Capitolo 8

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Tutto in quel posto mi diceva di darmela a gambe levate, che ancora una volta ero nel posto sbagliato. Ma come ogni volta reprimevo l'istinto, non avevo mai trovato un posto che mi appartenesse. Dopo tutto, ero quello che avevo di più simile a una casa. Le persone che urlavano numeri per le scommesse, gli spintoni e la puzza di marcio, sapevano proprio di casa. Adam in testa al gruppo ci guidò nella calca mentre noi altri lo seguivamo. Le mani mi sudavano e non riuscivo a non farle tremare . Sarebbe stata la prima volta che parlavo con Oliver dopo la morte dei nostri genitori. La prima volta che avrei incrociato i suoi occhi. Non era un caso che io e Adam fossimo andati in quella città. Ma nonostante ciò non ci eravamo mai parlati io e Oliver. Sorpassammo la folla e proseguimmo per un corridoio poco illuminato sino ad una stanzetta. Oliver si stava fasciando le mani con delle bende nere, indossava dei pantaloncini del medesimo colore ed era a petto nudo. A quanto vedevo non riusciva a stare fermo. <<Nervoso ?>> chiese Adam sorridendogli rassicurante, posandogli una mano sulla spalla. Lo guardava con lo stesso affetto che rivolgeva a me, come a un fratello più piccolo a cui dare consigli di vita.
<<No e solo ...>> Oliver si bloccò non trovando le parole, o forse non volendone spiegare la ragione.
<<Iperattivismo?>> chiesi più che altro per curiosità. Anche io sin da piccola soffrivo di iperattività, non riuscivo a stare ferma per troppo tempo. Da bambina scorrazzavo per casa, ne avevo vaghi ricordi. Da quando abitavo con Adam invece mi ritrovavo a battere i piedi, a fare su e giù per una stanza o spaccarmi le nocche sui Sacchi da box. Mi ritrovavo sempre a battere per terra il piede, o il dito su una superficie. Non mi stupì che anche lui ne fosse succube, solo che quando eravamo ancora insieme lui non ne soffriva. Oliver spostò lo sguardo su di me , mentre io mi rannicchiavo un po' di più dietro Liam. La paura che mi riconoscesse era troppa, quindi d'istinto mi nascosi dietro a Liam, facendolo sembrare puramente casuale. Liam che si accorse di quel mio gesto fece un passo avanti nascondendomi ulteriormente. Riuscivo a scrutare tutti dal fondo della stanza.
<<Esatto, sono Oliver>> allungò la mano, la fissai indecisa se fare un passo avanti e stringerla e dirgli il mio nome. Una mano mi si posò sulla schiena ma non ebbi il tempo di pensare di chi fosse che feci un passo avanti.
<<Jane, piacere >> gli strinsi la mano frettolosamente stando attenta a non guardarlo negli occhi. <<Bene, sarà meglio cominciare >> afferrai Liam per un braccio dato che era quello più vicino a me e lo trascinai fuori da quella stanzetta. Lasciai Liam solo quando arrivammo in un punto vicino al cerchio creato con ciottoli. Mi scrutava ma non faceva domande, per una volta era un sollievo stare vicino a lui. Mi guardai intorno mentre la mia spalla toccava quella di Liam, emanava calore. Le persone erano aumentate a dismisura, l'aria era irrespirabile. Entrai dentro il cerchio per dare inizio all'incontro, Adam mi passò un megafono, abbastanza malandato ma era l'unico modo per farmi sentire in quella stanza piena zeppa di gente.
<<Benvenuti al cerchio. Per chi è nuovo ribadisco le regole. Un volta scommesso non si può puntare su un altro combattente o ritirare la scommessa. Non si toccano i combattenti, provate ad allungare le mani e vi sbatto personalmente fuori a calci nel culo. Come molti già sanno, oggi abbiamo un nuovo pesciolino>> un boato di urlò si alzò così aspettai che tornasse la calma prima di presentare entrambi i ragazzi. Mandai giù l'ansia che mi stringeva la gola. Era come se qualcuno mi stesse strangolando, era il senso di colpa. <<Oliver O'brien contro Justin Miller>> ci furono altre urla mentre i ragazzi entravano nel cerchio. Oliver portava il nome della famiglia affidataria, non ero a conoscenza se ricordasse o meno quale fosse il suo vero cognome. Fecero incontrare i loro pugni coperti dalle bende, quello sarebbe stato l'unica cosa civile quella sera prima del combattimento, ne ero convinta. <<Che vinca il migliore >> mi feci indietro, lasciando posto a loro nel cerchio . Tornai al fianco di Liam, consapevole che non mi avrebbe fatto domande su Oliver. E pronta a sbatterlo fuori se avesse superato la linea del cerchio.
<<Minacciosa >> mi sussurrò Liam all'orecchio, le sue labbra erano quasi poggiate sul mio orecchio. Mi sembrò di sentire il sangue affluire in quel punto così alzai gli occhi al cielo e aspettai il via per prestare attenzione ad altro. Adam suonò una campana il nostro via, mentre io guardavo ansiosa le mosse che avrebbe usato mio fratello. Oliver aveva uno sguardo strafottente mentre Justin aveva uno sguardo concentrato. Oliver velocemente gli sferrò un pugno. E poi fu tutto un susseguirsi di calci , pugni e smorfie da parte del pubblico.

<<Wow>> non riuscivo a togliere lo sguardo dal fazzoletto inzuppato di sangue che usava Miller per asciugarsi il sangue dopo essere rinvenuto. Mi girai verso Liam che aveva parlato, lo guardai con rabbia ed uscii da quella località malandata. Avrei voluto vedere Liam dentro quel cerchio al posto di Miller, e godere nel vederlo ricoperto di sangue. L'aria fredda mi investì, facendomi rabbrividire, il freddo era l'ultimo dei miei problemi in quel momento. <<Tutto okay?>> non mi girai verso la persona che aveva parlato. Annuii mentendo spudoratamente a me stessa e a Jace. Perché non dovrebbe essere tutto okay, d'altro canto aveva stravinto. Oliver aveva fatto il culo al suo avversario, aveva vinto per K.O.
<<Ma cosa dico? No, non va bene. Non volevo questo per lui, volevo qualcosa di meglio. Volevo che diventasse migliore di me>> dissi girandomi verso di lui, lo sguardo troppo appannato per riuscire a vedere la sua espressione. Tremando per la pura verità Jace mi strinse forte tra le sue braccia, assicurandomi che non era colpa mia . Ma se non l'avessi abbandonato? Magari sarebbe andata diversamente, o forse no . Magari il destino esiste davvero perché incominciavo a crederci sempre di più mentre mi si attorcigliava lo stomaco. Oliver avrebbe dovuto avere un futuro migliore del mio, avrebbe dovuto essere migliore di me. Io volevo solo che non sapesse che cosa significava nascondersi. Cosa significava partecipare a corse clandestine o ad incontri negli scantinati abbandonati. Volevo solo proteggere mio fratello.




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CHIEDO UMILMENTE PERDONO, per non aver aggiornato prima , ma il passaggio dalle scuole medie a alle superiori non è facile.
Siete sempre di più che seguite questa storia e ne sono davvero felice .
Spero vi piaccia il nuovo capitolo, lasciate una stellina e un commento □ al prossimo aggiornamento e grazie a tutti .

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