Chapter 34

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A volte mi fermo ad osservare la luna. Di sera, disteso sul letto, guardo verso la mia finestra e rimango per minuti interi a guardare quel satellite, apparentemente minuscolo.
Così lontana, ma allo stesso tempo capace di illuminare le nostre notti. Quelle notti buie, scure, in cui stiamo sdraiati sul letto a fissare il soffitto.

E devo dire che lei mi ha accompagnato durante questa notte. Illuminava la mia stanza, la faceva meno spaventosa  mentre ero fermo a pensare, con il capo poggiato sul petto di una delle persone a cui tengo di più. Sentivo il suo respiro caldo e il suo petto abbassarsi e alzarsi a un ritmo regolare, facendomi capire che stava beatamente viaggiando nel mondo dei sogni.

E mentre io ero li immobile a pensare, quella luce fioca mi faceva sentire meno circondato dalle mie tenebre. Dovrei solo ringraziarla.
Poi mi sono addormentato e, sta mattina, mi sono svegliato con l'ennesimo messaggio di Kyle, che diceva: muovi il culo, ti voglio qui da me domani a mezzogiorno. Spero tu mi faccia trovare i soldi.

Fortunatamente, ho ancora qualche risparmio dalla cifra che mi aveva dato Julian e, se ci aggiungo una gran parte del mio stipendio ricevuto in questi anni, dovrei riuscire a prelevare la giusta cifra. Devo solo andare in banca.

Sento i passi di Ryan alle mie spalle e mi volto, trovandolo già col sorriso sulle labbra. Mi lascia un casto bacio sulla fronte e poi mi guarda come se fossi la cosa più bella di questo mondo. Vedendomi già vestito, sul suo volto vedo la confusione e la perplessità prendere forma.

«Devi uscire? Ancora?» Chiede, facendo il labbruccio. Diamine, lo trovo così bello...

«Ehm... sì. Tranquillo torno presto», rispondo, iniziando ad agitarmi. Forse Sonny ha ragione, dovrei includerlo in tutto quello che sta accadendo ma...

«Volevo passare del tempo con te, non fa nulla, recupereremo. Dove devi andare?» La sua curiosità mi fa agitare sempre di più. Si allontana verso la cucina e poi torna in salone con un bicchiere d'acqua in mano.

«Devo... Sonny mi ha chiesto ancora di rivederci», mento «sai, in questi mesi abbiamo perso molto i rapporti ed essendo amici di infanzia stiamo cercando di recuperare.»

«Oh certo, immagino.» Sembra scocciato, posso capirlo dalla sua espressione seria e cupa, apparsa all'improvviso. «Beh, portami con te allora. Dovrai pure dirgli di noi, no? Magari vedendomi di persona si fa un'idea differente da quella che hanno tutti i miei dipendenti su di me.» Rimango un attimo privo di parole. Non è stupido, ha capito benissimo che sto mentendo ancora, e se non fosse così, allora pensa che tra me e Sonny ci sia qualcosa.

«Magari un'altra volta, eh? Sai molto spesso mi parla di cose private e non vorrei che-»

«Per favore piantala Andy, dove cazzo stai andando?» Mi interrompe bruscamente e io sobbalzo sul posto. Appoggia il bicchiere sulla prima superficie disponibile e lo sbatte con forza, rischiando di romperlo. Fuma dalla rabbia, e sembra anche ferito.

«Se stai pensando che tra me e Sonny ci sia qualcosa, guarda che ti sbagli di grosso», mi difendo seduta stante, sperando che questo sia il suo dubbio principale.

«Scherzi, vero? Sai benissimo che non mi interessa niente di Sonny. Perché cazzo continui a mentirmi?» Mi punta il dito contro e la mente inizia ad annebbiarsi.

«Non so di cosa tu stia parlando.»

«Ma ti prego, lo sai eccome. Dai cazzo, almeno mettiti d'acordo con Sonny per avere una copertura più solida, no? Sai... quando mi hai detto che saresti uscito con lui, per un momento ci ho creduto. Peccato che poi ho visto Sonny bello tranquillo nel suo ufficio, proprio nell'orario in cui tu mi hai detto che vi sareste visti. Mi son detto "magari hanno annullato e lui è a casa", peccato che sei rimasto fuori fino a sera tardi.»

𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora