20:30 P.m.
Ero posizionata davanti l'armadio, indecisa su cosa indossare quella sera. Lanciando una rapida occhiata al cellula mi resi conto di quanto fosse tardi così afferrai dei vestiti. Presi un jeans nero con strappi su cosce e ginocchia, un top bianco senza bretelle, le mie consumatissime Vance e il giubbotto di pelle nera. Come da tradizione prima di un incontro andavamo al MC per una cena piena di carboidrati, in modo da passare in rassegna l'organizzazione. Quella sera ero particolarmente in ansia, non riuscivo a stare ferma. Non sapevo cosa aspettarmi dall'incontro di quella stasera, sperai solo che filasse tutto liscio e che quello che sarebbe finito a terra non fosse stato Oliver. Mi truccai con mascara, matita, ombretto grigio scuro e rossetto viola. Mi diedi un'occhiata allo specchio prima di dire <<Adam le trecce!>> urlai dalla mia stanza per farmi sentire.
<< È tardi te le faccio dopo >> disse sbucando dalla porta, sospirai e corsi di sotto seguendo Adam. Aprì la porta di casa e uscimmo fuori nel vialetto. Una volta in macchina, Adam partì sgommando e ci dirigemmo verso il Mc. I ragazzi ci stavano già aspettando nel parcheggio.
<<Dove sono le trecce?>> chiese Jace allarmato, gli occhi leggermente sgranati mentre mi fissava dalla testa ai piede. Quasi potessi nasconderle dietro la schiena.
<<Era tardi>> disse Adam con un sospiro e un'alzata di occhi al cielo.
<< Perché tanta preoccupazione per quelle trecce?>> chiese il dolce e insopportabile fratellino di Jace, nonché Liam lo stronzo.
<<Mi domando ancora perché debba venire anche lui>> dissi infastidita, doveva proprio venire con noi?
<<Jane, fidati di me>> sospirò Jace sapendo che non ero d'accordo con la sua scelta. <<E le sue trecce sono un portafortuna>> disse Jace puntando l'indice contro suo fratello. Liam alzò gli occhi al cielo ma non replicò. Entrammo dentro il locare per ordine e poi tornammo nel parcheggiò per mangiare vicino alle auto. Quando finimmo di mangiare e scherza mi sedetti su una panchina e Adam dietro di me iniziò a intrecciare i miei capelli colorati.
<<Com'è che sai fare le trecce?>> chiese Liam ad Adam trattenendo a stento dal ridere. Non stava giudicando e dal suo sguardo capii che era una cosa che lo sorprendeva, per la prima volta nello sguardo di Liam vidi qualcosa che non fosse un muro di solido cemento.
<<Quando Jane era piccola per andare a scuola portava sempre le trecce. Dopo la morte dei suoi genitori provai in tutti i modi a persuaderla ma non ci riuscii. Quindi guardai tutti i video possibili per imparare a farle le trecce, le trecce 'sacrosante'>> spiegò Adam ridacchiando per la definizione di Jace fatta prima.
Flashback di Jane
<<Non posso andare a scuola, Adam>> sussurrai piano, come se gli stessi rivelando un segreto e nessuno dovesse sentirlo. Anche se nella stanza c'eravamo solo io e lui. Adam si piegò sulle ginocchia in modo che i suoi occhi chiari potessero incrociarsi con i miei.
<<Non puoi o non vuoi, piccola Lady Jane?>> Adam era sempre stato molto sincero con me, però voleva che io fossi altrettanto sincera. Era questo il motivo per cui gli stavo dicendo che non potevo andare a scuola.
<<Non posso, Adam>> scossi la testa con forza e tirai su con il naso. Ogni volta che pensava alla mamma o al papà finivo sempre per piangere. Non riuscivo mai a smettere. Adam mi prese tra le braccia a mi sollevò come se fossi una delle mie bambole. Gli cinsi il collo con le braccia e affondai il viso sul suo petto.
<<Cosa c'è che non va piccola?>> la sua voce era calda, senza traccia di giudizio quindi piansi ancora più forte. Perché se avevo perso mamma e papà ed ero tanto triste, ringraziavo Dio per aver messo sulla mia strada il mio angelo custode. Adam era come un angelo per me.
<<La mamma mi faceva sempre le trecce per andare a scuola>> sussurrai tirando su con il naso. Forse le trecce non erano così importanti, però la mamma diceva che avrebbero potuto portarmi fortuna. E non volevo andare in una nuova scuola senza avere i capelli intrecciati.
<<Allora che ne dici se ci mettiamo subito a lavoro?>> chiese rimettendo a terra e portandomi in bagno.
Fine flashback di Jane
Lo sguardo di Liam saetto subito su di me, distolsi lo sguardo facendo finta di niente. La morte dei miei era un tasto dolente, oltre al fatto che non ne parlavo mai. Adam doveva imparare a tenere chiusa la bocca, ma ero addolcita da quel ricordo di quando ero piccola. I primi dieci tentativi furono un disastro, ricordo che guardandomi allo specchio avevo riso talmente tanto che mi faceva male lo stomaco ed Adam con me. <<Finito>>
<<Si come la tua discrezione >> sbuffai tornando in me, in risposta Adam alzo gli occhi al cielo. <<Okay ,andiamo>> Jace il paladino della pace , che interrompe le discussioni sul nascere, sembrava uno spot pubblicitario.
Ci alzammo dalla panchina e ci avvicinammo alle auto. <<Tu vieni con me >> Liam mi afferrò per la vita e mi trascinò fino alla sua auto.
<<Ma...>> provai a dire ma la confusione mi aveva lasciata stordita. Mi aprì lo sportello ma vedendo che non avevo mosso un dito mi prese in braccio e mi fece entrare dentro con la forza. In pochi secondi fummo fuori dal parcheggio ed io ero ancora più confusa. Non riuscivo proprio a capire cosa stesse succedendo, forse il cibo mi aveva dato sonnolenza.
<<Quindi è per questo che sei così stronza >> affermò e mi girai verso di lui non capendo a cosa si stesse riferendo.
<<Cosa?>> sbuffai fingendomi annoiata per non fargli capire che aveva la mia più totale attenzione.
<< Fai la stronza perché i tuoi sono morti >> cercai le parole per protestare , ma forse aveva ragione. Avrei sfidato chiunque a rimanere buono dopo quello che avevo vissuto io. I ricordi, i mancamenti... Era sempre tutto un continuo lottare.
<<Non sono affari tuoi>> sospirare dopo un po', e lo pensavo veramente. Dopotutto a lui non avrebbe cambiato la vita se fossi stata sincera o no.
<<Tu sei affare mio>> una strana sensazione mi attanagliò lo stomaco, all'inizio pensai che fosse come un pugno nello stomaco ma quando sentii uno strano calore invadermi mi domandai cosa stesse succedendo al mio povero corpo. << Sei importante per mio fratello , e se qualcuno è importante per lui lo è anche per me>>
<<Tu non mi conosci>> ribattei stizzita, incrociando le braccia al petto, come se volessi proteggermi da qualcosa.
<<Permettimelo>>
<<Perché dovrei?>>
<<So che non ti fidi di me ma vedrai che ti conquisterò. E poi voglio vederti combattere>> ridacchiò alla fine, Adam non era il solo ad avere la bocca larga, avrei dovuto uccidere anche Jace . <<Devi imparare a fidarti delle persone>> mormorò tornando serio e lanciandomi un'occhiata eloquente.
<<Tanto non l'ho farò mai. Ho l'istinto di non fidarmi neanche di me stessa>> dissi con certezza, non sarebbe riuscito a farmi cambiare idea.---
Sono riuscita da aggiornare finalmente scusate l'attesa.
Avevo in mente questo capitolo da tanto ma non ho avuto il tempo per metterlo per iscritto.
Spero vi piaccia .
Commentate e lasciate una stellina ☆
Al prossimo aggiornamento
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Unsteady
ChickLit"Se mi amate non lasciatemi" Questo è quello che pensava Jane in lacrime dopo la morte dei suoi genitori. Lei , una ragazza che non vuole conoscere le persone, solo per paura di perderle. In un mondo , che l'ha accolta a braccia aperte , ma che no...