Chapter 36

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«Preghiamo i gentili passeggeri di allaciare le cinture e mettersi comodi. Il volo sta per decollare, buon viaggio.» Una voce femminile esce dagli altoparlanti, attirando l'attenzione di tutti i passeggeri.

Mi giro verso Ryan che a sua volta alza lo sguardo verso di me e mi sorride. Prende la mia mano con la sua ed io appoggio la testa sulla sua spalla, pronto a partire.

Non avrei mai pensato di dover rimettere piede ad Edimburgo. Certo, sapevo che prima o poi sarei dovuto tornare, ma cercavo di nascondere questa realtà a me stesso.
Dopo aver chiuso con Kyle e Julian, ci ho pensato per un paio di giorni e alla fine ho capito che la cosa migliore da fare, sarebbe stata tornare nella mia città.

Non volevo che venisse anche Ryan, ma alla fine ho accettato. Dovrò fargli conoscere Ethan e mia madre. Non può succedere tutto dal nulla, e questo mi spaventa. Ethan ha solo tre anni, e credo che questa sia una cosa positiva per me, perché ho la possibilità di raccontargli la verità più avanti, quando avrò trovato le parole giuste.

È certo che non si ricordi di sua madre e nemmeno di me, ma questo mi permetterà di parlargli di lei, di fargli capire quanto Allyson fosse fantastica, una sorella protettiva, una persona dal cuore d'oro e l'anima trasparente.

Sento un dito di Ryan passare sul mio volto, raccogliendo una lacrima che nemmeno mi ero accorto fosse scesa. Mi guarda preoccupato, ma io gli sorrido.

«È tutto okay», dico, «godiamoci questo viaggio e... stammi accanto come hai sempre fatto.» Lui posa le sue labbra sulla mia fronte lasciando un dolce bacio, poi io torno con la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi, immaginandomi lo sguardo di Ethan e il sorriso di mia madre.

***

La voce soffusa di Ryan raggiunge le mie orecchie, ma la ignoro perché ormai la mia testa è altrove. Appena il taxi è partito, dopo aver caricato le nostre valigie nel bagagliaio, la mia mente è come se avesse fatto un viaggio nel passato. Ogni parco che mi sfreccia davanti agli occhi, mi riporta a momenti indimenticabili della mia vita, momenti che avevo quasi seppellito.

Ryan non ha idea di che indirizzo io abbia dato al tassista, ed è per questo che continua a scuotermi per il braccio in attesa di una risposta.

«Ti ho detto che lo vedi quando arriviamo», gli rispondo, quasi alzando la voce.

«Okay ma... avvertimi se stiamo andando da tua madre. Sono pur sempre il tuo ragazzo e devo sapere come presentarmi a lei...» vedo un leggero rossore impossessarsi delle sue guance e sorrido spontaneamente.

«Tranquillo, per ora non stiamo andando da lei. Prima devo salutare un'altra persona...» Lui rimane in silenzio, ancora visibilmente confuso, ma poi porta lo sguardo fuori dal finestrino e si lascia trasportare dalla bellezza di questa città.

Appena sento la macchina fermarsi, vengo catapultato ancora nella realtà. Paghiamo il tassista e lo ringraziamo per il passaggio, poi entrambi scendiamo, portandoci le valigie dietro. Mi giro verso Ryan e lo vedo ancora più confuso di prima.

Siamo davanti ad un piccolo bosco, lontano dal rumore cittadino, con due valigie in mano e l'unica persona che sa dove dobbiamo andare, me stesso, ha paura di rimettere piede la dentro. Faccio un respiro profondo, guardo Ryan e con un cenno del capo gli dico di seguirmi.

La luce del sole ci fa strada lungo questo sentiero che conosco come il palmo della mia mano. Ogni passo, è un ricordo che mi ritorna in mente.

«Si può sapere dove mi stai portando? Se vuoi stuprarmi e uccidermi dillo, che almeno mi preparo allo stupro», lo sento dire alle mie spalle e io scuoto la testa divertito.

𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora