Il Trono di Spade e i suoi schemi

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Sto analizzando il trono di spade per conto mio, e, una volta guadata l'opera nella sua interezza, ho scoperto che è più lineare di quanto sembrava all'inizio. Fatemi pure tutte le correzioni che volete, questa è solo un'introduzione.

Prendiamo la morte di Ned. Tutti hanno urlato "oddio, il protagonista muore!"

Ma Ned è il mentore, in realtà. I suoi insegnamenti permangono e muore alla fine del primo di sette libri. In proporzione, la sua durata è la stessa di Obi-Wan e Brom. La differenza sta nel fatto che abbiamo visto a lungo il suo Pov.

Quanto ai potenziali protagonisti, punto su Jon Snow, Daenerys e pochi altri.

Prendiamo la madre dei draghi. Una delle fasi tipo del cammino dell'eroe è l'incontro con la morte, con conseguente rinascita. A cui lei va incontro sulla pira. Non ci sono dubbi sul fatto che sia tal fase.

Jon Snow? Prendiamo a quando riceve la "chiamata" nei guardiani della notte, con un suo successivo rifiuto. Jon compie anche qui le tipiche azioni dell'eroe.

Perfino dal punto di vista buoni/cattivi in realtà ci sono molti pregiudizi.

Ser Gregor, Joffrey e Ramsay Bolton sono oggettivamente cattivi. Sfido chiunque a dire che sono grigi.

E per quanto Ned possa aver fatto qualcosa di male, lo faceva comunque per dovere o sotto esasperazione. Siamo anche d'accordo nel dire che Jon Snow sia un protettore degli innocenti, difensore dei deboli e gran bravo ragazzo. E Sam? Dai, è talmente buono che Frodo lo adotterebbe.

La differenza rispetto a molti fantasy sta nel giocare coi pov, nella maggior ambiguità (Galadriel nei libri è più ambigua, per esempio, ma fisicamente sembra un angelo) e nella maggior vulnerabilità di alcuni personaggi. Direi anche che si gioca sull'aspetto. Molti buoni del signore degli anelli sono belli, seguendo l'ideale del bello e buono e del brutto e cattivo, almeno in apparenza. Ciò però è solo una vetrina, come esplicitato da Sauron che, per ingannare i popoli, si è presentato come un figo pazzesco. Bisogna anche dire che il cambiamento di pov permette di percepire i diversi punti di vista: Daenerys è, ad esempio, convinta che Ned Stark sia un uomo glaciale. Questo a dimostrare che a volte non esiste il cattivo della situazione (e se c'è è talmente distante da creare un domino, in cui il "buono" finisce per schiacciare altri "buoni" nella propria caduta) ma solo una serie di fatalità.

Perfino Tyrion, considerato un'icona della neutralità, mostra molti elementi buoni. E' gentile (a modo suo, il modo di fare è altamente influenzato dall'ambiente) con Jon, gli dà consigli, si commuove quando questi lo definisce un amico, prepara la sella per Bran, provando empatia per lui, e piange quando il suo mercenario afferma che ucciderebbe una neonata senza problemi, a patto di essere ben pagato. E schiaffeggia Joffrey, che è sempre una bella cosa.

Certo, non è la misericordia incarnata, ma io vi chiedo: chi lo sarebbe, in un contesto del genere? L'ultimo misericordioso è stato decapitato. Tyrion mi dà più l'impressione di essere un frutto del suo ambiente, un individuo che si è adattato al sistema in cui si trovava. Posso garantire che io mi sono incattivito per molto meno.

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