Capitolo 31

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Quella mattina mandai un messaggio a Mason e uno a Molly. Alla mia nuova amica dissi che quel giorno non sarei andata a scuola, perché avevo la febbre. Banale lo sapevo ma non avevo in mente nessun altro scusa. Mentre dissi a Mason se mi poteva accompagnare da una parte, senza dargli troppi dettagli. Quando arrivò l'orario suonò il clacson e scesi chiudendo la porta dell'appartamento. Luke e Tyson sapevano solo che ero troppo stanca per andare a scuola. Salii in macchina e chiusi lo sportello.
<<Dove dobbiamo andare?>> chiese Mason. Lo guardai sospirando era il momento di dire la verità.
<<Dobbiamo andare in ospedale>> si girò a guardarmi di scatto. <<Sto bene, ma devo fare una visita>> magari non era tutto ma era pur sempre vero che non gli avevo mentito. Lui non replicò e ci dirigemmo verso l'ospedale. Quando arrivammo andai al bancone dove si trovavano le infermiere.
<<Scusi avevo un'appuntamento con la Dottoressa Stuart>> dissi guardando l'infermiere davanti a me. Aveva l'aria stanca e scocciata ma quando mi guardò sembro come risvegliarsi. Odiavo attirare l'attenzione del genere maschile. Lui annuì, mi chiese il nome e poi mi disse che potevo trovarla al secondo piano, prima porta a destra. Ringraziai nonostante le lunghe occhiate che mi lanciava e seguita da Mason andammo al secondo piano.
<<Non stai bene, vero?>> disse lui mentre salivamo con l'ascensore. Avrei voluto rispondere con del sarcasmo ma mi limitai a scuotere la testa non riuscendo a guardarlo negli occhi.
<<Per questo eviti Liam?>> ero stata beccata in pieno anche se trovavo esagerato che lo sapesse dopo un solo fine settimana. <<Però non stai evitando me, perché?>> So che era confuso, lo ero anch'io. Ma sentivo che Mason l'avrebbe presa diversamente da Liam.
<<Mi fido di te, anche se non so il perché. Forse il fatto che sei un ragazzo di parola mi rassicura. O forse il fatto che non vuoi da me niente più di un'amicizia>> alzai le spalle. Liam era stato chiaro su quel versante, voleva di più di una semplice amicizia e avrebbe aspettato. Per fortuna nell'ascensore non c'era nessuno, così potemmo parlare tranquillamente. E quando le porte dell'ascensore si aprirono esitai qualche istante prima di uscire da esso. Tossii un po' e Mason mi guardò preoccupato. Gli feci un sorriso per rassicurarlo, non ero in pericolo; non ancora almeno. La Dottoressa Stuart mi stava aspettando davanti un porta.
<<Jane , mi ha stupito la tua chiamata>> mi sorrise abbracciandomi. Erano quasi tre anni che la dottoressa Stuart mi aveva come paziente. Da quando io e Liam ci eravamo trasferiti a New York.
<<Non sto molto bene>> risposi come se niente fosse. Entrammo nella stanza e iniziò con vari esami, alcuni dei quali erano sotto sforzo. Mason rimase in silenzio durante tutti gli esami, anche quando tossivo e ritrovavo il fazzoletto sporco di sangue. Quando la dottoressa uscì Mason si avvicinò e si sedette sul lettino al mio fianco.
<<Hai paura?>> chiese cogliendomi di sorpresa. Non ci avevo pensato, avevo solo capito che dovevo affrontare la cosa. Avevo paura? Si, dannazione. Annuii, inaspettatamente mi strinse in un'abbraccio. Poggiai la testa sul suo petto e tirai su col naso. Avevo cominciato a piangere senza rendermene conto. Poco dopo mi staccai asciugandomi il viso con le mani. La dottoressa rientrò e ci guardò. Il suo sguardo non prometteva niente di buono.
<<Jane, per i risultati degli esami ci vorrà un po'. Perché non torni domani con Adam?>> annuii. Poteva sembrare che andasse tutto bene, ma non era così. Potevo benissimo vedere i fogli che aveva in mano la Dottoressa Stuart, ma non feci storie. Mi alzai dal lettino e mi avviai verso la porta, salutandola.
<<Mi raccomando non fare troppi sforzi>> eccola, quella frase mi aveva confermato il peggio. Uscimmo dall'ospedale in un silenzio tombale e anche in macchina la situazione non fu' migliore. Mason aveva capito la gravità della situazione, e anche che non ne volessi parlare. Lo apprezzai molto. Avevo fatto la scelta giusta, per una volta, forse aveva iniziato a capire come funzionasse il mio cervello. A rompere il silenzio fu' il cellulare di Mason.
<<Pronto?...hey, si perché .... cosa? Ha deciso di morire per caso?>> si girò a guardarmi <<Arriviamo>> non mi spiegò nulla, così sbuffai. Di mio ero già curiosa. La chiamata era la più strana che avessi sentito da molto tempo a quella parte.
<<Che succede?>> non ero neanche sicura di voler sapere la risposta. Mason esitò qualche secondo prima di rispondermi.
<<Liam è nei guai . Jace , Ty , Luke e Adam stanno andando da lui>> non chiesi dove, ero entrata nel pallone alla prima parte della frase. Mason non aveva torto qualche giorno prima , quando diceva che si cacciava sempre nei guai. Il mio cervello prese a pensare ai peggiori scenari, era frenetico e sapevo che di lì qualche minuto mi sarebbe scoppiata la testa. Guidò per qualche altro minuto, poi si fermò in una stradina. Scese dall'auto e lo seguii a ruota la situazione era grave lo potevo capire dall'atteggiamento di Mason. Non lo avevo mai visto così serio prima d'ora. Ero pronta. L'effetto scena faceva parte di me. Sentii che la Me interiore, quella che usciva di notte , si era impossessata di me. Attraversammo qualche stradina e ci ritrovammo in un vicolo buio. Era tutto troppo familiare. Sperai dentro di me di sbagliarmi. Sembrò quasi che i pezzetti dei giorni passati si fossero ricongiunti. La casa bruciata, l'aggressione di Jace e Liam... avevo come la sensazione di conoscere già lo schema.
<<Aspettiamo gli altri>> sussurrò Mason tenendomi per il gomito. Scossi la testa facendogli segno di continuare a fare strada. A convincerlo non fu' la mia espressione, bensì uno sparo. Quel rumore sarebbe sempre rimasto nelle mie orecchie, nei miei pensieri, nei miei sogni. Corsi dietro Mason impaurita, seguendo il luogo da dove era partito lo sparo. Ci ritrovammo in un'altro vicolo, più illuminato di quello di prima. La scena che vidi mi atterrì. Liam era tenuto da due ragazzi per le braccia, mentre un terzo lo colpiva brutalmente. Non si era ancora ripreso dai vecchi colpi e quella volta non sarebbe bastato un po' di ghiaccio. Era un'ammasso sanguinolento e la cosa non fece che mandarmi di più su tutte le furie. Una persona in particolare mi fece prendere la parola senza pensarci due volte. Le mie supposizioni di qualche istante prima erano state corrette.
<<Allora è vero, dal marcio non si può scappare>> dissi avanzando verso lo stronzetto. Per un primo momento sgranò gli occhi, poi sorrise perfido.
<<Ciao ciao piccola Lady Jane>> rise malefico mettendo in mostra una fila di denti bianchi. Riuscivo a vedere il piccolo piercing che poggiava sui denti superiori. Le prime volte che l'avevo visto il suo Smile mi aveva attirato, ero incuriosita da quel ragazzo. Adesso provavo solo ribrezzo. <<Che c'è ti sono mancato?>> chiese distraendosi da Liam. Scoppiai a ridere senza felicità.
<<Ah , sei diventato anche spiritoso? Non sono qui per te, sono qui per lui>> Liam mi stava guardando, nonostante gli occhi violacei e gonfi riuscivo a vedere blu acquamarina che tanto mi piaceva. Stupidi ex psicopatici.
<<Così tu conosci la mia ragazza?>> un senso di nausea mi assalì quando colpì Liam con la pistola in testa , così da farlo svenire. Con uno scatto afferrai uno dei ragazzi per il collo , presi il coltellino dalla sua tasca e glielo puntai alla gola.
<<Non dovevi farlo>> lo trucidai con lo sguardo. Lui rise sfidandomi con lo sguardo.
<<Come sempre hai messo l'orgoglio davanti a tutto. Così tu , il tuo fidanzatino e il tuo amichetto morirete in un vicolo al freddo e al gelo>> fece il finto broncio, mentre gli altri ragazzi uscivano una pistola l'uno.
<<Sapevo che ci conoscevamo poco, ma non pensavo che fossi così stupido. E per la cronaca, IO NON SONO LA TUA RAGAZZA>> in poco tempo i ragazzi accompagnati con mia sorpresa da Kane si avventarono su Micheal e i suoi stupidi amici. Non persi tempo e diedi un calcio al tizio che avevo sottomano. Cadde in ginocchio davanti ai miei occhi. Si liberò, mi sentivo come ad un incontro, solo che quella volta non sarebbe finita bene. Ricevetti un pugno allo stomaco che mi fece piegare e sputare sangue. I colpi di tosse non finirono e mi sentivo sempre più debole. Mi avvicinai a Liam mentre i ragazzi si occupavano degli ultimi. Noi sicuramente non avevamo bisogno di usare pistole e coltelli, e non era neanche la prima volta che ci ritrovavamo in situazioni del genere. Controllai il battito di Liam, era lento ma non fui in tempo a dirlo ai ragazzi che vidi tutto nero. Il buio mi stava inghiottendo e io non potevo fare niente. Dovevo salvare Liam.

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