Avere qualcuno con cui confidarsi, penso sia la cosa migliore per ognuno di noi. Parlare e lasciare uscire i nostri demoni, non può fare altro che bene. Il problema è trovare una persona in grado di capire, ascoltare e che sappia darti consigli senza puntare il dito contro di te.
In questo caso, devo ammettere di essere stato fortunato dato che, la persona che sta camminando al mio fianco, è stata capace di fare tutte quelle cose. E soprattutto, ora mi sento improvvisamente molto più leggero, come se quello non fosse l'unico pensiero che ho in testa. Almeno per ora.
Rientriamo in casa, ormai è quasi mezzo giorno e entrambi abbiamo un po'di fame.Appena entro, ho paura di ritrovare il casino di sta mattina ma poi mi ricordo che è stato messo tutto in ordine. Sorrido, lasciando entrare anche Ryan, e chiudo la porta alle nostre spalle. Si toglie la giacca e va dritto in camera mia. Senza capire, aspetto qua mentre cerco qualcosa da mangiare.
Dopo poco sento i suoi passi alle mie spalle e, voltandomi, lo vedo davanti al cestino mentre mi guarda.«Queste,» dice facendomi vedere il barattolo dei miei antidepressivi, «Ora spariscono dalla circolazione. Ho buttato le pillole nel cesso, così non hai modo di ritrovarle», poi butta il barattolo, ormai vuoto, nel cestino, sorridendo. Viene verso di me e mi da un bacio sulla fronte.
«Vuoi che ti aiuti?» chiede, aprendo il frigorifero.
«No tranquillo. L'unico problema è che non so cosa cucinare dato che il frigorifero è vuoto. Ho solo roba surgelata, abbiamo le pizze se vuoi.»
«Certo, va benissimo. Senti... non è che posso fare una doccia? Ieri non sono riuscito a farla e sta mattina mi sono fiondato da te... detesto sentirmi puzzolente», una smorfia strana prende vita sul suo viso e io non posso fare a meno di ridere.
«Certo, gli asciugamani sono nel primo mobiletto appena entri in bagno. Io nel frattempo scongelo la roba e cerco qualche film da vedere», dico. Lui annuisce e va subito verso il bagno. Appena sento l'acqua scorrere, tiro fuori le pizze dal freezer e mi metto sul divano accendendo la tv.
Invece che cercare un film, appena vedo che stanno trasmettendo una delle mie serie preferite, The Originals, mi metto a seguirla, dimenticandomi completamente delle pizze e del film. Passa del tempo e senza che io me accorgessi prima, con la coda dell'occhio, faccio caso a una figura che si aggira per la cucina. Giro lo sguardo e vedo che è Ryan, mentre cerca qualcosa da bere. Noto subito le sue spalle ben formate e la pelle talmente liscia che da quasi l'impressione di essere morbida. Con l'asciugamano in vita, continua a cercare invano un bicchiere, senza mai trovarlo.
Mi alzo e lo raggiungo. Appena mi vede sorride e si mette da parte, facendomi spazio per raggiungere lo scaffale con i bicchieri. Ma appena lo vedo, arrossisco, cercando di non far ricadere il mio sguardo sul suo corpo scolpito. Cerco di non far caso alla ventata di calore che si è abbattuta su di me in questo momento, e prendo dell'acqua, versandola nel bicchiere.
Prima di girarmi, però, sento una presenza alle mie spalle e capisco subito di chi si tratta. Il suo respiro caldo si abbatte sul mio collo e sento le sue mani mentre iniziano a massaggiarmi le spalle. È qualcosa di fottutamente bello e rilassante.«Così non aiuti però...» mi lascio sfuggire questa frase, sussurrandola, mentre lascio che i miei muscoli si rilassino.
«E chi ti ha detto che voglio aiutarti?», sussurra al mio orecchio, ghignando. Poi aggiunge: «Hai un tremendo bisogno di staccare e rilassarti ed è quello che sto cercando di farti fare... non farmene una colpa», ridacchia e io non faccio altro che sentirmi sempre più su di giri e con la testa che vola lontano da tutti i miei principali pensieri. Lascio fare questo lavoro alle sue mani e io mi lascio andare, spostando la testa leggermente di lato.

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𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚
FanficCOMPLETA «Fowler, lo sappiamo entrambi che lo vuoi anche tu...», mi bacia sul collo e sospiro, accorgendomi solo ora di aver trattenuto il fiato per tutto questo tempo. «E se io non lo volessi?», chiedo, sperando che questa tortura mentale finisca a...