Per il resto della settimana, Riccardo e Colette ripresero a sentirsi per messaggio la sera. Niente di lungo o impegnativo, giusto qualche battuta con cui si informavano reciprocamente di come fosse andata a scuola e di cosa stessero facendo. Colette era impegnata fino al collo con l'annuario e il giornalino e durante gli intervalli non si beccavano più, nemmeno per un saluto.
A fine giornata Riccardo si rendeva conto che gli mancasse il suono incessante della sua voce nelle orecchie. Così cercava una scusa per scriverle, anche se a volte ci pensava prima lei. Ed era un bene perché lo aiutava a non reputarsi invadente.
Naturalmente non aveva detto a Gabi di aver ripreso i messaggi con Colette e lui, grazie al cielo, non gli aveva più fatto domande. A metterlo in imbarazzo ci pensava già Ryoma che, dopo averlo beccato in corridoio a sbirciare dentro la terza C, si era convinto di chissà quale tresca e, di tanto in tanto, lo guardava in modo strano ed eloquente.
Giovedì sera fu Colette a iniziare la conversazione e il messaggio diceva: "Ohi! Sabato ti alleni? Io occupo il teatro abusivamente, se ti alleni ci becchiamo a scuola".
Riccardo fissò per un bel po' il telefono e, senza sapere perché, il suo cuore accelerò di poco i battiti. Prima di rispondere andò nel gruppo squadra e scrisse alla veloce: "Ragazzi sabato chi c'è per un allenamento straordinario?". Non si fermò neanche a pensare se avesse qualche impegno, lo fece e basta, spinto da chissà quale volontà.
Gli diedero disponibilità tutti tranne Doug, che però disse di andare lo stesso. Così, dopo aver organizzato, Riccardo poté scrivere a Colette: "Sì mi alleno".
"Ottimo, che orari fai?".
"Dalle tre alle cinque".
"Più o meno i miei".
Riccardo era incredibilmente contento. Doveva inventarsi un modo per non farsi beccare dai compagni ma era contento di avere una scusa per vedersi con Colette. Era sempre così impegnata che diventava difficile beccarsi per due chiacchiere.
Il sabato arrivò in fretta. Riccardo e i ragazzi della Raimon si trovarono al campo e impostarono una partitella leggera che assunse più i toni di un gioco. Avevano passato tutta la settimana ad allenarsi e quel pomeriggio venne preso da tutti come un'occasione per non fare i seri e raccontarsi i fatti propri.
Di fatto, passarono un'ora e un quarto in campo; il resto del tempo lo impiegarono seduti in cerchio sull'erba a giocare con delle carte speciali che aveva portato Adé: in pratica ogni carta riportava una situazione e loro dovevano combinare i particolari per mettere su scenette poco credibili. Chi sfornava la più divertente si aggiudicava i punti.
Riccardo si divertì talmente tanto che non si accorse dell'orario. Gli capitò per caso di controllare e vide che fossero già le cinque passate.
Guardò i compagni con aria di scuse: <<Ragazzi, io devo andare>>.
<<Ma come, non finiamo la partita?>> protestò Adé.
<<Finitela pure, io devo veramente scappare>>.
Ryoma gli lanciò la solita occhiata: <<E dove dovresti andare di bello?>>.
<<A casa, e dove se no?>> rispose Riccardo reggendo la sfida: <<Ci vediamo stasera>>. Prese la sua roba e si diresse agli spogliatoi. Fece finta di cambiarsi, per poi entrare a scuola e dirigersi a teatro. Nessuno dei suoi compagni sarebbe passato per l'istituto, quindi non correva alcun pericolo. Doveva solo accertarsi che se ne fossero già andati quando avrebbe fatto lo stesso.
Colette era ancora lì, con la sua musica a tutto volume. E stava di nuovo ballando. Vide subito Riccardo quando si affacciò e scese dal palco per abbassare la musica.
<<Finito?>> gli chiese.
<<Sì, tu? Vedo che anche oggi ti dai da fare>>.
<<Ho fatto di più della volta scorsa. Vuoi vedere?>>.
Riccardo si avvicinò al tavolino e lasciò che Colette gli mostrasse la parte grafica dell'annuario di quell'anno. Il tema sarebbe stato città nel mondo e ogni classe avrebbe avuto come sfondo una bella foto di diverse metropoli.
<<Bello, complimenti>> le disse Riccardo.
<<Ti piace? Mi manca poco. Il preside ci ha finalmente comunicato le date in cui fare le foto: saranno il 9 e il 10 maggio. Lunedì attacco l'avviso>>.
Spense il pc e lo ripose in cartella. Nell'osservarla, Riccardo notò con stupore ritardato che avesse i capelli sciolti, una lunga cascata scura che le sfiorava il bacino.
<<Hai i capelli sciolti>> commentò ad alta voce.
Colette lo guardò, sorpresa da quelle parole. Poi sorrise: <<Ah sì. Caso strano, mi si è rotto l'elastico mentre venivo qui. Ma ogni tanto mi fa bene tenerli sciolti>>.
<<Io trovo che tu stia molto bene con i capelli legati>>.
Riccardo formulò quell'osservazione con spontaneità e naturalezza, traducendo in parole un pensiero che gli era saltato alla mente. Si accorse subito dopo di aver parlato e non solo pensato.
Colette esitò un bel po'. Entrambi arrossirono guardandosi negli occhi.
<<Grazie!>> esclamò poi lei, pensando di dire altro ma senza riuscirci.
<<Figurati>> Riccardo si schiarì la gola per scacciare l'imbarazzo e punendosi mentalmente per aver parlato a sproposito: <<Ne hai ancora per molto?>>.
<<No, veramente...veramente stavo per mettere via>>.
Con gesti nervosi e impacciati, Colette iniziò a riordinare la propria roba sparsa per il tavolino. Nel radunare le penne urtò la bottiglietta d'acqua e, nel prenderla, fece cadere una penna. Riccardo si mise ad aiutarla, entrambi evitavano di guardarsi. Dopo di che si diressero fuori dal teatro.
Prima di proseguire verso i cancelli, Riccardo si accertò che i suoi compagni se ne fossero già andati ma la scuola sembrava deserta, quindi non c'era pericolo.
Una volta fuori, si scambiarono un'occhiata.
<<Devi...?>> iniziò Riccardo, alludendo alla sigaretta.
Colette fece un gesto di noncuranza con la mano: <<No, sono a posto. Oggi mi sono rilassata sul palco>>.
<<Ok, allora...a lunedì>>.
Lei annuì: <<A lunedì>>.
Si diedero le spalle e iniziarono a camminare. Era di nuovo ripiombato il disagio, un disagio che Riccardo si era illuso di aver superato.
Rieccoci qui! Si nota il mio amore per Adé in questi capitoli?! Ma soprattutto, supereranno il disagio i nostri due protagonisti??
Per scoprirlo rimanete connessi❣️
FDP
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Il Bene Genera Bene
FanfictionConosciamo tutti Riccardo Di Rigo come una persona riservata e sensibile. Ma cosa succederebbe se una ragazza esuberante e chiacchierona fino allo stremo entrasse brutalmente nella sua vita? Una storia che non chiede altro che essere letta😋