Cosa ne penso di Inheritance

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Oggi lascerò la parola al mio amico Mattheus_EFP , su una piccola recensione di Inheritance, il romanzo che conclude il Ciclo dell'Eredità di Christopher Paolini, ciclo iniziato tanto tempo fa con Eragon.

Io mi sono fermato a Eldest, e a quanto pare ho fatto bene. Pare quasi che, da un certo punto in poi, Paolini abbia smarrito la bussola.

Ciò non toglie che, come libro, Eragon mi ha indirizzato al fantasy, più dei film del Signore degli Anelli (non ne ero un grandissimo fan, videogiochi a parte) e superato solo da Warcraft e da sua maestà il Re dei Lich.

A voi!

***

Buonsalve gente, e benvenuti, o bentornati, nel magico mondo di Alagaesia!

E grazie calorosamente a fanwriter91 per questa opportunità.

Ebbene, ho avuto il piacere, se così si può dire, di leggere Inheritance, curiosissimo di sapere come finiva la saga di Paolini, dato che Eragon mi piacque non poco quando lo lessi da ragazzino.

È opportuno fare due premesse: Inheritance lo lessi quando avevo diciotto anni, e sono il primo ad ammettere che il mio giudizio critico non era esattamente il massimo all'epoca.

Inoltre non lessi mai Eldest o Brisingr, il secondo e il terzo romanzo del Ciclo. So che è una grave mancanza, specie considerando che Eragon lo lessi a quattordici anni. Che posso dire, non ho trovato il tempo o la voglia per quei due libri, e ora come ora non ho tanta voglia di prenderli in mano.

E poi Inheritance aveva un comodo riassunto degli eventi salienti dei precedenti tre libri, quindi non mi ponevo grandi problemi.

Quindi, durante le vacanze natalizie svoltesi nel mio quinto e ultimo anno di liceo, lessi Inheritance e... mi piacque. Senza vergogna affermo che lo trovai un finale soddisfacente.

So che queste affermazioni mi fanno passare per uno stupido, ma ripeto che all'epoca ero un diciottenne che non aveva mai letto Eldest o Brisingr, e i miei standard di gusto erano più bassi di adesso.

Al punto da accettare il fatto che la dragonessa Saphira si preoccupa per una scaglia che le è saltata via dal muso, in un bizzarro momento di "estetica draghesca".

O a trovare "figo" un elfo-licantropo di nome...

*ricerca su WIkipedia* Ah sì, Blodhgarm!

Nota: "Blodhgarm" in norreno significherebbe letteralmente "sangue di cane". Ok, ma quell'elfo è una specie di elfo-lupo...

Ha più senso il nome di Fenrir Greyback, personaggio di Harry Potter: almeno era un licantropo che si chiamava come il lupo mitologico che si papperà Odino il giorno del Ragnarok.

Vabbé, torniamo al libro. A distanza di anni ne ammetto senza problemi i difetti, inclusi quelli generali del Ciclo dell'Eredità.

Innanzitutto la prolissità. Originariamente Paolini voleva fare una trilogia, ma poi il risultato finale fu una saga di quattro libri.

Perché? Beh, perché aveva tante e tante cose da narrare...

Sì, quelle "tante cose da narrare" sembrano più dei filler inutili che altro (e tutti e quattro i libri sono belli corposi). Brisingr è considerato da molti un immenso filler, e Inheritance poteva essere molto più corto, senza mostrare ogni singola battaglia...

Però lo stile di scrittura rimane molto scorrevole, senza troppe sbavature, io stesso non ebbi difficoltà a finire quel mattone dell'ultimo libro. Anche se ammetto che l'autore perdeva intere pagine a scrivere cose superflue (tipo le lumache giganti alla vecchia base in rovina dei Cavalieri dei Draghi).

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