Una Sfida Personale

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 Il pomeriggio successivo Riccardo abbandonò gli allenamenti un'ora prima del dovuto. Come da accordi, il mister gli concesse di lasciare il campo e non fece osservazioni di alcun tipo. I ragazzi della squadra lo guardarono andare via con lo stupore dipinto in faccia e Riccardo sapeva che le domande non sarebbero tardate ad arrivare.

Accertandosi di non essere visto, si recò al teatro per la sua prima prova con il gruppo. Avrebbe conosciuto tutte le persone con cui si sarebbe ritrovato a collaborare per le sei settimane successive ed era un tantino nervoso. Per la prima volta, si augurò che Colette facesse le sue veci e gestisse in solitario le presentazioni.

Non appena arrivò e venne notato, i presenti si accalcarono tutti addosso a lui, profilandosi in ringraziamenti per la sua azione di buon cuore. Riccardo si sorbì le lodi arrossendo e balbettando che non fosse il caso, che lo avesse fatto per spirito di solidarietà e altre frasi di circostanza improvvisate. Aveva l'impressione che nessuno lo stesse ad ascoltare.

<<Via, via, lasciatelo respirare!>> la voce di Colette emerse chiara e nitida alle spalle di tutti e l'assembramento creò un piccolo varco per lasciarla passare. Sorrideva di nuovo in quel suo modo pieno di vita ed entusiasmo e si mise al fianco di Riccardo per spalleggiarlo: <<Ragazzi, il nostro capitano ha accettato di darci una mano con lo spettacolo, forse abbiamo ancora una speranza che tutto il nostro lavoro non venga buttato! Ricordatevi: la sua squadra non deve sapere che sta collaborando con noi o potrebbe passare dei guai con gli allenamenti. Cerchiamo di farlo sentire a suo agio e non carichiamolo di pressioni, tenete presente che ha tutto il lavoro di George da recuperare in poco più di un mese>>.

Fu un discorso incoraggiante, un discorso che servì ad animare se possibile ancora di più il gruppo di teatro e un discorso che lasciò Riccardo senza parole. Colette aveva davvero dato l'ordine a tutti i suoi colleghi di non dire in giro che lui si fosse momentaneamente unito al club? Tutto questo per non farlo rischiare, per mantenere intatto il suo alibi di capitano della squadra di calcio?

Il bene genera sempre bene, ricordatelo.

Forse sua madre aveva ragione, dopo tutto. Incontrò lo sguardo determinato di Colette e le sorrise, in un muto ringraziamento per quel grandissimo favore.

<<Molto bene, Riccardo...Ti presento i ragazzi del club di teatro! Mattew, Thomas, Lucy, Mary-Jane, Costantin, Lula, Clio, Martin e Sarah. Poi abbiamo Fred e Lucius, i nostri macchinisti, e le costumiste, Abella, Andy e Monique. Martha, la nostra cantante che avrà un assolo durante lo spettacolo e i miei colleghi del comitato organizzativo Claude, Nana, Francis e Valery>> Colette presentò ognuno dei suoi compagni, che salutarono Riccardo in rimando. Neanche il tempo di finire l'elenco che già lui si era scordato metà dei nomi dei presenti ma fece finta di niente: <<Abbiamo chiesto alla direzione di mandarci un pianoforte con cui farti provare con l'acustica del teatro. Non appena arriverà, Martha ti darà lo spartito della sua canzone>> la ragazza in questione annuì e alzò il pollice in sua direzione: <<Nel frattempo puoi continuare ad allenarti con quello della recita. Oggi puoi fermarti a vedere le nostre prove per capire di che spettacolo si tratta>>.

Colette ce la stava mettendo tutta per far passare la cosa come normale, come un motivo per essere euforici e positivi ma Riccardo intuiva facilmente che fosse una copertura per mantenere vivo lo spirito combattivo del club. Ci stava comunque riuscendo e ciò era ammirevole.

Si rivolse al gruppo: <<D'accordo ragazzi, pronti a provare?>>. Ricevette un sì generale e tutti salirono sul palco.

Riccardo poté finalmente ringraziarla a parole: <<Grazie per la faccenda dell'incognito>>.

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