Sigarette e Confessioni

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Riccardo esitò qualche secondo prima di rispondere di sì. Aveva smesso da tempo di trovare Colette irritante ma aveva ancora la tendenza a parlare a raffica quando si trovavano in contesti di tranquillità. Ma tutto sommato due parole in più con lei non gli avrebbero fatto dispiacere e acconsentì.

Si sedettero sulla panchina. Colette sospirò e gettò la borsa al suo fianco. Frugò al suo interno e ne estrasse un pacchetto di sigarette. Nel frattempo Riccardo, per schermarsi dal freddo, tirò su le gambe e si strinse le ginocchia al petto.

<<Stranamente sono sfinita dalla settimana!>> commentò Colette. Sfilò con la bocca una sigaretta dal pacchetto e poi lo sporse verso Riccardo: <<Vuoi?>>.

Lui guardò prima lei, poi la sua offerta e per un attimo il suo cervello andò in stand by. Che Colette fumasse era l'ultima cosa che si aspettava.

<<Cosa...? No, grazie>> balbettò, sperando di non fare la figura del moccioso. Lei scrollò le spalle e mise via il pacchetto. Poi coprì con le mani la punta della sigaretta e la accese con un accendino.

Riccardo la guardò aspirare a pieni polmoni e gettare poi fuori una nuvola di fumo accompagnata da un sorriso di pace. Colette intercettò il suo sguardo e gli rispose con divertimento.

<<Che c'è?>>.

<<Niente niente>> si affrettò a rispondere Riccardo, per non dover essere costretto a rispondere "c'è che fumi e non dovresti". Si voltò e fissò con ostinazione la strada di fronte a sé.

Colette trattenne una risata perché credeva di aver capito e si accoccolò sulla panchina, prima di tirare una seconda boccata.

<<Sei bravo come pensavo>> gli disse dopo alcuni secondi di silenzio.

<<A fare cosa?>> chiese Riccardo in rimando.

<<A suonare. Sei proprio un ragazzo prodigio>> terza boccata: <<Anzi, virtuoso>> soffiò fuori il fumo e si godette l'imbarazzo di Riccardo che, come ogni volta che qualcuno lo definiva virtuoso davanti ai suoi occhi, non poteva fare a meno di arrossire.

<<Grazie>> disse piano. Poi si costrinse a riaversi e aggiunse: <<Anche tu sei una virtuosa>>.

<<Io? Nah, non direi proprio>> Colette fece cadere un po' di cenere sul marciapiedi e sorrise con sarcasmo e divertita rassegnazione.

Riccardo voltò la testa: <<Hai sostenuto un monologo da suicida come se volessi suicidarti davvero. È notevole>>.

<<Potrei fare di meglio. A dire il vero potrei fare meglio un sacco di altre cose. Ma, sai com'è...non ho tempo>>.

Continuò a sorridere all'orizzonte, facendo ancora una volta uso di quell'auto-ironia che, però, in quel caso parve velata di un goccio di risentimento.

Era la prima volta che Riccardo la vedeva poco sicura di sé e se ne sorprese: ormai era abituato a vederla convinta al cento per cento delle proprie azioni.

<<Potresti fare di meno ma farlo meglio>> le diede quel consiglio banale, per poi dirsi che dovessero averglielo già esposto in tantissimi.

E infatti lei non si scompose: <<E invece voglio fare tutto, e farlo meglio>> lo guardò: <<È una sfida, capisci? Anche se ciò significa sacrificare alcuni aspetti della mia vita. Come le uscite>> tirò una quarta boccata e rise dopo aver soffiato via il fumo: <<Forse è per questo che sono single da quasi due anni. Poco tempo>>.

Riccardo non rispose e voltò di nuovo la testa, affondando il mento nelle ginocchia. Cadde il silenzio, rotto solo dal rumore di qualche macchina e dai grilli nel parco della scuola.

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