Capitolo 21

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Jane

<<Se perdi ti dovrai tingere i capelli biondo cenere, o forse bianchi è meglio?>> risi prendendolo in giro. Sarebbe stato un bel cambiamento dato che i suoi capelli erano sul castano biondo, gli avrebbero dato un'aria da cattivo ragazzo.
Era mercoledì mattina ed ero in un bar vicino a scuola, a fare colazione con Liam , Mason e Landon. Gli altri ci avrebbero raggiunto a scuola per la prima ora.
Ritornando alla scommessa di poco prima, Liam sosteneva che una cameriera se lo stasse mangiando con occhi, testuali parole. Mentre io sostenevo che la cameriera guardasse me, continuava a guardarmi e a mordersi il labbro con fare provocante. Se fossi stata dell'altra sponda non ci avrei pensato due volte a farmi avanti. Aveva lunghi capelli rossi, labbra carnose e occhi azzurri. Il tipo di ogni persona che provava attrazione per il genere femminile.
<<E se perdi tu dovrai tornare al tuo colore naturale di capelli>> mi sfidò Liam guardandomi beffardo.
<<E tu che ne sai di che colore è?>> non ero del mio colore naturale da anni ormai. Avevo sempre preferito i colori chiari al mio nero pece, per quello i miei miei capelli erano anche viola.
<<Jace avrebbe potuto farmi vedere una foto di te da bambina, non molto tempo fa>> sorrise divertito dalla piega che aveva preso la conversazione <<Eri davvero adorabile>> continuò a prendermi in giro.
<<Adorabile? Io ?>> gli scoppiai a ridere in faccia.
<<Non perdiamo l'obbiettivo della scommessa eh>> intervenne Mason.
Dopo pochi minuti in cui io e Liam continuiamo a discutere, la cameriera ci portò i nostri caffè. La ragazza mi rivolse un sorriso prima di andarsene.
<<Non significa niente>> borbottò Liam. Dopo poco mi accorsi del tovagliolo bianco con sopra dei numeri scritti a penna.
<<Questo può bastare?>>
Neanche a dirlo che io e Mason ci sbellicammo dalle risate per tutto il tragitto in macchina. Avevo deciso di non pensare agli avvenimenti di lunedì, ne tantomeno a quelli dei giorni prima. Alla mia decisione di non parlare con nessuno di loro e ignorarli, e alle brutte cose che io e Liam ci eravamo detti. Bastava solo dire che saltare il giorno prima scuola era servito a farmi ammorbidire. Liam aveva messo il broncio, era proprio carino con le labbra arricciate e il labbro tra i denti. Carino? Dio mi stava dando alla testa, eppure non riuscivo a stargli lontano. Ovunque andassi me lo ritrovavo intorno, e mi brucia ammetterlo, ma non mi dispiaceva affatto la sua compagnia. Ed era questo a preoccuparmi. Mi preoccupava anche il fatto che riuscivo a raccontargli molte più cose che a chiunque altro, più o meno. Scendemmo dall'auto e ci dirigemmo verso l'entrata. Il mio telefono prese a squillare, così lo presi dalla tasca posteriore dei jeans. Quel giorno ero vestita interamente di nero, quel colore mi faceva sentire estremamente a mio agio.
<<Pronto?>> chiesi confusa, rispondendo a un numero sconosciuto .
<<Jane >> mi pietrificai sul posto . E sono sicura che sbiancai.
<<O-Oliver?>> chiesi a stento, Mason come se niente fosse, mi prese per un braccio e mi portò lontano dagli altri che ci avevano raggiunto appena ci avevano incontrato.
<<Si, ti sei ricordata>>lo sentii sorridere nonostante non potessi vederlo. Già sai com'è, sei mio fratello, pensai. Dio quanto avrei voluto dire quelle parole. Ma subito dopo mi mancò l'aria come se mi avessero dato un pugno nello stomaco.
<<Ti serve qualcosa?>> dissi dopo un po' in difficoltà, Mason mi guardava con preoccupazione. Non dovevo avere una bella cera se ero riuscita a procurargli quella reazione.
<<Adam mi ha lasciato il tuo numero come riferimento. Mi chiedevo a che ora vi allenaste oggi>> tirai un sospiro di sollievo, se si parlava di allenamento allora ero in campo sicuro. Non avrei saputo cosa rispondergli se mi avesse invitata a bere un caffè, o altro.
<<Alle 4 pm, ma se hai lezione va bene anche un po' più tardi>> sorrisi pensando al suo corso di studi, anche se lui non poteva vedermi. Ero stata premurosa per la prima volta in vita mia. E se non per mio fratello, per chi altro l'avrei fatto? Ci salutammo e chiusi la chiamata tirando un sospiro di sollievo. Chiusi gli occhi per pochi attimi, l'avrei rivisto, e ne ero felice per davvero. Ma non di potergli dire chi ero veramente, quel peso mi avrebbe ucciso dentro.
<<Glielo dirai mai, che sei sua sorella?>> Mason interrumpe i miei pensieri, non gli chiesi neanche come facesse a saperlo. Era chiaro che Tyson e Jace avevano messo all'occorrente i loro fratellini della mia vita. Qualsiasi aspetto che la riguardasse.
<<Non posso dirglielo>> mi incupii.
<<Perché no?>> tutte quelle domande mi stavano dando fastidio.
<<Non sono affari tuoi >> risposi brusca e mi allontanai velocemente dal lui. Che avevo pensato in macchina? Che mi ero ammorbidita? Si , certo. Dopo poco che camminavo mi venne in mente una cosa. Il mio primo pensiero mi fece dire che era stato Tyson a dire di Oliver a Mason. Ma poi pensai a sabato mattina e a Liam che aveva origliato la mia conversazione con Margareth. Pensai subito di andarlo a cercare e chiedere spiegazioni ma la campana suonò, segno che non avrei potuto parlargli prima dell'ora di pranzo. <<Dannazione>> sbuffai mentre mi dirigevo in classe a passo di carica.
Dio che casino, ero passata dall'essere menefreghista, all'essere messa alle spalle da due deficienti. E un pensiero mi lampeggiò in testa come un allarme. Io e Liam non dovevamo stare vicini, non eravamo fatti per stare insieme. Ma pensai anche che inevitabilmente lo saremmo stati. Questo problema aveva solo uno nome.
Liam Claflin.

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CIAOOOO.
SONO FELICE CHE VOI LETTORI STIATE AUMENTANDO. MOLTO FELICE.
Comunque vi invito a commentare e a lasciare una Stella per ogni capitolo che vi piace .
E penso che dal prossimo capitolo farò uscire le immagini dei protagonisti. Cosa ne pensate?

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