Nervoso

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 Per tutta la sera, Riccardo non fece altro che pensarci. Nel momento stesso in cui aveva richiuso la porta alle spalle di Colette, aveva giurato a se stesso che avrebbe archiviato all'istante l'episodio e si sarebbe concentrato su altro, invece la sua mente tornò sempre inesorabilmente lì. Per tutte le ore successive continuò a sentire sulla propria bocca la pressione delle labbra di Colette e il calore della sua lingua dentro di sé. Era così scosso e aveva lo stomaco così serrato che quasi non toccò cibo e i suoi genitori gli chiesero se stesse bene. Trovare la faccia tosta di mentire e nascondere il turbine impetuoso di emozioni che lo stava sconquassando fu l'impresa più ardua della sua vita.

Naturalmente non chiuse occhio. Il battito frenetico del suo cuore gli riempiva le orecchie impedendogli di dormire. La scena si ripeteva a manetta nella sua memoria, come un film, una sequenza di immagini che cominciò a dubitare fosse avvenuta davvero.

La cosa che più di tutte lo metteva in subbuglio era il fatto che gli fosse piaciuto. Baciare Colette gli era piaciuto. Era assurdo, lo trovava persino sbagliato, ma quando provò a chiedersi se sarebbe tornato indietro volentieri una grossissima parte di lui rispose positivamente. Si sorprese anche di come gli fosse stato facile e spontaneo reggere un bacio di quella portata senza averlo mai fatto prima. Ma evidentemente si era parecchio sottovalutato dopo la rottura con Bridget.

A casa sua, Colette era vittima delle stesse identiche emozioni. Più il senso di colpa: non doveva baciare Riccardo. Non nella sua attuale situazione, aveva commesso un torto a entrambi. Era stato dolce e intenso, ma drasticamente sbagliato, frutto di un'azione impulsiva, come se quella vicinanza e la canzone appena suonata avessero posto delle basi per quel seguito obbligato.

Non sapeva nemmeno se potessero definirsi amici.

La notte si consumò sui loro sentimenti travagliati e sulla loro insonnia, portando l'alba di un nuovo giorno.


Il mattino seguente Riccardo si recò a scuola con ancora lo stomaco serrato e le ginocchia tremanti. Aveva dei dubbi che gli martellavano il cervello e fu tentato di tagliare le lezioni, se non fosse che poi avrebbe dovuto farsi una giustifica e falsificare la firma di sua madre perché non se ne accorgesse. Troppo complicato.

Si sentiva come in un'altra dimensione. Aveva come la sensazione che l'episodio del pomeriggio precedente fosse stato solo frutto della sua immaginazione ma una parte di lui sapeva perfettamente che fosse tutto vero.

Per tutta la prima parte di lezioni non fece che chiedersi cosa sarebbe successo da quel momento in avanti. Colette avrebbe fatto finta di niente? Si sarebbe comportata con lui come se fosse tutto nella norma e non ci fosse mai stato alcun bacio? E lui come avrebbe dovuto comportarsi? Avrebbero dovuto parlarne, affrontare l'argomento?

Appurato che non avrebbe ottenuto risposte fino alle tre di quel pomeriggio, sorsero altre domande secondarie ma ugualmente impellenti: piaceva a Colette? Le piaceva in quel senso? Se sì, non lo aveva affatto dato a vedere. E cosa sarebbe successo se fosse venuto fuori che le piaceva? Le cose tra di loro sarebbero ovviamente cambiate. E lui come avrebbe reagito in quel caso?

Le spiegazioni dei professori sembravano soltanto un rumore confuso e indistinto. Riccardo fissava il quaderno aperto di fronte a sé muovendo gambe e penna in modo veloce e nervoso, senza accorgersene.

Durante l'intervallo fece in modo di non passare davanti al teatro. Aveva paura di incontrare Colette e, dato che aveva deciso di non raccontare nulla a Gabi per il momento, aveva anche paura che l'amico si accorgesse che qualcosa era cambiato.

La grande sfida della giornata fu comportarsi come se nulla fosse di fronte a lui e alla squadra. Gabi non doveva in alcun modo sospettare di qualcosa, in fondo non era successo nulla di eclatante e di sicuro lui avrebbe esagerato con i commenti. Riuscì abbastanza bene a camuffare il nervosismo durante gli intervalli ma non durante gli allenamenti. Continuava a distrarsi, era in campo fisicamente ma la sua testa era da un'altra parte, era a casa propria il pomeriggio precedente, di fronte al pianoforte, con Colette seduta al suo fianco.

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