Quando i ricordi ti colpiscono, è difficile mandarli via. È difficile lasciare che la tua mente si liberi e non pensare più a nulla.
Quando i ricordi ti colpiscono, rimani intrappolato dalle catene dei tuoi stessi pensieri. Rimani intrappolato da te stesso. L'unica chiave per uscire da quel carcere, è affrontare tutto ciò che ti spaventa. E forse, io ho più coraggio a tenere i pensieri dentro la mia testa, che lasciarli andare e affrontarli.Scosto le coperte e mi alzo, passandomi una mano sul volto. Mi sento terribilmente stanco nonostante io abbia dormito tutta la notte. Noto un biglietto abbandonato sul mio comodino e improvvisamente mi ricordo di averlo preso dalla reception e averlo posato li, dimenticandomi, sucessivamente, della sua esistenza. Lo prendo e, dopo essermi stropicciato gli occhi più volte, lo apro. Leggo le varie informazioni ma il mio occhio cade improvvisamente sulla scritta "spa: bagno turco, sauna e piscina idromassaggio. Tutto a tua disposizione", mi sembra di aver appena ricevuto un illuminazione divina.
Vado verso il balcone e tiro su la tapparella, facendo entrare la luce necessaria per osservare il disordine che ho lasciato ieri sera. Tutto il mio progetto è sparso sulla scrivania, un paio di matite sono a terra e il mio computer è rimasto aperto, scaricandosi del tutto. Lo metto sotto carica e vado in bagno a lavarmi. Non ho nemmeno la più pallida idea di che ore siano. Poggio l'asciugamano e prendo il cellulare, notando all'istante due messaggi da parte di Miriam.
- Ieri ho dimenticato di avvisarti... ho parlato con Ryan e ha detto che oggi avremo la giornata libera per pensare a nuovi progetti e svagarci un attimino. Se ti va, possiamo farci un giro...
Corrugo la fronte e sbadiglio. Sento che alla fin fine lei è una brava ragazza, però davvero non me la sento di passare del tempo con le persone. Preferisco starmente per i fatti miei oggi. E poi... quella spa attira un casino...
Per non lasciarla nel visualizzato, decido di risponderle.Mi dispiace ma, come credo tu abbia visto ieri, -
mi sento molto stanco e a pezzi.
Sinceramente, non ho molta voglia di uscire.
Se ti va, possiamo fare un'altra volta, okay?Sucessivamente, decido di chiamare Louis. Non si è fatto sentire ieri e non vorrei offenderlo in qualche modo. Appena parte la chiamata, vado a ristraiarmi sul letto, mentre giicherello con qualche ciocca del mio ciuffo di capelli.
«Ehii amore, come va?», Sento la sua voce squillare dall'altro capo del telefono e, istintivamente, mi allontano.
«Ehi, scusa se ieri non mi sono fatto sentire. Comunque, tutto bene», dico e la voce mi esce quasi in un sussurro.
«Tranquillo, in realtà è colpa mia. Avrei potuto chiamarti anche io. Soprattutto perchè mi sono dimenticato di dirti che ha chiamato tua mamma, chiedeva dove fossi e dice che le manchi», a queste sue ultime parole, mi si gela il sangue nelle vene. Mi schiarisco la voce con un leggero colpo di tosse e sospiro.
«Oh... okay. La richiamerò. Come vanno le cose li? Tua mamma si è fatta sentire?»
«No, però mi sto cercando una sistemazione. Sai, non voglio essere d'intralcio a casa tua. Anche se vedere il tuo culetto in giro per casa non era niente male...» ghigna e io sorrido al ricordo del suo sguardo su di me.
«Tranquillo, tornerò presto.»
«Me lo auguro, comunque ora ho un colloquio di lavoro, quindi devo lasciarti. Ci sentiamo stasera, okay? Così ti faccio sapere», dice.
«Certo, buona fortuna», metto giù la telefonata e ripenso alle sue parole di prima. Mia madre ha chiesto di me. Le manco. Sono anni che non mi contatta. Perchè sta succedendo tutto ora?
Prendo un paio di asciugamani e mi cambio, mettendomi direttamente il costume. Prendo le ciabatte e mi avvio verso il piano della spa. Ho intenzione di rilassarmi. Staccare da tutti, anche se per poco. Scendo gli scalini con una certa fretta, come se avessi un bisogno disumano di riposo e pace. Come se fossi a digiuno da giorni. Entro in questa specie di saletta, e un calore improvviso mi accoglie come in un abbraccio. Lascio che questa calda sensazione si appropri del mio corpo ed entro, appoggiando l'asciugamano su un'apposita panchina, insieme alle ciabatte. Essendo solo in costume, mi sento un po' a disagio ma fortunatamente non ci sono molte persone.
In un angolo vedo posizionata una piccola piscina. Suppongo sia quella idromassaggio. Al centro della sala c'è un pilastro dal quale scendono dei getti d'acqua, per permettere a quelli usciti dalla sauna di rinfrescarsi un attino. Alla mia destra, invece, c'è il bagno turco e le saune sono posizionate a sinistra, a lato della sala. Le porte sono oscurate, ma si possono intravedere i rempentini cambi di colore della luce. Mi avvio direttamente verso la piscina vuota, illuminata da una leggera luce blu. Appena mi immergo, mi beo di questa fantastica sensazione e mi lascio andare, appoggiandomi con la schiena al bordo. Lascio che i getti d'acqua mi colpiscano, massaggiandomi la schiena e facendomi sentire istantaneamente meglio. Faccio cadere la mia testa all'indietro e chiudo gli occhi, liberando la mente.
Dopo un po' di tempo, mi immergo completamente e torno su, scuotendo la testa e passandomi la mano davanti agli occhi, per riberarli dall'acqua. Mi rimetto al mio posto e alzo lo sguardo. I miei occhi vengono catturati da una figura maschile che esce dalla sauna dirigendosi verso le docce centrali. In un primo momento non ho idea di chi sia, poi realizzo che è Ryan. Non mi trattengo e lascio che i miei occhi scivolino su tutto il suo corpo. Vedo le spalle possenti muoversi a ogni passo, le goccioline di sudore percorrere lentamente il suo petto fino agli addominali scolpiti, per poi scendere ancora e ancora, fino alla V. Deglutisco davanti a questa vista e lo osservo mentre si butta sotto il getto d'acqua. Si passa una mano tra i capelli, chiudendo gli occhi, poi si volta e i miei occhi cadono su quello che sembra essere un fondoschiena ben allenato. Si volta ancora e, mio malgrado, mi ritrovo ad osservare una certa presenza, coperta a malapena dal costume completamente appiccicato alla pelle.
Faccio immediatamente tornare il mio sguardo in alto, incrociando il suo. Sorride, contento di avermi colto in flagrante e si avvicina. Penso di essere diventato rosso fino alle punte delle mie orecchie. Fortunatamente la poca luce mi copre.«Ma guarda un po' chi si rivede», dice, immergendosi anche lui nell'acqua. Si mette proprio di fronte a me, in modo da potermi guardare negli occhi. «Non dovresti essere a pensare al progetto?», chiede, sistemandosi il ciuffo bagnato.
«Per quanto mi riguarda, dovresti esserci anche tu. Essere il capo non significa non lavorare», ribatto.
«Giusto», sorride senza aggiungere altro, facendo così calare il silenzio. Non stacca i suoi occhi da me, e questa cosa mi mette parrcchio a disagio. Lo vedo, menfre analizza ogni singola parte del mio corpo. Sento il suo sguardo bruciare sulla mia pelle e, per la prima volta, non mi capita di dover desiderare di essere altrove. Mi piace essere guardato in quel modo, mi piace essere desiderato, voluto.
Vedo come mi osserva, come fa passare il suo sguardo dalle mie labbra al mio corpo. E, a sto punto, penso che ciò che voglia lui da me, sia più che chiaro. Spero solo di non cedere...«Andy», dica da un momento all'altro, facendomi riprendere dai miei pensieri. Lo guardo e gli faccio cenno con la testa di parlare.
«Sta sera, dopo cena ti voglio nella mia stanza. La 325. Devo parlarti di alcune cose. Spero solo non scapperai come ieri...»
«E se non dovessi presentarmi?» Chiedo provocando il suo sguardo indagatorio e seducente. Mi intriga e non posso negarlo.
«Beh, non saprai mai cosa ti avrei dovuto dire», fa spallucce e mi sorride. Poi si alza, lasciando scivolare tutta l'acqua sul suo corpo. La sua figura è imponente su di me. «Alle nove puntuali, in camera mia. Non tardare, odio i ritardatari», detto questo mi sorride ed esce, prendendo il suo asciugamano. Sparisce dalla mia visuale lasciandomi nel dubbio.
So cosa vuole e cosa mi "dirà", non sono mica stupido, ma non posso negare che in un certo modo mi attira. Non posso fare una cosa del genere a Louis. Non posso lasciarmi prendere dalle emozioni, ancora una volta. Però io davanti alle tentazioni non resisto. Spero sono che, entro questa sera, questo mio interesse e bisogno di staccare sparisca del tutto.
Lo spero davvero.
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𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚
FanfictionCOMPLETA «Fowler, lo sappiamo entrambi che lo vuoi anche tu...», mi bacia sul collo e sospiro, accorgendomi solo ora di aver trattenuto il fiato per tutto questo tempo. «E se io non lo volessi?», chiedo, sperando che questa tortura mentale finisca a...