Spettacolo di Primavera

287 25 35
                                    

Il grande giorno arrivò. Il gruppo di teatro si riunì a scuola per l'orario stabilito da Colette, pronto per le ultime prove generali. Lo spettacolo era previsto per le nove di quella sera. Con sé, i ragazzi avevano del cibo con cui fare pranzo e cena e un cambio per chi non avesse costumi di scena da indossare.

La madre di Riccardo gli aveva preparato dei contenitori con riso e insalata; in verità l'aveva caricato, sebbene lui sapesse che non avrebbe avuto tempo materiale di mangiare tutta quella roba. Gli aveva anche fatto trovare lavato e stirato il suo completo migliore, quello che aveva indossato nelle due uniche occasioni in cui si era esibito in pubblico al pianoforte. Poi lo aveva salutato con un bacio in testa dicendogli: <<Saremo in prima fila a guardarti>>. Non era che fosse molto contento di ciò...

A conti fatti, tutte le prime sedie del teatro sarebbero state occupate da gente che sarebbe venuta lì per lui: famiglia e compagni di squadra. L'agitazione cominciò a farsi sentire e sperò che quel giorno passasse in fretta.

Colette fu l'anima del gruppo dall'inizio alla fine. Nel pieno delle forze anche alle otto di mattina, faticava a contenere l'entusiasmo e fece chiaramente capire a tutti quanti che non avrebbe tollerato errori dopo tutti gli sforzi che avevano fatto. Fallire avrebbe significato deluderla e, come membro del comitato organizzativo, avrebbe anche potuto cambiare qualcosa per la recita dell'anno successivo, ai danni dei propri colleghi.

Anche per quell'ultimo giorno di prove, Riccardo dovette ammettere che Colette fosse una leader straordinaria. La capacità con cui spronava i compagni a dare il massimo non passava attraverso minacce o pugno di ferro ma aveva un qualcosa di speciale che portava tutti a seguire i suoi comandi e a lasciarsi trascinare dal suo spirito. Se le avesse lasciato in mano la squadra per un giorno era sicuro che sarebbe stata in grado di conquistarsi fiducia anche lì.

Alle sette e mezza, dopo una cena veloce in cui il gruppo si scambiò i propri presentimenti positivi su come sarebbe andato lo spettacolo, il preside e gli insegnanti coordinatori del progetto vennero a comunicare che i cancelli stavano per venire aperti. L'attesa era quasi terminata: si stava per andare in scena.

Colette dettò ordine e impose calma assoluta da parte di tutti. Come presidentessa del gruppo di teatro e membro del comitato organizzativo, avrebbe fatto la comparsa sul palco come sorta di presentatrice del lavoro svolto e dello staff che aveva collaborato con lei alla realizzazione dello spettacolo di quell'anno. Per tanto, avere sangue freddo era essenziale nel suo ruolo e nessuno dubitava delle sue capacità.

Andarono a cambiarsi, maschi da una parte e femmine dall'altra. Riccardo sfoderò il proprio completo e lo indossò con cura, sentendosi come se stesse per fare una cosa più grande di quella che, in realtà, era. Sperò che i suoi compagni non facessero i cretini, tipo alzandosi in piedi e urlare incitazioni idiote. Era tipico di Adé e Ryoma e aveva un tantino di paura.

Uscì dal camerino per unirsi agli altri dietro le quinte. Dall'altra parte del tendone si cominciava a sentire il brusio degli spettatori che entravano e prendevano posto.

Colette camminava a grandi falcate per andare a parlare con tutti i tecnici e i coordinatori degli ultimi dettagli logistici. Riccardo la seguì con lo sguardo: era molto graziosa nel suo abito di presentazione, un vestito nero con un'ampia gonna a palloncino sopra il ginocchio. Aveva raccolto i capelli in uno chignon sopra la testa e si era messa un velo di trucco.

Decise di andare a sbirciare le persone al di là delle tende per vedere dove si fossero messi i suoi amici. Scorse Adé, Ryoma, Gabi, Samguk e Wanli in prima fila e, poco più in là, i suoi genitori. Imbarazzato, richiuse le tende.

Colette radunò tutto il gruppo per un breve discorso motivazionale prima di salire sul palco.

<<Ragazzi, che dire? Sono orgogliosa di voi e del lavoro che abbiamo tirato su! Abbiamo rischiato un fiasco ma per fortuna Riccardo ci ha dato una mano e abbiamo reso la recita ancora più figa di quello che era! Siate fieri di voi e spaccate tutto su quel palco>>.

Il Bene Genera BeneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora