Chapter 1

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Oggi.

L'autunno ha bussato alle porte e le foglie secche non tardano a cadere a terra. Apro la finestra, lasciando che la luce debole del sole si appropri della mia stanza. Mi affaccio, osservando il paesaggio sottostante. Le macchine già in strada fanno rumore, ma mai quanto ce né nelle ore di punta. Sento il rumore delle coperte in movimento e mi volto. Un ciuffo castano spunta dal lenzuolo che copre il resto di un corpo bellissimo.

«Perchè hai aperto e ti sei alzato? Si stava così bene, noi due soli, nudi e avvolti nelle coperte.» Mugola, scoprendo il volto e puntando i suoi occhi di ghiaccio nei miei. Sorrido e mi avvivino a lui, raggiungendolo nel letto. «Vedo che non ti sei neanche vestito...» un sorriso malizioso si fa spazio sulle sue labbra, capendo subito le sue intenzioni, lo blocco.

«Non mi sono vestito ma stavo per farlo. Mi dispiace, devo andare a lavorare.»

«Mhm, che palle. Lavoro, lavoro, lavoro. Dai, stai ancora un po' qua, piccolo.»

«Non chiamarmi piccolo.» Mi lamento, mentre sento le sue mani che mi afferrano i polsi per poi farmi cadere su di lui. I nostri volti sono vicinissimi, tanto da sentire il suo respiro sulle mie labbra.

«Dai, voglio il mio biondino.»

«Si?» Inarco un sopracciglio.

«Si, voglio vedere gli occhi blu del mio biondino rovesciarsi all'indietro da quanto gode di piacere, voglio sentire la tua bellissima voce sussurrare il mio nome, mentre sei sotto di me.» Tutte le cose che sta sussurrando, non aiutano di certo a calmare le acque nel mio basso ventre.

«Louis, ti prego...» Posa le sue labbra sul mio collo, mentre una sua mano scende sulla mia natica. «No, basta. Mi pare tu abbia avuto la tua bellissima performance già questa notte.» Mi stacco violentemente, nonostante il 99% di me avrebbe voluto rimanere qua con lui.
Mette il broncio, risultando ancora più carino di quanto lo sia già.

«Dai, mi faccio perdonare sta sera, prometto.» Mi porto una mano sul cuore, simulando un giuramento.
Lui sorride e si rimette a letto, abbracciando il cuscino e mettendosi a pancia in giù. La coperta si sposta leggermente, scoprendo tutta la sua schiena e, in parte, anche il sedere. Vedo i muscoli della sua schiena muoversi ed è estremamente provocante.

«Asciugati la bava, prima che in ufficio pensino male di te.» Sogghigna. Mi volto indossando i miei soliti jeans e una camicia bianca. Mi sistemo davanti allo specchio, portando il mio ciuffo biondo di lato e lascio i primi due bottoni della camicia slacciati.

«Ci sono novità in ufficio?» Chiede e io mi volto verso di lui.

«No, sfortunatamente. So solo che abbiamo questo cliente molto grande che ha chiesto alla nostra agenzia di organizzare l'evento più importante della sua vita. Non ci ha detto di cosa si tratta. So che ci sarà la possibilità che alcuni di noi partano per riuscire a organizzare una roba decente, dato che ha deciso di tenere l'evento in Italia.»

«Oh, quindi c'è la possibilità che parta anche tu?» Nella sua voce sento un tono di preoccupazione.

«No, tranquillo. Probabilmente il mio capo non sa manco che esisto e faccio parte della sua agenzia. Non si presenta mai in ufficio, ne ha uno tutto suo in casa sua, almeno così ho sentito. Da li dirige il tutto. Di lui so solo il nome. Quindi tranquillo, di sicuro non chiederà a me di accompagnarlo in viaggio.»

𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora