sapeva di disinfettante e sangue. Non mi erano mancati quei letti d'ospedale, erano scomodi e le lenzuola sembravano volerti risucchiare. Erano troppo bianche, abbinate perfettamente con il colorito dei morti. Riuscivo a pensare solo a quello, alla morte lì dentro. Presi a tossire incontrollatamente, Adam aprì di scatto gli occhi, sporgendosi verso il comodino e porgendomi un bicchiere d'acqua. Sentivo la mia gola in fiamme, il petto pesante e il mio corpo inerme. Era come essere in un sogno, provi a muoverti, ci riesci ma non senti il contatto. Però qualcosa sentivo, dolore.
<<Come ti senti?>> chiese sedendosi sul letto, accanto alle mie gambe. Gli avvenimenti del giorno... non sapevo quanto tempo era passato. Comunque fosse, ricordavo tutto. Ricordavo di essere venuta in ospedale, di essere in fine andata da Liam in quel vicolo. Ricordo com'era conciato, i lividi e il sangue. Ricordavo anche quel pazzo del mio ex, Micheal. Ma non mi importava di quello che era successo dopo, dovevo sapere come stava lui.
<<Dov'è Liam? Sta bene?>> temevo la risposta, ma temevo ancor di più la paura che provavo sapendo che lui non stesse bene. La mia voce era graffiata, e spezzata dai colpi di tosse che mi coglievano di sorpresa.
<<Sta bene, ma non si è ancora svegliato>> disse prendendomi ad accarezzare la mano. La sua mano calda a contatto con la mia fredda mi fece rilassare, per quanto lo potessi essere dopo quello che era successo.
Com'era possibile che Liam fosse finito in quella situazione. Lui e Jace erano stati aggrediti, io e Adam avevamo perso la casa. Liam era stata aggredito ancora e si trovava in ospedale per la miseria. Non riuscivo a sentirmi in parte colpevole di tutti quegli avvenimenti. Se solo non avessi fatto entrare Micheal nella mia vita e neppure Liam, ora lui starebbe bene.
<<Sa che sono qui?>> lui scosse la testa, potevo leggere la confusione nel suo sguardo <<Non deve saperlo, okay? Lui non sa che sto male, e non deve saperlo. È tutta colpa mia Adam>> mormorai le ultime parole sentendo le lacrime pungermi gli occhi. Prima che Adam potesse ribattere la dottoressa Stuart entrò nella mia stanza. Se c'era una cosa importante per me ed Adam , erano le promesse.
<<Adam...>> distolsi lo sguardo dal suo guardando davanti a me , tirando su col naso e trattenendo le lacrime <<...quando ci siamo conosciuti mi hai promesso che qualsiasi fossero state le mie scelte tu mi avresti appoggiato>> Adam sospirò e uscì dalla stanza in modo che la dottoressa mi potesse visitare. La regola più importante. Io mi fido di te se tu ti fidi di me. La fiducia era tutto per me ed Adam, lo conoscevo da quando avevo dieci miseri anni. Si era preso cura di me, mi aveva cresciuta, ma soprattutto mi aveva dato amore. Un emozione che a stento credevo di poter ricevere da uno sconosciuto. Da un diciassettenne che ancora studiava, cresciuto in mezzo alla strada che conosceva i miei genitori. Abbiamo passato brutti periodi, ma la fiducia tra noi due, c'è sempre stata e sempre ci sarebbe stata nel nostro rapporto. Mentre la dottoressa mi visitava sentivo l'ansia crescere. E se Liam fosse stato già avvisato che ero lì? E se gli avevano già detto che stavo male? Non volevo che anche lui mettesse in pausa la sua vita, che si preoccupasse per me. Non volevo che anche lui si facesse male per colpa mia. Si era già abbastanza ferito in quelle poche settimane. Avevo già perso i miei genitori, mio fratello, molti amici e non volevo aggiungere Liam alla lista. Quando la dottoressa uscì dalla porta, questa si riaprì mostrandomi la figura di Mason e Kane. Mi ero scordata di quei due, Pinco Panco e Panco Pinco. Li guardai rassegnata dal fatto che mi avrebbero fatto la ramanzina, solo che non me ne importava. Ero troppo stanca, con il cuore a pezzi e la paura che mi avvolgeva come una sorta di coperta.
<<Mi spieghi cos'hai in testa?>> mi guadò esasperato Mason. Sapeva già cosa avevo deciso sin dal giorno prima, cos'era cambiato? Forse niente, o forse tutto.
<<Sentite non sono in vena di ...>> feci per dire ma venni interrotta bruscamente da Kane.
<<Ascolta tu Jane, cosa c'è di male se Liam lo sa? Perché ti ostini a farti vedere sempre forte, sei umana, non una cazzo di bambola>> guardai Kane con le lacrime a gli occhi.
<<Sapete come si ci sente a perdere una persona a cui vuoi bene? Io ho perso tutta la mia famiglia. Senti talmente tanta confusione nella testa per cercare di coprire il dolore al cuore che ti frantuma l'anima a poco a poco. Non voglio che Liam, che nessuno di voi provi quelle sensazioni strazianti, non per me>> mi asciugai le lacrime sulle guance e distolsi lo sguardo. Mi guardarono con uno sguardo che non riuscivo a decifrare. Non riuscivo a ...
Mi ritrovai avvolta tra le braccia di quei due ragazzi che avevo conosciuto per caso. A cui senza accorgermene mi ero affezionata, in così poco tempo. Le mie difese crollarono del tutto sentendomi debole e impotente.
<<Ne varrebbe la pena, anche per te >> mormorò. In quel momento mi sentii come il giorno della morte dei miei genitori. Anche se stavo perdendo Liam, avevo trovato loro, anche se il paragone era evidente. Un po' come Adam e i miei genitori. Per non parlare di Oliver cosa avrei dovuto fare con lui. Confusione, sapevo solo di provare quel sentimento.


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SCUSATE , so che ci ho messo moltissimo a scrivere questo capitolo, ma non è stato facile. La mia testa è come in tilt. Ci sono una miriade di cose che voglio fare , ma sapete com'è , poi non si arriva a niente.

Comunqueeeeeeee..........

Com'è questo capitolo? Un po' corto lo so. Ci sono molte emozioni, la testa di Jane e nel pallone. Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? Liam scoprirà del piccolo segreto di Jane? E che mi dite di Oliver, suo fratello?

Commentate e lasciate una stellina. Siete sempre di più e così anche la mia felicità!

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