Capitolo 14

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JANE
Ecco il mio piano era appena andato in fumo. Avevo pensato di non rivolgergli più la parola , di scappare quando ne avevo la possibilità e far finta di nulla. Il piano di riserva era pensare a quello che mi aveva detto Luke e decidere di conseguenza. Ma no, non era stato possibile seguire nessuno dei due piani, perché lui aveva deciso di invadere il mio spazio personale. Si era intrufolato in casa mia senza il mio consenso. Sentii la rabbia montarmi dentro con una violenza tale da spaventarmi. <<Che diavolo fai qui?!>> gli urlai contro, sperando che capisse che non era il benvenuto e che se ne sarebbe dovuto andare.
<<Dovevo parlarti ma tu eri sparita, quindi sono venuto qui>> spiegò come se fosse normale infiltrarsi dentro casa della gente senza consenso.
<<Non c'è niente di cui parlare>> dissi più tranquilla e con finta indifferenza, il cuore batteva furioso contro la gabbia toracica e non per la rabbia.
<<Ah, e il bacio? Puoi dirmi perché l'hai fatto?>> Ecco si, avrei potuto dirgli perché mi andava, o perché provavo curiosità nell'assaggiare la sua bocca? Sfortunatamente non avevo una risposta perché avevo lasciato che la rabbia prendesse il sopravvento, e mi arrabbiai ancora di più perché sapevo che era un suo diritto avere una risposta. Anche se aveva ricambiato il bacio, quindi se l'era goduta.
<<Non mi piacciono le persone che mi rompono , volevo che la rossa capisse che se voglio giocare col fuoco, io ci gioco. Non ho paura di alcune minacce da liceale >> spiegai con finta disinvoltura .
<<Sul serio pensi che creda a queste scemenze?>> ingoiai silenziosamente il groppo che avevo in gola. Certo che speravo che credesse in quelle scemenze, ma Liam mi aveva dimostrato più volte che non era come gli altri ragazzi della nostra età. Era un finto stupido arrogante. Era davvero arrogante ma sapevo anche che era molto intelligente e chiunque sostenesse il contrario era uno sciocco.
<<Beh , non sono fatti miei se ci credi o no>> insistetti, volevo solo che se ne andasse. Che capisse che io non ne valevo la pena, che un bacio non cambiava nulla tra noi due. Liam era soltanto il fratellino del mio migliore amico. Ma allora perché sentivo che la tristezza si stava impossessando del mio cuore fragile e mal ridotto?
<<Quindi se io faccio così>> disse avvicinandosi fino a sfiorare il mio naso con il suo, petto contro petto, sguardo contro sguardo. I nostri respiri si mischiarono, il mio battito aumentò e il respiro mi mancò. Strofinò il suo naso contro il mio, con estrema dolcezza, facendomi scordare di tutti per un secondo. Sapevo che ci saremmo rimasti male entrambi, ma se volevo allontanarlo avrei dovuto ferirlo. Anche se non volevo che soffrisse non capivo il perché mi importasse così tanto di lui.
<<Se mi baci rimarrò impassibile. Perché dovrebbe importarmi di un insulso bacio? E poi da parte di uno sconosciuto?>> mi feci coraggio allontanandomi di un passo da lui, cercando di prendere una boccata d'aria. <<Pensi davvero che ti abbia baciato perché provavo qualcosa per te? Scusa ma non sei il mio tipo>> cercai di respirare regolarmente ma invano.
<<Sai che c'è? Che sei una stronza e il fatto che i tuoi genitori siano morti non centra niente. Ho provato a giustificarti ma perché dovrei lottare per te se neanche i tuoi genitori l'hanno fatto. Forse perché per te non ne vale la pena>> mi superò con una spallata e si richiuse la porta dietro di sé con un tonfo che mi fece sobbalzare. E poi lo sentii, sentii il mio cuore andare in mille pezzi. E lo capivo, davvero, capivo che l'avevo ferito. E che lui aveva fatto lo stesso con me anche se non lo pensava veramente. Ma aveva fatto male, tanto male. I miei avevano lottato, avevano lottato per proteggere me e Oliver , e c'erano riusciti. Io ero viva e Oliver pure, anche se vivevamo con questo vuoto nel cuore noi continuavamo a vivere. Vivevamo grazie a loro, solo per loro. In poco tempo un fiume di lacrime mi attraversò le guance e bagnando la mia maglia di amarezza e dolore. Non vedevo l'ora che quella giornata finisse, non vedevo l'ora delle vacanze natalizie. Non perché mi piacesse il Natale ma perché non ci sarebbe stata la scuola e non avrei visto Liam e gli altri ragazzi. Pensavo che sarebbe toccato a me far soffrire loro per farli allontanare da me, ma non avevo pensato che loro avrebbero potuto fare altrettanto. Ero stata una sciocca a credere di non rimanere scottata. Ero stata sciocca a credere di poter baciare Liam e non aspettarmi nessuna reazione. Avrei solo voluto che tutti tacesse. I miei pensieri, le mie preoccupazioni, la mia coscienza. Ripensai ai mesi prima, prima del tradimento della mia ex amica. In quei giorni niente e nessuno mi avrebbe scalfito. Non avevo capito di essere cambiata tanto in poco tempo, ma allora perché continuavo a soffrire. Perché non riuscivo a stare bene con gli altri? Perché ero sempre invischiata in situazioni pericolose e ne rimanevo sempre scottata? Avrei solo voluto che un vortice mi avvolgesse e facesse di me parte di se. Avrei voluto non essere mai esistita, forse i miei genitori sarebbero stati ancora vivi. 

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Regalo di Natale , vi ho aggiunto un altro capitolo .
Come avrete ben notato, grazie alle vacanze natalizie posso aggiornare più spesso .
Commentate
e lasciate una stellina.
Al prossimo aggiornamento .
R.

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