<<Sei sicura di voler parlare con Oliver?>> chiese Adam dall'altro capo del telefono. Ero sicura? No, ma dovevo farlo. Ero stanca di perdere le persone a cui volevo bene, e non volevo perdere anche Oliver solo perché troppo codarda.
<<Si>> non dissi altro e chiusi la chiamata. Eravamo fermi difronte alla casa di Oliver. Non sapevo se i suoi "genitori" fossero a casa. Prima di dirigerci lì sono passata a casa per prendere alcune cose. Prove. A dire la verità, se mai mio fratello non mi avesse creduta. Presi un respiro profondo e scesi dall'auto, Liam al mio seguito. Mi aveva rassicurata per tutto il tragitto in auto. Se fosse andata male, una parte di me sarebbe morta insieme alla mia speranza. Avevo sempre avuto paura di affrontare la realtà, questa era la verità. Ho sempre avuto paura di un rifiuto nascondendomi dietro a una maschera. Percorsi al fianco di Liam un piccolo vialetto. Una volta davanti la porta suonai il campanello. Sentii il tocco leggero della mano di Liam che si insinuava e copriva la mia. Intreccio le nostre dita infiammando il mio corpo con solo quel piccolo contatto. Mi girai a guardarlo negli occhi trovando uno sguardo rassicurante e le sue labbra arricciate in un piccolo sorriso. Il rumore della porta che si apriva mi riportò alla realtà. Incontrai due occhi castani che ci osservavano con confusione.
<<Posso aiutarvi?>> chiese la donna davanti a noi. Lo sguardo gentile, i capelli raccolti in uno chignon disordinato e le labbra rosee strette tra di loro. Le parole mi morirono in bocca.
<<Cerchiamo Oliver>> mentalmente ringraziai Liam , che vedendomi in quello stato aveva stretto di più la presa sulla mia mano ,ma senza farmi male. Alle parole di Liam la signora sorrise e si fece un po' di lato per farci passare.
<<Prego entrate, vi chiamo subito mio figlio>> sorrise gentilmente.
Mio figlio. Quelle parole mi scossero dentro , facendomi aggrottare le sopracciglia. Ero sicura di voler rovinare la vita che Oliver si era creato? Di rovinare la sua famiglia? Mi sentii morire al solo pensiero di vedere Oliver soffrire. La donna ci lasciò in salotto prima di scomparire su per le scale.
<<Tutto bene, piccola? >> in altre circostanze avrei anche sorriso al nomignolo che Liam aveva usato. Ma in quel momento avevo la bocca secca e serrata , quindi mi limitai ad annuire.
<<Jane? Cosa fai qui? E come fai a sapere dove vivo? >> mi girai lentamente verso Oliver. Leggevo stupore nel suo sguardo e anche confusione, e consapevolezza? Quest'ultima mi lasciò interdetta. Che sapesse già la verità? No,impossibile.
<<Dobbiamo parlare. Dovresti sederti >> lasciai la mano di Liam avvicinandomi alla finestra che illuminava il salotto grande e dallo stile moderno. Sia Oliver che Liam presero posto sul divano.
<< Otto anni fa tu hai perso la tua famiglia >> dissi a fatica. Non guardai mio fratello negli occhi , non ne ebbi il coraggio.
<<Anch'io ho perso la mia famiglia, i miei genitori e mio fratello. O così pensavo>> calde lacrime mi attraversarono il viso. Cercai di reprimere qualsiasi singhiozzo , cercai di tenere la voce ferma mentre mi avvolgevo il busto con le mie braccia.
<<Io ... pensavo di aver perso mio fratello, una volta che gli assistenti sociali lo avevano prelevato da casa del suo amico. Notte e giorno non pensavo ad altro che alla morte dei miei genitori , a pensare a quel bimbo dagli occhi così simili ai miei che in quel momento soffriva. Proprio come a me. Ho immaginato moltissime volte lo scenario in cui ti avrei raccontato la verità. Alla reazione di quel ragazzo ottuso che quel giorno si era rifiutato di portarmi con sé>> tirai su col naso e mi passai la mano coperta dalla felpa sul viso umido .
<<E qual'è la verità Jane?>> chiese con voce tremante. Mi girai a guardarlo , leggevo paura. Paura di scoprire finalmente la verità. Egoisticamente non mi interessava altro che stringermi tra le sue braccia. Tornare ad avere quel fratello che avevo avuto vicino , ma allo stesso tempo lontano miglia.
Le parole uscirono dalla mia bocca prima che io potessi dire altro o pensare. Con le lacrime agli occhi e lo sguardo incatenato nel suo dissi quelle maledette parole. Parole che mi ero immaginata per sogno , o quando la mia mente viaggiava troppo . Pensai ai miei genitori , a quanto gli sarebbe piaciuto vedere che noi due fossimo uniti. Che la nostra famiglia in fin dei conti non era stata persa. Ansi, si era solo allargata dopo la loro involontaria uscita.
<<Io sono tua sorella>>♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤
Strano ma vero .... ho aggiornato!
Sono stupita tanto quanto voi . Non vi nascondo che mentre scrivevo il capitolo qualche lacrima mi è scappata, e a voi?
Commentate :
Fatemi sapere come vi sembra il capitolo.
Cosa penserà Oliver, crederà a Jane?
E con Liam cosa accadrà?
Troy si riprenderà?
Moltissime domande e dubbi che vi saranno chiariti con i prossimi capitoli.
Un bacio al prossimo aggiornamento!♡
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Unsteady
Genç Kız Edebiyatı"Se mi amate non lasciatemi" Questo è quello che pensava Jane in lacrime dopo la morte dei suoi genitori. Lei , una ragazza che non vuole conoscere le persone, solo per paura di perderle. In un mondo , che l'ha accolta a braccia aperte , ma che no...