Chapter 33

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Sonny è seduto di fronte a me, mentre beve il suo caffè con tranquillità, ma mantenendo sempre lo sguardo fisso nel mio. Io sono qua a torturarmi le dita senza sapere bene come iniziare una conversazione. Sono consapevole del fatto che lui debba sapere tutto quello che mi sta succedendo ora, però so anche che lui non esiterà a darmi una mano.

Dopo la serata di ieri, passata con Ryan, mi sono sentito vuoto. Forse perché ho capito che Ryan tiene davvero a me e che, forse, tra di noi c'è un vero e proprio sentimento oltre al fatto di volerci bene l'un l'altro. Il problema è che non so davvero come spiegarlo, ma soprattutto come dirglielo. E alla fine, sta mattina, ho deciso di non mentirgli di nuovo e di vedermi davvero con Sonny. Ora che sono qua, però, le parole non riescono ad uscirmi dalla bocca.

A un certo punto lui posa la tazza sul tavolino e alza un sopracciglio, poi dice: «Hai intenzione di parlare o volevi che venissi qua per fissare il vuoto insieme a te?» Nego all'istante con un cenno della testa e sospiro.

«No, scusami. Volevo solo parlarti di un po' di cose...»

«Tipo del perché il tuo ufficio sia ancora vuoto a causa della tua assenza? O del perché tu continui a mentirmi su come stiano andando le cose irrisolte con Kyle e Julian?» Dice e, vedendomi sussultare ai loro nomi, ghigna e si abbandona sullo schienale della sedia.

«Immaginavo...» dice e di colpo torna serio. «Andy, sono il tuo fottutissimo migliore amico, parlami cazzo!» sbatte un pugno contro il tavolo, provocando un rumore quasi assordante e facendo girare l'intero bar verso di noi. Lui si scusa e poi si alza, facendomi cenno di seguirlo. Faccio come dice e lo seguo fuori dal bar, prendiamo una strada più isolata e poi lui si ferma, girandosi verso di me.

«Ora tu mi dici tutto. Voglio sapere la verità. Ti stanno minacciando, non è così?»

Mi punta il dito contro e io maledico il suo fottutissimo intuito. È sempre stato bravo a indovinare le cose, a capire quando qualcosa non va e lui è sempre pronto a mettersi in mezzo. Io appoggio la schiena contro il muro e mi torturo il labbro, mordendolo.

«Sì, è così.» Dico, dopo un po'.

«Cazzo! Perché non me lo hai detto?» Un paio di ricci ribelli gli ricadono davanti alla fronte, mentre il suo sguardo colmo di rabbia continua ad analizzarmi, insistente.

«Perchè non volevo tu ti metessi in mezzo! Sei il mio migliore amico, lo so, ma ti sei già scottato una volta a causa mia, non voglio succeda ancora. Sto cercando di mantenere un profilo basso e di includere meno persone possibili. Tu facendo così di certo non mi aiuti.» Alzo la voce a mia volta e mi sembra di vedere il suo sguardo diventare triste, solo per un momento.

«Io spero davvero che tu stia scherzando... tu ci sei stato per me, ricordi? Ricordi quando mia madre mi ha abbandonato lasciandomi da solo con quel pazzo di mio padre? Ricordi tutte le volte che mi hai ospitato in casa tua, tutte le lacrime che hai asciugato per me? Tu sei stato la mia seconda, anzi, la mia prima vera casa e ora non puoi respingermi così. Tu ci sei stato per me, io ci sono per te, non voglio discutere su quest'argomento, chiaro?»

I suoi occhi sono lucidi e le sue parole hanno riportato a galla momenti che, per quanto possano sembrare brutti, con lui sono e saranno sempre belli e rari. Un sorriso triste nasce sul mio volto e ora mi rendo conto di quanto sia bello avere una persona come lui al proprio fianco. Lui sorride a sua volta e viene verso di me con le braccia spalancate, avvolgendomi in abbraccio fraterno.

«La risolviamo insieme, okay?» sussurra, stringendomi più forte a se, e io annuisco.

«Ora però raccontami», dice ed entrambi sciogliamo l'abbraccio. Iniziamo a camminare senza una meta precisa e io gli racconto come stanno le cose.

Gli parlo di Kyle e del nostro incontro, di quando mi ha baciato, provocandomi e dei soldi che sia lui che Julian vogliono indietro. E appena inizio a parlare di Ethan lo vedo ribollire dalla rabbia. Poi, gli parlo del mio tentato suicidio e lui si gira di colpo verso di me, fermandosi.

«Tu cosa? Cosa diavolo ti è passato per la testa?»

«Ti prego, non volevo parlarne ma mi sentivo in dovere di dirtelo. Però chiudiamo qui l'argomento, ora è tutto passato», cerco di tranquillizzarlo e mi volto andando avanti a camminare.

«Okay ma, come hai fatto a riprenderti se non avevi nessuno a cui appoggiarti? Cristo santo potevi chiamarmi, Andy!»

«Non ero solo, va bene? E poi, come ti ho detto prima, non volevo incasinarti la vita più di quanto io non abbia già fatto. Possiamo parlare di altro adesso?»

«Se non eri da solo chi c'era li con te?» Ed ecco che il suo sguardo torna indagatorio. Continua a camminare al mio fianco, in attesa di una mia risposta e ogni tanto lo vedo, mentre il suo sguardo curioso scivola su di me. «In questi mesi abbiamo perso un po' i rapporti... ma non pensavo così tanto da non essere nemmeno riuscito a starti affianco nel momento peggiore della tua vita, facendomi sostituire da qualcun'altro», dice e la sua voce è malinconica, triste.

«Sonny, io non ti ho sostituito. In quel momento non c'eri perchè ero io che non volevo tu ci fossi, capito?»

«E allora chi hai voluto al posto mio?» Continua a camminare con le mani in tasca e sguardo basso, e capisco di averlo ferito.

«Quella persona era li senza che io lo volessi, okay? Io non volevo nessuno, quindi non devi sentirti ferito o offeso.»

«Okay okay, ho capito. Però voglio lo stesso sapere se ti sei trovato finalmente qualcuno diverso da Louis», ed ecco che il sorriso gli torna sul volto e poi continua: «Se proprio devo dirla tutta, quel ragazzo non lo sopportavo, si credeva un po' troppo, giusto un po'» Ridacchia e io gli tiro una spallata.

«Dai smettila, era un ragazzo d'oro. Comunque preparati, perchè questa cosa ti sballerà un bel po'», gli dico ed entrambi ci fermiamo. Siamo arrivati in una specie di parco e il sole riscalda i nostri corpi, esposti al freddo invernale. Lui si side sulla prima panchina che trova e mi guarda, mentre io cammino da una parte all'altra, evitando il suo sguardo.

«Quella persona è Ryan. Ryan Beaumont.» Dico di colpo e lui sgrana gli occhi.

«Aspetta che? Quel Ryan Beaumont? Il Ryan Beaumont che io conosco come il nostro capo? Cosa cazzo mi sono perso...»

«Nulla è che... è successo tutto così in fretta. Il tutto è partito dal viaggio che abbiamo fatto a Matera...» Inizio col raccontargli la nostra "storia" a partire dal tradimento.

Gli racconto dei vari episodi di debolezza che ho avuto con lui, gli parlo di Miriam e di quanto Ryan sia diverso da come lo descrivono le persone. Ogni tanto vengo interrotto da qualche sua domanda e qualche sua esclamazione colma di stupore. Insomma, mi ha fatto capire più volte che non se lo sarebbe mai aspettato. E dopo tutto questo, arrivo all'episodio di ieri sera...

«Quindi lui sa la tua storia e ti è rimasto accanto comunque... Okay si, mi piace già più di Louis. E quindi, secondo te, ieri sera stava per dirti "ti amo"?»

«Sì, cioè, non lo so. Se devo essere sincero non so nemmeno io cosa diavolo provo per lui, però so che c'è qualcosa di forte, davvero molto forte. Però se ieri sera mi avesse detto di amarmi, non so come avrei reagito. Io non sono pronto a questo, non sono pronto a legarmi ad una persona a tal punto, per poi farla finire nei miei casini...»

«Andy mi hai rotto il cazzo,» sbotta di colpo «Personalmente credo che se lui ci tiene davvero a te, è disposto a prendere i tuoi casini e trattarli come se fossero suoi, nonostante tu non voglia. Ed è la stessa cosa che ho fatto e farei io ancora e ancora. Se per una volta, dopo tanto, ti senti voluto e desiderato a tal punto, allora lascia che succeda. Lascia che lui prenda un po' del tuo dolore per farlo suo e le cose andranno come devono andare. Ma smettila di tirarti indietro.»

Prende il mio mento tra due dita e mi fa voltare la testa verso di lui, obbligandomi a guardarlo negli occhi. Ha ragione, ha pienamente ragione e non posso negarlo.

«Le cose belle accadono poche volte nella vita, credo tu lo sappia più che bene, quindi... goditele, goditele fino in fondo.»

𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora