Mia riflessione teologica

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Come sapete io sono ateo, ma in qualità di INTP ho il bisogno di farmi domande e cercare risposte.

In primo luogo, se dovessi identificare un dio, seguirei la teoria di Giordano Bruno: dio è la natura che ci circonda. Allargandola, direi l'universo. In effetti, se si osserva la struttura (disposizione delle galassie) queste ricordano, da quel che ho letto, un sistema nervoso. Le galassie sono poi associabili a singole cellule e un sistema solare pare un atomo, coi pianeti che fanno da elettroni. Può essere solo una coincidenza, ma è davvero affascinante.

Esiste poi un'altra teoria che collego all'eroismo.

Partiamo dal problema del male: se dio è onnipotente, allora avrebbe potuto creare delle creature sue pari. Ma se fossero sue pari, allora non sarebbe più onnipotente, perché su di loro non avrebbe potere. L'onnipotenza è di per sé un paradosso sottomesso alla logica. E' come scrivere un libro: se vuoi che tal libro abbia senso, allora devi stabilire delle regole a cui perfino tu devi rispondere. Devi indietreggiare per far sì che il tuo progetto possa realizzarsi.

Nello schema del libero arbitrio (in generale, non biblico) già decidere un bene minore è scegliere... ma il bene minore (grigio chiaro) esiste solo perché possiamo mettere una goccia di nero nel bianco. Di conseguenza qualsiasi gradazione del cosiddetto bene esiste solo perché ci aggiungiamo del nero, o almeno così sarebbe se il mondo fosse un quadro.

E ora la mia parte preferita: il nero serve per farci brillare. Un individuo che non affronta mai prove vere perché già è perfetto non può mostrarci la sua grandezza. Se hai pietà di un nemico che non odi, sarà un gesto banale. Ma se lo odi, se lo detesti con tutto te stesso, ma in te riesci a trovare la pietà, ecco che mostri quanto vali. L'odio ti fa cadere nel buio, e solo se messo alle strette riesci a trovare la tua vera luce.

Questo è presente anche in natura: il diamante, per poter brillare, deve prima rompersi (così ho sentito) e per trovarlo devi scavare a fondo. 

Questo perché noi esseri umani siamo creature imperfette, e di conseguenza in continua evoluzione. Non siamo in grado di comprendere l'importanza di qualcosa senza prima averne sperimentato l'opposto, e se li sperimentiamo entrambi e riusciamo ad affrontarli, ecco che ci avviamo verso la maturità e l'equilibrio interiore. Certo siamo sempre soggetti a cadute, passi indietro, dubbi, e così via. Ma il dubbio è l'elemento da cui parte il cambiamento.

L'elevazione prosegue fino a un certo punto (dovuto alla vita limitata) ma se la nostra vita fosse infinita cadremmo in uno stato di apatia e noia, perché cerchiamo sempre stimoli superiori. L'immortalità è, al momento, troppo grande per noi.

Se poi si raggiungesse l'elevazione massima e dovessi rappresentarla in un modo (non proprio scientifico, ma esteticamente bello) io seguo lo schema del cosmo statico, l'universo armonico in cui si raggiunge il perfetto equilibrio: finito ma illimitato, come una sfera su cui cammini e di cui non raggiungerai mai i bordi e dove ogni punto può diventare il polo di riferimento. Tale sfera è appunto statica, perché, attraverso le varie fasi, ha raggiunto l'equilibrio armonico.

E una volta che l'hai raggiunto e sei dotato/a di

potenza

saggezza

benevolenza

il tuo primo pensiero non sarebbe quello di guidare altri o di crearne altri affinché seguano il tuo stesso percorso e possano bearsi di questo stato?

E aggiungo un pensiero dell'ultimo secondo: il cosmo statico non è previsto dall'attuale fisica, ma chi ci dice che il nostro universo dis-armonico non sia in realtà il nucleo, in continua evoluzione, di un universo armonico in cui siamo contenuti? Esattamente come il nucleo della terra è in continuo movimento, mentre più si va verso l'esterno più questo è tranquillo?

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