Passo Indietro

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 Per tutta la settimana, Colette continuò ad andare agli allenamenti di Riccardo e a fare la finta manager assieme a Rosie e alla sua macchina fotografica. Scoprì che assistere a partitelle ed esercizi calcistici non fosse così noioso come si aspettava e riuscì persino ad imparare qualcosina in più su quel mondo che non le apparteneva.

Riccardo era in visibilio. Per lui, vedere Colette agli allenamenti tutti i giorni era l'indizio più incredibile che qualcosa si fosse smosso e il proprio piano stesse cominciando a funzionare. Cercò di tenere sempre la sua attenzione su di sé, facendo leva sulla propria posizione di capitano e regista. Non che gli importasse davvero che Colette vedesse quanto fosse bravo sul campo, ma almeno avrebbe dato l'impressione di una persona sicura e convinta delle proprie idee.

Ad allenamento finito non si fermava mai a parlare con lei perché la presenza di Rosie lo disturbava non poco. E poi non sarebbe stato carino nei suoi confronti. Così poi si sentivano per telefono la sera.

Il giovedì Riccardo le scrisse: "Vedo che ti diverti a venirci a vedere agli allenamenti adesso".

Colette rispose: "Sì, non è male. Non ho nulla da fare, e almeno imparo qualcosa sul calcio".

"Vuoi imparare qualcosa? Ti insegno se vuoi".

"Sento puzza di ne approfitto".

"Sai che sono trasparente nei tuoi confronti" poi, prima che lei potesse rispondere, aggiunse: "Scherzi a parte, voglio vederti. Usciamo di nuovo?".

Colette esitò, incerta su quale fosse la risposta migliore da dare. Poi digitò: "Non lo so...".

Il cuore di Riccardo fece un tonfo profondissimo.

"Come non lo sai? Cosa c'è da sapere?".

Colette non era sicura di saperlo.

"Non so, non so se potrebbe funzionare..." disse infine.

Riccardo fissò il telefono per una buona manciata di minuti, lo stomaco che lentamente si annodava e finiva sotto le scarpe. Sentì come una voragine infinita squarciargli il petto ma si impose di non lasciarsi trascinare giù e di approfondire.

"...In che senso non sai se potrebbe funzionare?".

Aveva paura a leggere la risposta successiva ma i suoi occhi rimasero incollati allo schermo.

"Tra di noi, lo sai...".

Trasse un bel respiro, un grande, profondissimo respiro. Poi buttò fuori l'aria e scrisse, controllando il tremore improvviso alle mani e il dolore lancinante allo stomaco.

"Insomma alla fine hai scelto lui".

"No, in realtà no. Ma questo non centra niente, non sono sicura che in generale possa funzionare tra noi due. Siamo troppo diversi".

Era la tipicissima scusa che le ragazze rifilavano quando non volevano impegnarsi con qualcuno, glielo aveva raccontato anche qualcuno dei suoi amici. Si accigliò.

"Mah, non mi sembra che la cosa ci abbia creato dei problemi finora".

Non si preoccupò che il proprio tono risultasse scortese, avrebbe accettato di venire rifiutato per Trevor ma non perché non erano compatibili o altre stronzate simili.

"Sì ma è diverso in una coppia".

"Sii più chiara per cortesia".

"Cosa ti devo dire? Non sono sicura, punto".

"E allora perché vieni agli allenamenti? E mi dai corda e tutto il resto?".

Riccardo cominciava ad arrabbiarsi. Se Colette aveva intenzione di giocare con lui per illuderlo aveva sbagliato persona e non si sarebbe fatto prendere in giro.

"Perché mi trovo bene con te ma non so se sarei in grado di trasformare il nostro rapporto in una relazione".

Riccardo aveva ormai il cuore che gli batteva nelle orecchie. Colette gli stava dicendo di no. Per messaggio, per giunta. Ci aveva girato intorno ma il succo era quello: non era interessata a mettersi con lui. Tutti i suoi sforzi erano stati inutili, non le piaceva abbastanza.

Amareggiato e con le lacrime agli occhi scrisse: "D'accordo, mi sembra chiaro. Grazie per avermelo detto".

D'un tratto la sua vita si era rovesciata. Aveva accarezzato per un po' il sogno di gloria e di colpo era tutto svanito.

Era convinto che Colette non gli rispondesse neanche, invece dopo un po' gli arrivò un altro messaggio.

"Riccardo, sei una persona straordinaria. In questi mesi ho avuto la possibilità di conoscerti per quello che sei e, credimi, sono veramente veramente contenta che tu ti sia aperto con me, che mi abbia permesso di entrare un po' nella tua vita. E sei tutto quello che una ragazza possa desiderare. Ma io non sono quel tipo di ragazza, capisci? Tu vuoi una storia d'amore, io non te la posso dare. Mi piaci, mi piaci un sacco ma non basta a giustificare una relazione. Ho paura di prenderti in giro e non te lo meriti, hai già sofferto abbastanza".

Riccardo rilesse il messaggio cinque volte. Tutti i complimenti che Colette gli aveva fatto non gli interessavano minimamente. Doveva farla ricredere sulle sue paure, insistere sul fatto che si sarebbe accontentato, purché lei ci provasse.

Cercò di digitare una risposta sensata ma aveva la vista offuscata dalle lacrime e la testa in palla, quindi ci mise almeno dieci minuti.

"Lascia perdere quello che è successo in passato. Ti ho detto che non sto cercando da te la storia del secolo e te lo riconfermo adesso. Che senso ha stare così? Se ci piacciamo entrambi perché non possiamo provare? Se non funziona pace, ma almeno ci abbiamo provato. Non voglio rinunciare a te, Colette. Ho fumato una cazzo di sigaretta per te! Non mi fai desistere dal mio intento se mi dici che ti piaccio ma che non ti senti convinta. Non mi arrendo così facile".

"Ci dormo su, ok? Buona notte".

Fu questa l'unica risposta di Colette. Non era abbastanza ma insistere avrebbe significato rovinare tutto. Così Riccardo le diede la buona notte e la lasciò andare.

In preda all'agitazione, alla rabbia e alla tristezza e senza un briciolo di sonno addosso, scrisse un lunghissimo messaggio a Gabi in cui sfogò tutta la propria frustrazione per la conversazione appena avuta. Non gli importava che non gli rispondesse, aveva solo bisogno di urlare a qualcuno come si sentisse. Invece, con sua grande sorpresa, un quarto d'ora dopo l'invio del messaggio Gabi lo chiamò.

Riccardo si incollò al telefono come fosse un'ancora di salvezza e parlarono per un'ora abbondante. Esattamente come aveva fatto con Bridget, Gabi ascoltò tutte le paranoie, le lamentele e i sentimenti di Riccardo, confortandolo per quanto gli fosse possibile e puntando di fare il resto soltanto con la propria presenza.

Si salutarono soltanto quando Riccardo, spossato dalle proprie emozioni, sentì di non riuscire più a tenere gli occhi aperti. Così, per non addormentarsi durante la conversazione, lo salutò e lo ringrazio a dovere. Il sonno lo prese prima ancora che posasse il telefono sul comodino.


Buoooona sera ragazzuoli! Spero abbiate passato delle buone feste e che non siate collassati sotto il cibo!

Per il resto, Gabi è la migliore amica che tutti vorremmo avere, non c'è che dire u.u Sorpresi da questo voltafaccia di Colette??

FDP

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