15 GENNAIO 2017
In macchia regna il silenzio. Proprio questa mattina, ho deciso di denunciare Julian e le sue azioni sbagliate nei confronti miei e di mia sorella. Sonny ha deciso di venire con me, è sempre stato molto protettivo sotto questo aspetto.
Ma credo abbia notato anche lui che il poliziotto, che si è offerto di aiutarci, non ha proferito parola durante il viaggio.Entrambi pensavamo ci chiedesse qualche dettaglio, o che per lo meno si portasse dietro qualche suo collega, ma nulla.
Continuo a far tremare la gamba dal nervoso e dall'ansia, soprattutto perchè so che mia sorella è nelle mani di quel mostro. L'altra sera, mi ha pregato di portare mio nipote Ethan il più lontano possibile da questa città, ma mi sembra più che logico che io da qui non me ne andrò senza di lei.Ho l'ansia che mi divora da dentro e non mi lascia tranquillo, rendendo il mio respiro sempre più pesante. Sento la mano di Sonny appoggiarsi sulla mia spalla, come se avesse notato il mio nervosismo. Mi giro verso di lui e, trovando i suoi occhi già posati su di me, gli sorrido, rassicurandolo.
Arriviamo velocemente in questa specie di cascina abbandonata e il polizziotto parcheggia leggermente lontano. Nonostante il suo silenzio, credo che alla fin fine sia simpatico. Dimostra quasi quarant'anni, anche se credo ne abbia di meno, e il suo fisico è a dir poco invidiabile. Appena entriamo, sento la voce di mia sorella mentre discute con qualcuno e, seguendo il mio istinto, corro subito nella sua direzione.
«Andy aspetta!» sento la voce di Sonny richiamarmi in lontananza, ma non intendo fermarmi. Salgo le scale, raggiungendo rapidamente il piano superiore. La vedo mentre agita le braccia in aria, puntando il dito contro una figura maschile che mi da le spalle.
Poi vedo lui puntarle contro una pistola e lei smette subito di parlare. Vedo la paura attraversarle lo sguardo, quello sguardo che poi si posa su di me.Lui si gira, mi vede e sorride divertito. Sento Sonny mentre cerca di tenermi fermo, di non farmi andare in quella direzione. Sento le sue mani coprirmi le orecchie pochi secondi prima di sentire uno sparo e vedere mia sorella cadere a terra, con una macchia di sangue sullo stomaco. Tiro un urlo talmente forte, che spaventa anche Sonny facendolo spostare lateralmente.
Cerco di correre verso di lei, urlando, ma le sue braccia mi bloccano ancora. Così, in preda al panico e alla rabbia, lo spintono, facendolo cadere a terra.«No!» nego anche a me stesso quello che sta succedendo. In meno di qualche secondo, sono piegato in due con lei tra le mie braccia. Le accarezzo il volto, la guardo mentre i suoi occhioni blu si spengono lentamente e passo le mie dita tra i suoi lunghi capelli biondi. La sento sospirare con la testa sulle mie gambe e sento la sua mano sfiorare la mia, con l'intento di prenderla.
Giro lo sguardo verso quell'uomo. Lo vedo, è Julian e mi guarda con soddisfazione, mentre al suo fianco si trova il polizziotto di prima, sorridente. Sonny è lontano, guarda la scena scioccato, forse anche più di me. Riabbasso lo sguardo su questo corpo esile che giace tra le mie braccia e mi trattengo dall'urlare. La prendo e la stringo a me, la supplico, la prego di non andarsene. Ma lei mi accarezza in volto e dice: «Sii forte Andy. Sii forte per me e per Ethan.»
E in questo momento mille coltelli attraversano la mia schiena. Mille lame mi tagliano senza freni.
E io scoppio a piangere. Improvvisamente sento le lacrime scivolare come fiume in piena sulle mie guance, il mio corpo scosso dai forti singhiozzi, e il suo irrigidirsi tra le mie braccia, mentre mi rivolge il suo ultimo, vero, sorriso. Nonostante tutto lei sorride, nonostante il dolore che le lacera il petto, le lacrime che le bagnano il volto, il cuore affranto e lo sguardo vuoto, lei sorride per me. Una tempesta si sta abbattendo sui nostri corpi, come vento forte sento la sua anima volare via, insieme alle foglie alzarsi in alto nel cielo, lasciandomi completamente solo. Mi abbasso su di lei, la stringo a me e non riesco a crederci, non riesco a lasciarla andare.E arriva forte come un pugno allo stomaco, forte come un coltello piantato nel petto. Il dolore è qui, mi saluta da lontano e pian piano si avvicina, mi sorride, spalanca le braccia e mi accoglie in un abbraccio. Mi sussurra che andrà tutto bene, mi dice di stare tranquillo, di non preoccuparmi delle tenebre. Ma lo sento ed è più forte di me. Sto cadendo, sto precipitando e non riesco a prendere equilibro. Forse... mai ci riuscirò. Navigo nel buio alla ricerca di qualcosa che non troverò mai. E lui è qui affianco a me, mi accarezza il volto e asciuga le mie lacrime dicendomi di tenere duro, perché questo è solo l'inizio.
Però mi dispiace deluderti, dolore, ma non credo di essere alla tua altezza. Non credo di riuscire a sopportare il modo in cui stai stringendo il mio cuore nelle tue mani, il modo in cui stai riempiendo la mia testa di urli soffocati, parole mai dette e nascoste, sguardi incompresi e abbracci mai dati. Non posso sopportare il rimpianto, la paura di rimanere solo, la delusione nel non essere riuscito a proteggerla. Scusami, dolore, ma non penso di riuscire a sopportarti. Scusami, dolore, ma non credo di riuscire a riprendere fiato, rialzarmi e andare avanti come se nulla fosse. La tua tempesta ha portato via mia sorella, ma con lei ti sei preso parte di me, se non tutta la mia anima. Quindi non farti problemi ad uccidermi lentamente, sappi solo che non reagirò al tuo stimolo. Scusami, ma non posso, non qui e non ora.
Poi, d'un tratto, tutto si quieta. Il silenzio cala dolcemente sulle nostre due anime, sulla sua appena volata via, e sulla mia, lasciata cadere a pezzi senza pietà. La guardo un ultima volta, vedo una mia lacrima caderle sul volto e scivolare giù, fino al collo. Sento le mani sporche del suo sangue, mentre non respiro. Mentre sento il mio petto farsi sempre più piccolo, i miei polmoni stringersi e il mio cuore chiudersi. Tremo, tremo con le mani posate ancora su di lei e le dita incastrate tra i suoi lunghi capelli.
Tremo al pensiero di non averla più con me. Tremo al pensiero di ciò che mi aspetta. Tremo, mentre sento un altro colpo arrivare forte allo stomaco, facendolo torcere su se stesso. Tremo dalla voglia di alzarmi e spaccare la faccia a quel mostro, ma sono bloccato. Non riesco a fare nulla se non piangere.
Ora mi sembra di rivedere noi due da piccoli, mentre litighiamo, mentre ridiamo, mentre ci lanciamo qualcosa addosso per poi finire a terra con le risate che divorano i nostri corpi. Improvvisamente l'immagine di noi due assieme mentre parliamo o siamo in giro, si palesa nella mia mente. Seguita da quella di noi due abbracciati, del suo sorriso, di lei con in braccio Ethan per la prima volta nonostante sapesse ciò a cui andava incontro. Se solo l'avessi saputo, sarei stato con lei più tempo.
E mentre il dolore mi porta via con se, facendomi conoscere le tenebre, il mio cuore rimane insieme a quello di Allyson, posato affianco al suo, come se potesse trovare pace solo in questo modo.
Ciao, Allyson.

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𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚
FanfictionCOMPLETA «Fowler, lo sappiamo entrambi che lo vuoi anche tu...», mi bacia sul collo e sospiro, accorgendomi solo ora di aver trattenuto il fiato per tutto questo tempo. «E se io non lo volessi?», chiedo, sperando che questa tortura mentale finisca a...